Patrizia Stefanelli, collaboratrice di Lèucade |
Ringraziando il Maestro
Pardini per la collaborazione al Premio Nazionale Mimesis di poesia XXII
edizione, ringraziandolo per la Sua
Presidenza che conferisce vigore e dignità alla giuria, ringraziando tutti i
giurati per la loro disponibilità e competenza, ringraziando i Poeti che hanno
aderito e che vorranno aderire porgo alcune considerazioni personali non
potendo rispondere, per motivi tecnici, ai post degli amici che leggo in Leucade, ben volentieri. Un grande abbraccio a tutti.
Mestiere, libertà
e labor limae nell’evento poetico
L'enunciato poetico,
fatto di suoni, fonemi e contenuto linguistico, trova nell'estetica, infine, la
sua essenza. Forma e contenuto rappresentano l'evento poetico, cioè il fenomeno
artistico della creazione. L'ispirazione apre la strada al compiersi
dell’evento poi l'arte del labor limae forgia la parola rendendola unica e
necessaria. E' curioso vedere quanto il labor limae serva anche da fonte
ispiratrice. Non lo credono coloro per i quali la poesia è un mettere su carta
il proprio pensiero. Per questo ci sono i saggi, gli articoli e i racconti. La
poesia vive e necessita di suoni, di lessemi necessari, della loro onomatopea.
Il verso non è qualcosa a sé, qualcosa che si spezza altrimenti troppo lungo è
brutto. Lungo o corto dipende dal senso di quel che si intende trasmettere. In
poesia non conta solo quel che si dice ma come si dice. Una poesia è fatta di
versi, un racconto è fatto di frasi. Il verso, pur libero che sia, resta verso
e deve nascere dalla dialettica di forma e contenuto. Qui si potrebbe aprire
una grande parentesi poiché la forma è, se ben aderente al testo, anch'essa
contenuto. L'utilizzo di alcuni versi metrici anziché altri, dà esattamente
il senso del movimento ritmico e armonico della parola parlata. Parlata, dico,
dunque, vicinissima alla vita. Mi pare altresì chiaro che un contenitore formale da solo non farà poesia e che ogni
creazione abbia bisogno della propria area per espandersi, per diventare evento poetico.
Evento (uso un termine della fisica) è un punto dello spazio-tempo. Il tempo è
la dimensione in cui si misura, appunto, un accadimento e lo spazio, con le sue
tre dimensioni, è il palcoscenico sul quale tutto avviene. Si evince quanto il
"Tutto" sia correlato e quanto cambi, in base ai rapporti con lo
spazio-tempo. Il punto di osservazione cambia l'effetto, cambia il risultato,
il prima e il dopo. L'evento potrebbe essere lo stesso ma l'occhio
dell'osservatore ha diverse verità. Ombra e/o luce, largo e/o stretto, ecc...
ogni cosa può coesistere. In questa ottica pongo ogni forma d'arte espressiva e
dunque anche la poesia. Come poter fare in modo che un enunciato del pensiero
logico, unito al logico dell'illogico fatto di stupore e meraviglia, scoperta e
trasgressione, possa essere considerato poesia e che possa comunicare con
altezza di suoni l'intenzione di chi scrive? E' semplice, non usando il
linguaggio della prosa che non ha regole metriche va a capo secondo un'esigenza
di fine rigo o concettuale. Il verso ( e non la frase) va a capo secondo
l'esigenza metrico-ritmica-spaziale-intenzionale. Ci vuole studio, predisposizione,
allenamento, centinaio di righe cancellate e mestiere. Sì, ci vuole mestiere e
ricerca per poter giungere alla libertà che è il fulcro sul quale germina e
muove la poesia tenendo conto che non può esistere libertà senza il suo
contrario. Proprio questa ricerca (sembrerà strano ai tanti che pensano che
scrivere poesia sia mettere parole belle, intense o significative sulla carta
ma anche insalata di parole) porta all'evento inaspettato, ricco dello stupore
necessario al mistero della poiesis. Naturalmente poi, ognuno avrà il suo
stile, il proprio mondo interiore, i propri sentimenti da esprimere. Ecco il
sentimento è ciò che la poesia chiede affinché possa emozionare per non restare
soltanto una pagina di letteratura. Forse buona letteratura ma non poesia.
E' curioso come la
Psichiatria faccia rientrare nella gamma patologica delle alterazioni della Forma del Pensiero quanto segue: Neologismo, Associazione per Assonanza, Insalata di parole (molto in voga), Incoerenza
Associativa, Condensazione, Deragliamento, Fuga delle Idee! ecc... ;
Ci sono poi i Disturbi Specifici del Contenuto del
Pensiero: Povertà di contenuto, Idea prevalente,
Delirio, Egomania, Noesis.
E dire che Platone con nόesis intende il punto più alto della
conoscenza poiché si riferisce direttamente al mondo delle idee, e collega ad
essa la dialettica ( VI libro della Repubblica).
E insomma, facciamo quel che possiamo, ognuno dal suo punto di vista, in umiltà di ascolto.
E insomma, facciamo quel che possiamo, ognuno dal suo punto di vista, in umiltà di ascolto.
Patrizia Stefanelli
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