domenica 11 novembre 2012

P. Bassani su "Lo scultore spezzino Rino Mordacci"


LO SCULTORE SPEZZINO RINO MORDACCI
NEL CENTENARIO DELLA NASCITA
Ricordo di Paolo Bassani










Anch’io desidero unirmi alle iniziative promosse qui alla Spezia per ricordare un suo grande artista, lo scultore Rino Mordacci, (1912 – 2007) che ha onorato l’Arte e il territorio spezzino.

“Bonjour bravo!” Con questa frase Salvador Dalì nel 1970 volle salutare Rino Mordacci ed esprimere vivo apprezzamento per la sua arte; testimonianza significativa che si aggiunge a numerose altre espresse da critici illustri allo scultore spezzino.
Si può affermare che scultura e vita sono diventate per Mordacci inscindibili. Già da bambino, avvertiva un’innata inclinazione per il disegno e per l’intaglio. Era ragazzo quando iniziò ad usare la sgorbia, come lui stesso amava ricordare: “...così gli schizzi dei quaderni presero forma e volume nel legno... Sentivo amore per l’intaglio e la scultura: quest’amore si accendeva nel mio animo e diventava a poco a poco viva passione.” Questa viva passione lo avrebbe spinto ad impegnarsi con gran volontà nello studio del disegno e dell’arte plastica, seguendo per diversi anni le lezioni dello scultore Carmassi, che ben presto si accorse delle non comuni capacità dell’allievo, seguendone con vivo interesse i progressi. Il mio incontro con Mordacci risale agli anni ’70 e, da allora, una profonda amicizia mi ha legato a lui. Così ho potuto seguire nel tempo con rinnovata meraviglia il suo intenso eccezionale percorso artistico, rendendomi conto della sua grandezza di artista e di uomo. Sarebbe interessante citare le sue opere più significative: di scultura (terracotta, creta, gesso, legno, cemento, bronzo), le sue xilografie, i suoi dipinti (già, Mordacci era anche pittore) ma sono talmente numerose e diffuse che diventa impossibile rintracciarle tutte e riunirle in un catalogo. Per il suo impegno artistico è stato nominato Commendatore dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” Il tema religioso è stato certamente la radice che più ha ispirato ed alimentato la sua creatività. Numerosissime sono le chiese che custodiscono sue opere sia nella provincia spezzina, sia in Lunigiana. Una particolare citazione merita senz’altro la Chiesa di Sant’Anna al Felettino. Qui, si può affermare che ogni arredo reca la firma di Mordacci, dal Crocefisso alla Via Crucis, dal battistero alla monumentale porta di ingresso cui l’Osservatore Romano dedicò un ampio servizio.
Gli uomini passano, ma restano le opere a testimoniare il loro passaggio. E’ così anche per Mordacci. Oggi, che ha concluso il suo percorso terreno, sono le sue sculture, le sue xilografie, i suoi dipinti, a perpetuarne la memoria: a parlare di lui, del suo cammino spirituale e artistico. Rino, con la sua vita intensamente operosa, contrassegnata da entusiasmo e dignitoso riserbo, è entrato nella storia della nostra città, lasciandoci un messaggio che è un inno di amore alla vita e al creato, una fedele testimonianza di quei valori che innalzano l’uomo sulle cose. Ho chiesto alla poesia di completare questo mio ricordo:

A RINO MORDACCI

Inesauste le tue mani
tutta una vita
hanno dato forma ai tuoi pensieri;
i tuoi pensieri
ai palpiti del cuore.
Nel prodigio dell'arte
materie informi, inanimate,
sono fiorite in sembianze
di vita e nobiltà.
L'umanità che nasce
dall'amore e dal dolore,
che ricerca orizzonti
di luce e di speranza,
fu la tua modella.
E tu, attimi ne cogliesti
per lasciarli in dono
a chi verrà nel tempo.
Nella scultura
intatto resterà il tuo canto
viva la preghiera.

                Paolo Bassani


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