UTOPIA E QUIETE LE MOLLE DELLA POETICA DI
LINO D’AMICO
Lino D'Amico, collaboratore di Lèucade |
Poesia
calda, fumante, servita con animo intriso di meditazione e sapor vitae.
Sinestesie e metafore, dosate con intelligenza costruttiva, danno al verso
armonia, collaborando non poco agli effetti significanti del canto. Il
contenuto delle composizioni mette in bella evidenza l’inquietudine dell’umano
vivere, dove: “… passi errano incerti/nella recita di giorni consumati./ a
cercare approdi sotto altri cieli.”. La vita si dispiega con chiarezza e con
intuizione emotiva nel procedere dei versi: memoriale, tempus fugit, illusioni,
delusioni, oblio, speranze, odore di verità: “… Vorrei distillare dall’oblio/ briciole
di chiassose fantasie/ in cerca di odor di verità/ che accendano le speranze/ di
un altrove che profumi di quiete.”. D’altronde è proprio dell’uomo la ricerca
di un’isola che doni una edenica alcova, ma è anche la molla che sollecita alla
scrittura, a concedere alla Poesia tutti gli abbrivi di questa insoddisfatta ricerca.
Forse sta proprio nell’utopia il terriccio fertile del
sogno: spostare il baricentro verso approdi di altri cieli non è detto che non
equivalga ad alleggerire lo spleen del vivere.
L’utopia di un altrove
Vermiglio bagliore di
crepuscolo
abbraccia il dì che già
declina
nel nulla che rapina un’eco
muta
stropicciata in tremuli
miraggi
nell’utopia vuota di un
altrove.
Si sfalda l’alitar dell’attimo,
impietoso, in quel crepuscolo
ove passi errano incerti
nella recita di giorni
consumati.
a cercare approdi sotto altri
cieli.
Profumi di quiete
Scalpiccio di passi ovattati
frantuma le voci del silenzio,
echi stropicciati, ricordi
appassiti
nell’abbraccio di una stagione
che imprigiona sussurri di
chimere.
I sogni si diluiscono nel
vuoto
di miraggi sospesi nell’attesa
tra il borbottio di pensieri
corrosi dalla ruggine del
nulla
oltre i confini di ombre
ferite.
Vorrei distillare dall’oblio
briciole di chiassose fantasie
in cerca di odor di verità
che accendano le speranze
di un altrove che profumi di
quiete.
Grazie Nazario per l'accoglienza che sempre mi concedi ospitandomi sul nostro ambito scoglio e per l'intimo sentire con cui hai commentato, emozionandomi,i miei versi.
RispondiEliminaLino D'Amico
Dopo l'esegesi di Nazario, non mi resta che dare il mio contributo emotivo alle liriche dell'amico Lino. Con il passar del tempo affina sempre più le sue capacità poetiche, si potrebbe dire che indossa il lirismo con una disinvoltura che evidenzia quanto l'ispirazione costante sia segno di ricerca,di intuizioni, di volontà di cedere al fascino della sottrazione, che nulla toglie al valore. I versi dell'Autore, infatti, sono meno densi di metafore di un tempo, meno iperverbali, ma restano densi di pathos immaginifico, di saudade calda, intimista, non intima. Le emozioni di Lino sono senza dubbio universali, ci coinvolgono e ci conducono tutti sulle strade dei ricordi, senza nichilismo, senza rimpianti. Il passato è lì, ma restano i giorni futuri, resta la speranza, la fiducia nel futuro, in 'un altrove che profumi di quiete'. L'ultimo verso della lirica "Profumi di quiete" è un sigillo di luce alla storia di ogni vivere, è Arte pura e inconsapevole, è il senso della poesia che riscatta i dolori della vita. Grazie di queste due perle, amico antico, e un forte abbraccio.
RispondiEliminaMaria Rizzi
RICEVO E PUBBLICO:
RispondiEliminaCiao Maria, amica carissima. Ti ringrazio per la pazienza e per il tempo dedicato al commento alle mie poesie. La bellissima e benevola analìsi con cui sono stati gratificati i miei versi, hanno confermato, ancora una volta, quanto magico e fortunato sia stato conoscerti, così come altrettanto è stato l’incontro con l’insostituibile amico Nazario, mio prezioso mentore. Un affettuoso abbraccio ad entrambi.
Lino D’Amico
Caro Lino,
RispondiEliminaho letto con vivo piacere le tue intense poesie impreziosite dalla nota critica del grande Nazario Pardini. Come sempre mi ha colpita la riconoscibilità delle tue liriche che si avvalgono di parole dense, sussurate a te stesso, emotivamente cariche di sensibilità e pathos. Ritrovo anche in queste ultime composizioni il focus della tua espressione poetica: il ricorso alla memoria come recupero essenziale delle emozioni, la nostalgia romantica del vissuto dolce-amaro della vita,il senso della misura del tempo che resta per realizzare i sogni incardinati in flussi di memoria. il sogno si affaccia si affaccia all'anima nonostante le consapevoli assenze,dà speranza, sovviene nell'autunno della vita,rende possibili altri sussurrati sogni. Mi piacciono i tuoi silenzi, le voci pacate che lanciano velati richiami alla coscienza e il tuo amore verso la vita, l'amicizia, gli affetti che rende umana e vera la tua poesia.
Marisa Cossu
Grazie Marisa di far parte dei sogni poetici che cerco di esprimere con i miei versi. Grazie per la costante presenza e benevola considerazione che mi doni nel commentarli impreziosendoli con la sensibilità di poetessa che ti è propria. Con un abbraccio accetta la mi stima incondizionata.
RispondiEliminaLino D'Amico