giovedì 25 settembre 2014

CLAUDIO FIORENTINI: "C'ERA SOLO UN RIFLESSO...", A PASQUALE BALESTRIERE


RIFERIMENTO ALLA POESIA SORTE DI PASQUALE  BALESTRIERE PUBBLICATA SUL BLOG DI SETTEMBRE

Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade

Caro Pasquale,

La tua bellissima poesia "Sorte" merita di essere commentata, ma non ho né la capacità né la voglia di farlo. Per questo vorrei solo raccontarti cosa mi è successo ieri, leggendola. Non sono un poeta a tempo pieno, forse neanche un poeta, ma a volte, ora raramente, mi capita di scrivere versi sotto l'effetto di una droga che vive dentro di me. Si tratta di una droga pesante, di quelle che se non le prendi vai in astinenza e soffri dentro, ma dentro... perché è dentro che vive la più potente delle nostre pulsioni, è dentro che vive l'IO. E il mio IO ieri ha bussato alla porta spingendomi a scrivere versi, sotto l'influenza della poesia, in questo caso della tua poesia.
La forza di "Sorte" è quella di dare inizio a un lavorio interno, a uno scavo di quelli che non ti lasciano scampo. Devi entrare, devi scavare ancora di più, altrimenti soffrirai la crisi di astinenza di cui parlavo, l'astinenza di sé.
Vedi, io credo che la poesia, che il nostro frenetico vivere rende inutile, abbia il potere di cambiare gli eventi, e chi la legge sa quanto sia profondo il movimento che scaturisce dalla lettura. Non so dire cosa si muova, ma so per certo che la poesia può cambiare la percezione del momento che stai vivendo. Questa è la sua forza.
Come ho scritto tempo addietro: immagina un ingegnere che debba progettare un detonatore di mine antiuomo, lo farà senza pensarci... ma se prima di andare a lavorare leggesse qualche poesia di quelle da cui scaturisce il dialogo interiore, come si sentirebbe? Il detonatore lo progetterà lo stesso, ma cosa gli rimane dentro? Forse un piccolo dubbio? Ecco il punto: un dubbio, per quanto piccolo, per quanto insignificante, qualcosa deve pur fare. Non so cosa, ma non importa. Importa che quel piccolo dubbio sia un seme di pensiero, e proprio quel seme può rendere l'uomo migliore.
Ieri quel seme mi ha portato a scrivere dei versi, che mi permettono di rispondere alla tua "Sorte".



C’era solo un riflesso, una strana chiamata
come un accenno a qualcosa di più grande
messo di traverso tra l’ora e il poi,
e rivoltato, rigirato, scansato
il nulla
                               il vuoto
misero avanzo di mistero che si oppone a vivere anche ora che è vinto.
C’era solo quello.

Ora, che di luce e buio non resta che l’accenno,
il tempo si consuma senza lentezza e senza fretta
fino a scompigliare ogni sua istanza
fino ad annullarsi nella vergogna di scoprirsi breve.

L’osservo da fuori, ma è dentro che succede
dentro mi vive e mi percuote
dentro mi ama e mi dis-ama
Fuori
                               c’è solo distanza

E quel riflesso, avanzo di mistero
mi appare controvoglia
sapendosi specchio di qualcos’altro.

Claudio Fiorentini 24 settembre 2014


3 commenti:

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  2. Caro Claudio,
    manco da qualche giorno sul blog e non avevo visto il tuo post che mi ha molto rallegrato perché vi leggo sincerità e disposizione a pensare, a scavare, ad approfondire. In quest'epoca di cervelli deboli è sempre più difficile (non però su questo blog, per fortuna) imbattersi in qualcuno che, padrone di se stesso, costruisca la sua vita nel modo più indipendente possibile. E sono pure contento che "Sorte" abbia una certa capacità di comunicare emozioni e di provocare nobili e felici risposte, come questa tua "C'era solo un riflesso" e come "Consuntivo" di Umberto Vicaretti. Hai ragione tu: "La forza della poesia è quella di dare inizio a un lavorio interno, a uno scavo di quelli che non ti lasciano scampo". Ed è bello se questo scambio poetico si verifica tra amici che condividono certi valori.
    Un caro saluto
    Pasquale Balestriere

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    1. Ninnj Di Stefano Busà

      Un testo bello e lucido, un coagulo di emozioni che prendono il via, con la forza trainante della poesia. Bravo Claudio, è meraviglioso potersi scambiare ipotesi felici di pensiero, accattivanti immagini di linguismi, il cui fine è quello di rendere migliore l'uomo che li legge, dargli l'impronta dell'eterno, il mistero della rondine nell'aria: così è la poesia un' apoteosi che di riflesso fa giungere a tutti la voce portentosa dell'infinito, qualche volta sfiora l'immortalità, ma certo è sempre nella zona che ottimizza la cultura e con essa la parte prediletta della Bellezza in senso lato.

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