Edda Conte, collaboratrice di Lèucade |
1)
Inquietante e muta compagnia
quest'aria di cipresso odoroso
che di tormento si nutre
forse di oblio o forse di
rimpianto
forse solo a memoria di un
mito...
il mito di quel principe antico
di tristezze eterno portavoce .
++++
2)
Lamentazioni
affidate alla polvere del
tempo
rimosse dal nuovo assetto
di una stanza
strisciano tra le ombre della
notte..
E' il vento del nord che dice
con l'aspro respiro di un
ricordo
-lasciami entrare...-
Si faccia luce!
luce in attesa
di una lampada che non conosce
il buio.
++++++
3)
Ti ho affidato con pianto nel
cuore
a quella pace che sempre
cercasti.
Chissà se dissero il vero
quanti prima di noi ci furono
a vivere e morire....
....così incontro a te venni
in estremo.
Un occhio ancora aperto sulla vita
volle donarmi l'ultimo tuo sì!
ma se non c'è chi di amore mi illuda
se ogni giorno mi attende la
vita
dovrò pur vivere.
++++
Edda Conte
Inverno 2019
Ringrazio la sensibilità di Nazario, amico carissimo, per avere inviato all'Isola della Poesia questi miei versi che rappresentano l'estremo saluto alla persona a me più cara.
RispondiEliminaEdda
Un saluto che strazia il cuore. Parlano le cose minime quotidiane.Il cipresso odoroso come un’allegoria della attuale vita della poetessa, un simbolo che racconta una storia, così come il vento del nord ( tema carissimo all’autrice)che confonde polvere rumori, luci, respiri, buio, nell’asseto pur nuovo della stanza consueta. Inquietudine e lamento.La meditazione diventa filosofica: vita e morte, passato e presente, ricordi, amore e illusione, attesa e pace..verità e vita.
RispondiEliminaPoesie di grosso calibro, di intensa rievocazione umana e vicissitudinale, in cui la poetessa, con tutte le armi verbali e ontologiche, riesce a fare del verso un contenitore di ampia caratura epistemologica. Afferma un valente poeta che per raggiungere l’iperuranio del “poema” bisogna avere sofferto, avere percorso tutte le strade della via crucis. Se è così, la Nostra, non so se tali strade le abbia percorse tutte, so solamente che il regno della poesia le spetta, le spetta appieno . Il suo è un canto che grida con voce sottile il dramma della vita, il riposo del guerriero dopo una cruenta battaglia. Tutti i miei complimenti a così alto valore estetico; lo si raggiunge solamente con un animo pregno di storia, e con una penna adusa alla scrittura.
RispondiEliminaNazario
Una sola parola può forse esprimere nel suo pieno significato la mia commozione di fronte al sentimento che scaturisce da questi vostri commenti, carissimi amici Maria Grazia e Nazario. Al vostro affetto e al vostro sapere dico con l'anima GRAZIE!
RispondiEliminaEdda.
Straziante e bellissimo il poemetto di Edda Conte. Leggendolo ne scopro sempre di più le capacità di Artista e mi dispiace non conoscerla di persona. La trilogia di inediti del suo cantico palpita di dolore e, al tempo stesso, sembra una reimmersione nel ciclo perenne di morte e rinascita, una discesa negli alvei oscuri percorsi da linfe risorgive.
RispondiElimina"Chissà se dissero il vero
quanti prima di noi ci furono
a vivere e morire.."
Questi versi lasciano il senso del rapporto con l'oltre,
e rappresentano un elemento lenitivo per noi umili lettori... Io mi sono commossa e lo asserisco con assoluta sincerità. La musica di questa lirica, la capacità di viaggiare su un registro così arduo con levità e padronanza dell'arte poetica, danno la misura della grandezza dell'Autrice. Un tributo il suo che merita rispetto, affetto e infinita ammirazione.
La ringrazio e mi permetto di abbracciarla.
Maria Rizzi
Che dire, carissima Maria Rizzi, come sempre generosa di sentimento e comprensione.
RispondiEliminaGià in altra occasione anch'io ebbi modo di esprimere il rammarico di non conoscerti di persona. Da qualche anno non mi muovo molto e ne ho perso anche il piacere oltre che l'abitudine...ma diciamo una magnifica anche se sfruttata espressione: mai dire mai!
Al momento eccoti il mio pensiero di profonda gratitudine per quanto hai qui sopra lasciato scritto.
Con affetto ti abbraccio. Edda.
Quello di Edda Conte è un dolore che sembra, “nell’aria di un cipresso odoroso”, essere rientrato nel dolore universale; eppure, è ancora “inquietante e muta” compagnia, “dialogo d’amore che si nutre forse d’oblio o forse di rimpianto”. Perché non è certo facile accettare la scomparsa del compagno di un’intera vita, prendere atto del “nuovo assetto di una stanza”! Che immenso potere evocativo questa immagine! Quanti di noi, almeno una volta nella vita, non sono stati costretti a “riordinare” la stanza in cui è stato malato e poi è mancato un nostro caro? E quanti di noi non hanno vissuto la dolorosa constatazione che quella persona non c’era davvero più entrando in quella stanza gelidamente ordinata, priva dei tanti presidi sanitari che l’hanno occupata per tanto tempo? E la Poetessa ha affidato il suo caro alla pace agognata “con pianto nel cuore” nella speranza che “dissero il vero/quanti prima di noi ci furono/a vivere e morire…”, nella speranza, quindi, di riunirsi all’amato pur consapevole che fino a quel momento dovrà “pur vivere” la vita che “ogni giorno” l’attende.
RispondiEliminaQuanta dolorosa e condivisibile verità negli accorati versi di Edda Conte! E noi la ringraziamo per aver dato voce anche al nostro dolore.
Ester Cecere
Una commossa e commovente partecipazione.....grazie Ester!
RispondiEliminaLe tue parole risentono della gravità umana e allo stesso tempo hanno la levità di un animo votato alla poesia.
Un abbraccio di stima e di affetto.
Edda.
Quello che mi ha sempre sorpreso ed attirato della poesia di Edda Conte è la brevità del componimento accompagnata da un versificare nitido e compatto, estremamente sintetico ove ogni termine diventa un pilastro, una pietra angolare della struttura che rasenta un ermetismo armonico facendone un tuttuno con il messaggio, con il suo sentire interiore e che per istintivo pudore dice e non dice lasciando all'intuito del lettore ogni altra considerazione da fare dietro le quinte. Questo Le consente che il dettato poetico, non scade mai nella forzatura estrema di "strappa lacrime" come ho avuto modo di dire tempo fa in altra sua composizione. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaGrazie, caro amico. I tuoi commenti sono sempre attenti , misurati e pregnanti. Mi congratulo con te anche per la profondità del pensiero e la sincerità dell'espressione.
RispondiEliminaEdda Conte.