Claudia Messelodi
I COLORI DELL’ARCOBALENO
Recensione di Ada Prisco
Sulla
tavolozza d’acqua
Rifulgono
sfumate pennellate di blu e
viola,
onde frementi sul torbido stagno (p. 73).
E’
direttamente la sua produzione letteraria a presentare degnamente Claudia
Messelodi, che nel suo I colori dell’arcobaleno, edito nel 2021
da Guido Miano Editore, ci offre degni saggi della sua arte. La sua anima si
offre per intero alla natura che descrive, senza provare minimamente il bisogno
di frapporsi fra la penna e l’oggetto prescelto. Così facendo, consente al
lettore di avvertire e di cantare i suoi versi come propri, di ritrovarsi nel
grembo familiare e fecondo di una natura che mai cessa di parlare. E’ davvero
necessario ripercorrere i suoi schizzi, porgere l’orecchio alle sue assonanze:
ci rende attenti più che mai alle numerose sfumature di colore che abbelliscono
il mondo e delle quali spesso non ci accorgiamo più. Ci ricordano che
nell’osservazione silenziosa fermenta l’amore puro, quello capace di tradursi in
dono e manifestarsi con generosità.
Viviamo
un tempo che imbastisce molti discorsi sulla natura, ci sensibilizza
giustamente ai temi dell’ecologia. E la Nostra è qui, si offre attraverso il
libro alle nostre mani, perché non dimentichiamo che questa natura non è cosa
fra le altre, ma esiste e respira, è dotata di un’anima, sa mostrare il suo
volto in tanti modi tutti diversi, tutti attraenti. Non è altro da noi, ci
rende più edotti anche circa la nostra naturalità. E contribuisce a rasserenare
tante nostre ansie, additandoci il ciclo che tutti ci comprende, che così come
inizia, si esaurisce e ricomincia da capo, rigenerandosi continuamente. E’ come
se su di un piano disegnasse con chiarezza come va la vita, di cui ciascuno è
parte. Non c’è da meravigliarsi, nessuno guadagna il centro, se non questa
sapienza antica e nuova, che tutto muove:
Accogli
con gratitudine la natura e il suo
messaggio:
dopo
la morte rifiorisce nuovamente la vita (p. 70).
E
insieme alla vita una visione rinnovata trova posto dentro di noi, dopo aver
letto e riflettuto su questi versi semplici, profondi, sciolti.
Sguardi
animati dalla luce, vuoto che scava spazio interiore, sensi capaci di vibrare:
sono altrettanti protagonisti della trama infinita, cui siamo ammessi pagina
dopo pagina. Il bello è che chiunque lo voglia può fare proprio questo
esercizio, che, in ultima analisi, è esercizio di vita, esercizio d’amore.
L’alterità del tutto ha precedenza, e, contemporaneamente non lascia mai da
soli. Persino i pensieri più ingarbugliati, quelli delle giornate pensose, che
rischiano di rabbuiare l’atmosfera, riscoprono nel contorno maestoso del creato
il fluido capace di sciogliere i nodi, farli sentire allentati rispetto a come
apparivano:
I
miei grigi pensieri
Illuminati
dal biancore del tuo sorriso
Si
dissolvono nel cielo cristallino (p. 56).
In
un mondo e in un’epoca che tanto è abituata a rivolgersi alla tecnologia, alle
comunicazioni virtuali, addirittura all’intelligenza artificiale, la poetessa
resiste e indica una strada di comunicazione e di espressione mai passata di
moda. Va oltre il tempo, supera la contingenza, compie e fa compiere un viaggio
con estrema levità. Le frontiere della paura sono superate, perché nella natura
e nelle sue infinite manifestazioni c’è una rappresentazione plurale
dell’altro. Il pluralismo cui la contemporaneità va abituandoci è inscritto nel
creato, è già contenuto nel patrimonio di ognuno, è pronto a entrare in atto
laddove sia la disponibilità a stabilire un contatto profondo, reso possibile
innanzitutto dall’umiltà.
A
tratti la persona sembra perdersi in questo infinito colorato e sereno. Andando
avanti, invece, si accorge di essersi ricongiunta alla propria essenza
originaria. Nella poesia v’è una sorta di epifania, con i toni della
discrezione, quasi in penombra.
Se
attraversiamo un’epoca per tanti aspetti triste e angosciata, che tanto ha
imparato a celebrare crisi e fine, Claudia Messelodi è
abile, invece, a far risaltare l’inizio, il nuovo inizio da cui la vita sempre
riparte, in maniera più o meno evidente. Avviene nella natura, capita
immancabilmente anche nell’animo.
Ben
consapevole di essere parte del tutto, l’individuo che ella ci presenta chiama
gli elementi del creato a testimoniare, sono presenze di compagnia, fanno da
sfondo, ma fanno anche la differenza, perché entrano in gioco interloquendo attraverso
la loro bellezza, il profumo che emanano. Chi fino ad oggi si è sentito solo,
potrà rendersi conto di non esserlo mai stato veramente e potrà gettare uno
sguardo diverso, più appagato sul mondo e verso se stesso.
Saperlo
è importante, perché rappresenta il presupposto della gratitudine, la virtù che
impara a considerare il dono, a saperlo apprezzare, quando lo si riceve negli
affetti e nei suoi gesti più semplici e quotidiani, e quando lo accoglie
diversamente, ma lo si nota pur sempre come grazia offerta. La magia di questa
Autrice è la capacità di esprimerlo. Scrittura e visioni si accompagnano e sono
pronti ad accogliere come bifora perfetta. Fusione, analogia, dolcezza sono
strade di soluzione dello sconcerto che assale nel dolore, nel rimpianto.
L’arte soccorre affidandosi allo sguardo che sa mirare tutto intorno, come a
formare un continuo angolo giro, ricordando e rafforzando questo cerchio della
vita, anche per riscoprirlo come abbraccio delicato.
Altro
tema che si presta a essere sviluppato in questi versi è la forza della
relazione, dotata di peso e di calore, assume le fattezze del dimorare gli uni
presso gli altri:
Il
tuo sorriso raggiante
…
riposa
nel mio petto
come
una rondine accoccolata
nel
suo nido (p. 37).
Tutti siamo soggetti e siamo nella possibilità di agire nell’armonia di un cosmo ordito da miriadi di relazioni reciproche e ciascuna unica nella sua irripetibilità. Fissarvi lo sguardo porta alla luce qualcosa in più e qualcosa di meglio di quelli che siamo. Partecipare più consapevolmente alla vita sfolgorante tutto intorno è essere più presenti a se stessi e alle proprie possibilità. Tutto reagisce, tutto palpita di vita.
Ada Prisco
Claudia Messelodi, I colori dell’arcobaleno,
prefazioni di Enzo Concardi, Nazario Pardini, Floriano Romboli, Guido Miano Editore, Milano 2021, pp. 100, isbn
978-88-31497-41-1.
Nessun commento:
Posta un commento