sabato 2 maggio 2015

N. PARDINI: LETTURA DI "IL MITO DEL MASTINO DI CULLAN" DI M. DONTE




CÚ CHULAINN
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MAURIZIO DONTE: IL MITO DEL MASTINO DI CULLAN. EDIZIONI R.E.I. Pg. 182


Una grande storia, un autoptico lavoro zeppo di slanci emotivi e di perspicua sapidità odeporica. Uno degli antichi miti d’Irlanda, in cui l’Autore dà tutto se stesso attraverso una poesia dai toni epico lirici in note endedecasillabe rattenute da misure più brevi quali quinari, settenari, decasillabi… Una vera oscillazione musicale, un vero alternarsi di onde, per seguire le motivazioni di un pensiero tutto vòlto a concretizzare luci ed  ombre  di amori e di spade in  un’autorevole semplicità di linguismo, dove il Poeta orchestra una storia vasta, e complessa, in una struttura compatta e organica; i versi si fanno veri tatuaggi di un sentire vicino a leggende dall’aria nordica. Tutto segue gli intenti dell’Autore; tutto si sviluppa secondo il suo modo di pensare e sentire. Io ho già avuto occasione di leggere alcuni pezzi del poema pubblicati sul blog Alla volta di Lèucade, e già ne ero rimasto colpito soprattutto per l’equilibrio fra intrecci verbali e cospirazioni intimistiche. Il mito del Mastino di Cullan, il titolo. E già la copertina, semplice e scussa, con caratteri gotici, fa da prodromico avvio, da antiporta ad un  dire di generosa vis creativa; di urgente impatto verbale: assemblaggi lessicali, accentuazioni aggettivali, intensificazioni verbali, figurazioni e cromie mai oziose, sempre funzionali alla trama, tutto contribuisce a rendere visive e concrete le tante scene della narrazione. Mi piace riportare una parte dei tanti momenti coinvolgenti, forse la più lirica, forse la più sentita; tratta da La morte di Deîrdre (XXXVI): Naîse, nonostante le promesse, fu ucciso da Eoghan, e Deîrdre, perso il suo amore, rifiutando di divenire sposa del re, ne fu prigioniera. Conchobar, per punirla, la costrinse a vivere con Eoghan, ma quando la fanciulla, dalla carrozza, intravide una grossa pietra, si buttò fuori picchiando la testa e morendo all’istante:

(…)
Giaceva sulla terra, a lei abbracciata,
la povera Deîrdre,
da lui tanto bramata.
Conor si scosse, piangendo pentito:
Deîrdre allora fu messa
con il suo amore antico.
Sorsero poi, nei lunghi anni seguenti
sulla tomba silente,
due giovani alberi di Tasso
con i rami intrecciati,
e furono detti da tutti:
“gli alberi belli dei due innamorati” (pg. 111).

Un susseguirsi di settenari, ottonari, novenari, o doppi senari a fare d’appoggio a esplosioni endecasillabe,  “a maiore” o “a minore”, di intensità poematica, ed emotiva. Dove rime e assonanze tendono a sfumare la malinconica vicenda con uno spartito che tanto sa di romanza; che diluisce il tutto in un sapido quadro di idilliaco stupore.     

 Nazario Pardini

     

4 commenti:

  1. Professore, onoratissimo di questo commento, grazie di cuore

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  2. Lei ha colto perfettamente le mie intenzioni "musicali", in effetti l'intento era quello di seguire un andamento talora dissonante, per poi armonizzarlo negli endecasillabi. La storia insegna che i bardi non si curavano molto dell'accordatura dei loro strumenti. Le arpe dell'epoca avevano corde di budello, e quindi erano sensibilissime alle variazioni dell'umidità, quindi era raro che le esecuzioni fossero perfette come quelle odierne. In tale intento ai versi quinari, settenari, ed endecasillabi ho cercato di accostare altre misure. Sono lieto d'essere riuscito nel compito che m'ero dato, non era molto facile. Per la verità, rivedendolo dopo la stampa, qualche pecca qua e là, a mio modo di vedere, l'ho rilevata...non è detto che non vi ponga ancora mano, per una prossima ristampa.

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  3. C'è un musicista ottocentesco che amo più di tutti gli altri compositori, Anton Bruckner, che seguiva in parallelo musicale il medesimo discorso da me fatto nel Mastino di Cullan, usava cioè le dissonanze armonizzandole da par suo. Non sono certo da paragonare al suo immenso genio, ma ci tenevo a far sapere di questa motivazione che m'ha guidato nella composizione dell'opera.
    allego, a titolo di curiosità, una delle musiche che m'hanno accompagnato nella stesura.
    Dalla ottava sinfonia di Anton Bruckner, i Wiener Philarmoniker, diretti da Herbert von Karajan...finale

    https://youtu.be/uvpXqAjnBFI

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