venerdì 2 novembre 2012

Inedito di Pasquale Balestriere



      SE A ME IN FORMA DI SOFFIO




     Se a me in forma di soffio vi svelate
     e mi toccate con le vostre dita
     di vento, benvenuti entrambi, padre
     e madre, a questo vostro figlio giunti
     da lontano ( ruggisce nella piazza
     mattutina un furgone di lavoro ),
     a questa stanza che pur sempre quieta
     al sole rise della vostra vita.
     Fiorì d’alba ogni notte; ed a voi sempre
     lieta s’aprì la zolla generosa
    di primavera al canto, e vi sorrise
     l’austera messe del vino d’autunno.
    Vi attraversò la vita, corpi pieni;
     e vi scandì obblighi, tempi, lune
     per la vostra fatica; e religione
     del campanile fu per voi la mole.

     Non spengo più i clamori delle stelle
     né più del buio bramo il buon riparo,
     miei cari,e allora mi produco cauto
     all’abbraccio di luce che mi resta,
     fino a incontrarci tra filari, padre,
     di lune ed astri, questa volta uniti
     a compiere vendemmie senza affanni,
     ed a sederci, madre, intorno al desco
     che col tuo cuore domini e alimenti
     sotto un tetto di cielo luminoso.
     Con me verrà la Rosa, primo fiore,
     da voi amata, figlia tra le figlie,
     ché in alcun luogo senza lei starei.
     Così io spero e voglio,
                                        così sia.    

                 

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