giovedì 14 marzo 2019

PATRIZIA STEFANELLI: "MESTIERE, LIBERTA', LABOR LIMAE"

Patrizia Stefanelli,
collaboratrice di Lèucade


Ringraziando il Maestro Pardini per la collaborazione al Premio Nazionale Mimesis di poesia XXII edizione,  ringraziandolo per la Sua Presidenza che conferisce vigore e dignità alla giuria, ringraziando tutti i giurati per la loro disponibilità e competenza, ringraziando i Poeti che hanno aderito e che vorranno aderire porgo alcune considerazioni personali non potendo rispondere, per motivi tecnici, ai post degli amici  che leggo in Leucade, ben volentieri.  Un grande abbraccio a tutti.

Mestiere, libertà e  labor limae nell’evento poetico

L'enunciato poetico, fatto di suoni, fonemi e contenuto linguistico, trova nell'estetica, infine, la sua essenza. Forma e contenuto rappresentano l'evento poetico, cioè il fenomeno artistico della creazione. L'ispirazione apre la strada al compiersi dell’evento poi l'arte del labor limae forgia la parola rendendola unica e necessaria. E' curioso vedere quanto il labor limae serva anche da fonte ispiratrice. Non lo credono coloro per i quali la poesia è un mettere su carta il proprio pensiero. Per questo ci sono i saggi, gli articoli e i racconti. La poesia vive e necessita di suoni, di lessemi necessari, della loro onomatopea. Il verso non è qualcosa a sé, qualcosa che si spezza altrimenti troppo lungo è brutto. Lungo o corto dipende dal senso di quel che si intende trasmettere. In poesia non conta solo quel che si dice ma come si dice. Una poesia è fatta di versi, un racconto è fatto di frasi. Il verso, pur libero che sia, resta verso e deve nascere dalla dialettica di forma e contenuto. Qui si potrebbe aprire una grande parentesi poiché la forma è, se ben aderente al testo, anch'essa contenuto. L'utilizzo di alcuni versi metrici anziché altri, dà esattamente il senso del movimento ritmico e armonico della parola parlata. Parlata, dico, dunque, vicinissima alla vita. Mi pare altresì chiaro che un contenitore  formale da solo non farà poesia e che ogni creazione abbia bisogno della propria area  per espandersi, per diventare evento poetico. Evento (uso un termine della fisica) è un punto dello spazio-tempo. Il tempo è la dimensione in cui si misura, appunto, un accadimento e lo spazio, con le sue tre dimensioni, è il palcoscenico sul quale tutto avviene. Si evince quanto il "Tutto" sia correlato e quanto cambi, in base ai rapporti con lo spazio-tempo. Il punto di osservazione cambia l'effetto, cambia il risultato, il prima e il dopo. L'evento potrebbe essere lo stesso ma l'occhio dell'osservatore ha diverse verità. Ombra e/o luce, largo e/o stretto, ecc... ogni cosa può coesistere. In questa ottica pongo ogni forma d'arte espressiva e dunque anche la poesia. Come poter fare in modo che un enunciato del pensiero logico, unito al logico dell'illogico fatto di stupore e meraviglia, scoperta e trasgressione, possa essere considerato poesia e che possa comunicare con altezza di suoni l'intenzione di chi scrive? E' semplice, non usando il linguaggio della prosa che non ha regole metriche va a capo secondo un'esigenza di fine rigo o concettuale. Il verso ( e non la frase) va a capo secondo l'esigenza metrico-ritmica-spaziale-intenzionale. Ci vuole studio, predisposizione, allenamento, centinaio di righe cancellate e mestiere. Sì, ci vuole mestiere e ricerca per poter giungere alla libertà che è il fulcro sul quale germina e muove la poesia tenendo conto che non può esistere libertà senza il suo contrario. Proprio questa ricerca (sembrerà strano ai tanti che pensano che scrivere poesia sia mettere parole belle, intense o significative sulla carta ma anche insalata di parole) porta all'evento inaspettato, ricco dello stupore necessario al mistero della poiesis. Naturalmente poi, ognuno avrà il suo stile, il proprio mondo interiore, i propri sentimenti da esprimere. Ecco il sentimento è ciò che la poesia chiede affinché possa emozionare per non restare soltanto una pagina di letteratura. Forse buona letteratura ma non poesia.

E' curioso come la Psichiatria faccia rientrare nella gamma patologica delle alterazioni della Forma del Pensiero quanto segue:  Neologismo, Associazione per Assonanza,  Insalata di parole (molto in voga), Incoerenza Associativa, Condensazione, Deragliamento, Fuga delle Idee! ecc... ;
Ci sono poi i Disturbi Specifici del Contenuto del Pensiero: Povertà di contenuto, Idea prevalente, Delirio, Egomania, Noesis.
E dire che Platone con nόesis intende il punto più alto della conoscenza poiché si riferisce direttamente al mondo delle idee, e collega ad essa la dialettica ( VI libro della Repubblica).
E insomma, facciamo quel che possiamo, ognuno dal suo punto di vista,  in umiltà di ascolto. 

Patrizia Stefanelli 






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