Maria Rizzi,
collaboratrice di Lèucade
Dodici Anni
Impestato di efelidi
Sonno facile da prendere
Nessuno dorme
Dove riesce lui.
Dodici Anni,
Mitra tra le mani
Nello zaino il Corano
Il volto della mamma
Ad ogni sparo.
Africano
Insegue
La
nostra terra,
Corre
sotto le stagioni
La sua
sta ferma.
Ride
sulle case
Fabbricate
con acqua e zolle
Le
loro
Sono
fatte di piogge
Impastano
L’acqua
del cielo
Hanno
più nuvole
Che
case
Prega
per legare
Il
giorno
Al suo
sostegno, prega
Davanti
al vero e al sogno.
Capire
Capire:
Un infinito asciutto
Imparato da bambina,
Senza ieri,
Senza futuro
Eterno presente.
Nella maturità rovente
Provo a chiedermi
Se esiste
Il suo infinito passato,
Se qualcuno lo conosce,
Se per me l’ha imparato.
Maria Rizzi
Ringrazio di cuore il nostro Vate per aver scelto di pubblicare questi tre tentativi di poesia non paragonabili alle Opere postate sull'Isola. Lo abbraccio forte e mi scuso con tutti gli amici.
RispondiEliminaMia Cara Maria, hai ragione a chiedere scusa ma non perchè il n/s Nocchiero li ha postate ma perche non Gli hai forse consentito di postarle prima convinta come sei che sono "tentativi di poesia". Per quanto mi riguarda, ma lo conferma il fatto che il N/S li abbia postate,a me hanno toccato eccome per la loro chiarezza, spontaneità e forma leggera seppure il messaggio è denuncia di una realta amara dei giorni nostri, in "Africano" e "Dodici Anni" . Molto bello e incisivo il verso "nella maturità rovente" in Capire, ove racchiudi un mondo interore ma proiettato -oltre da se- a cercare di dipanare il groviglio esistenziale che diviene sempre più caotico e si rimane attoniti nell'impossibiltà di arginarlo con solo le parole. La forma è scandita, asciutta ma il messaggio è urlo di un cuore che sanguina. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaTi ringrazio davvero tanto, Pasqualino, io sono stata sincera. Ho iniziato con la Poesia, la considero la regina delle Arti, ma dal 2002 ho scelto la prosa per marcare un territorio che mi consentiva di dare maggiore spazio all'inventiva. Continuo a distillare linfa vitale dal lirismo per scrivere romanzi e racconti, ma non mi sento poeta. Il tuo commento è generoso, ricco di affetto e sincero. Sei un vero amico. Ti voglio bene!
EliminaDi questo tuo stile nudo, quasi spogliato per una forma di pudore, e in fondo drammatico, non tutto arrivo a comprendere, di questi tuoi versi, mia carissima "Marghe"...ma da subito mi raggiunge la grandezza del tuo sentire la sofferenza del prossimo.
RispondiEliminaQuei "dodici anni" fanno male, quel mitra tra le mani, quello zaino che si porta in giro i Corano, una fede che si accompagna ai sogni di bambino. Perché a dodici anni in ogni parte del mondo l'uomo è ancora un bambino, e ad ogni sparo pensa e vede il volto della mamma....
Bellissima questa tua prima esternazione di umanità sofferta! Grazie amica mia dal cuore immenso!
Seguono altre composizioni con versi suggestivi pregni di realistico significato, e insieme di malinconico lirismo. Cito : "Impastano/ l'acqua del cielo/ Hanno più nuvole/ che case"..
Una poetica visione della miseria di quell'africano che "prega davanti al vero e al sogno"..
Di grande pregnanza, forse dal punto di vista tuo personale, trovo la tua ultima composizione, amica mia carissima, laddove mi pare di intuire lo sforzo tuo ,di bambina precoce , per comprendere tutta la tristezza di un destino umano , forse ingiusto, ma certamente troppo duro e difficile da vivere.
Ti dico BRAVA e ti abbraccio col piacere di averti riconosciuto poeta .
Edda , il tuo "seme d'amore".
Che sorpresa,mia Toc ad eden! Mi vergognavo e siete arrivati come balsamo. Sono asciutta e me ne stupisco, vorrei saper dare maggior respiro ai pensieri, ma se i significati ti sono arrivati il Vate aveva qualche ragione. Continuo a credere in un vostro filtro affettivo, ma all'amor non si comanda. Posso solo tenerti sul cuore insieme al Nume Tutelare. Tua Marghe...
EliminaUn trittico - questo di Maria - che dipinge la sua vocazione all'empatia; un trittico che la dipinge.
RispondiEliminaE sono colori che spalma con il pennello intinto nel sangue del cuore. L'Africa è lontana: le case laggiù "sono fatte di piogge" e sono meno delle nuvole, e le stagioni stanno ferme. Immobili come la nostra indifferenza. Mentre laggiù - a dodici anni - si dorme "con il mitra tra le mani", qui si veglia la nostra sconfitta di uomini. Eppure c'è ancora qualcuno che cerca di "capire", "nella (sua) maturità rovente" se esiste "il suo infinito passato".
E' da lì che inizia l'"eterno presente" non solo degli africani ma di tutte le genti.
Commosso, complimenti!
Sandro Angelucci
Amico mio, le tue parole commuovono me. Tu sei il Poeta. Tu canti l'impegno civile. Le tue parole rappresentano un'esplosione emotiva per la mia autentica insicurezza in poesia. Non ti ringrazio per i motivi che conosci, ti abbraccio forte forte e m'inchino al tuo parere!
EliminaCara Maria, anch'io trovo molto suggestive le tue liriche anche se come Edda non riesco a comprendere tutto. Che cosa volevi suggerire con quel "impestato di efelidi" quando nell'immaginario comune i bambini della guerra, i bambini africani sono di carnagione scura? Tuttavia tu scrivi e metti da parte. Se queste sono le tue prime poesie, o almeno le prime che vengono allo scoperto, vedrai quante modifiche subiranno prima di affidarle alla stampa. Per me è così, non so per gli altri. Quindi continua a scrivere e riceverai molte soddisfazioni. Un abbraccio
RispondiEliminaCarla Baroni
Carla mia, ti ringrazio molto, soprattutto per gli appunti. Ti dirò che non sono nuova alla Poesia, esordii proprio con la regina delle Arti, nel 1989 e produssi ben 7 Sillogi intimistiche e legate a un metro classico MOLTO meno luminoso del tuo. Nel 2002 la prosa venne a cercarmi e scoprii che preferivo aprire la porta dell'invenzione. Questi sono solo tre tentativi attuali di lirismo legato alle tematiche che ho trattato nei romanzi. Ti e vi tranquillizzo: non intendo andare avanti! Ti abbraccio commossa.
RispondiEliminaCara Maria, perché fermarsi se la cosa ti riesce bene? Tanto più che tu sai, dato che non sei nuova a questo genere di scrittura, che le sillogi si possono scrivere con testi diluiti nel tempo. Poi quando se ne hanno sufficienza si pubblicano. Io ho scritto libri in tre giorni, altri ci ho messo anni. E poi c'è posto per tutti Un abbraccione.
RispondiEliminaCarla Baroni
Mi piace marcare il territorio che prediligo e dove credo di riuscire meglio. Ma hai ragione, Carla, mai dire mai! Grazie ancora. Ti stringo.
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