mercoledì 6 marzo 2019

NAZARIO P. LEGGE: "BEVIAMONE UN BICCHIERE" DI FRANCA OLIVO FUSCO

Franca Olivo Fusco. Beviamone un bicchiere.
BatogiLibri. 2019


Franca Olivo Fusco. Versatilità, creatività, grande freschezza culturale che la vedono impegnata in ogni ambito del sapere, ma, che, soprattutto, tramite la poesia, reificano l’immediatezza dei suoi gorghi interiori. Parlare dei suoi versi, del suo canto, significa andare incontro ad un caleidoscopio di infinite sfumature, di plurali congegni, che ci dicono del suo animo e della sua cultura fattiva. Credo sia opportuno riportare  lo scritto di quarta per avviare un discorso obiettivo su questa sua nuova fatica letteraria: musica, melologo, sincronia fra verbo e lirica, energia emotiva, e parola che dolce nelle sue callidae iuncturae  si abbevera al pozzo di tanto sapere: “L’autrice si è impegnata in questo saggio a far emergere i più svariati aspetti del binomio vino-libretti d’opera, dai brindisi più famosi (“Libian ne’ lieti calici”) a quelli meno conosciuti e più originali, come il pio brindisi ai defunti in Amleto di Faccio o il brindisi alla mannaia in Maria Tudor di Gomes. Non mancano gli “evviva” a Bacco, dio del vino e gli elogi a questa bevanda per le sue proprietà. Scriveva Giacomo Leopardi nel 1820 “Il vino è il più certo e, senza paragone, il più efficace consolatore”. Ma il vino è anche strumento di seduzione… Nell’ultimo capitolo, più breve, troviamo la lista dei vini, che hanno ispirato i librettisti. Le opere proposte sono un centinaio. L’Ulisse errante del 1644 è la più lontana, mentre quella vicina a noi è Il gatto con gli stivali del 2017”. Un’opera maestosa per informazione e per dovizia di particolari che invoglia a  leggere,    e magari ad ascoltare, a riprendersi brani lirici per dedicare loro tutta la nostra emozione. Insomma siamo a teatro, si apre il sipario, ed ecco l’occasione di assistere ad una antologia  lirico-monotematica, dal tema il vino. La Fusco ha in mano la  bacchetta, dirige, e tra un  pezzo e l’altro ci informa, ci erudisce sui librettisti, sui vini…: BEVIAMONE UN BICCHIERE. IL VINO NEI LIBRETTISTI D’OPERA, il titolo che già ci dà l’avvio, il prodromico incipit, la spinta a intraprendere il cammino della narrazione: Capitolo, I IL BRINDISI: da subito, fra le tante occasioni poetiche, ci conquista quella di Turiddu della Cavalleria rusticana: 

Viva il vino spumeggiante
nel bicchier scintillante,
come il riso dell’amante
mite infonde il giubilo!
Viva il vino ch’è sincero
e che annega l’umor nero
che ci allieta ogni pensiero,
nell’ebbrezza tenera.

Capitolo II, VVA BACCO! VIVA IL VINO!
L’Arianna di Benedetto Marcello (amore tra Bacco ed Arianna). Arianna, abbandonata da Teseo, gira per Nasso, piangendo; il dio la raggiunge e la chiede in sposa: due seguaci del dio così lo descrivono:

Quel che all’olmo la  vite in  stretto nodo
Pronubo accoppia, e i pampini feconda;
e con ricca vendemmia al villanello
le fatiche compensa e ‘l cor ricrea
(…)
Si continua con altri testi sino al III capitolo, IL VINO, strumento di seduzione e di morte. (Il veleno nel bicchiere).
Per passare al IV, Lista dei vini: dal Marzemino, al Somma, dal Madera al Falerno…
Il tutto si chiude con una serie di indici:    Opere, Librettisti, Compositori.
Insomma un testo, di cultura lirica, letteraria, enologica; di arte e di ricerca, di storia, in una scrittura scorrevole e accattivante che, ben nutrita di dati e riferimenti, si propone come lavoro  di carattere artistico-filologico. E’ una ricchezza averlo in biblioteca.

Nazario Pardini

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