PIS'ALTRA
Increspi dardeggiano d'Arno
acque brume steli bruni
blasoni occhieggiano vacui
che Mezzo Ponte mestamente echeggia
silenzi lampeggiano spettri
Piazze, viuzze, Torri, Chiese
orme quasi scorte di Pis'altra deserta
gloria smemoria d'oblìi historia
soleggio tentenno Astro crescente
sorriso radente fonte ardente
paura serpente impreca sentenze
feroce condanna malìe d'assenze
catarsi beffata sublimante presente
distante ritorno Deo iroso
stregata preghiera ricama.
Marco
dei Ferrari
Marco caro, con il tuo consueto stile, originale, incisivo, forte e sanguigno, canti l'ennesima canzone a Pisa, che non è la tua città, ma della quale sei diventato talea con amore. La descrivi sofferente, tratteggiandone la mestizia, il deserto, le assenze e concludi con un: "Deo iroso", che "Stregata preghiera ricama". Leggerti rappresenta un viaggio nel tempo presente diverso da tutti gli altri. Voli su immagini che stordiscono, che sono vivibili, grazie al terzo occhio che la tua arte possiede e regala ai lettori. Un'esperienza nuova e magica. Grazie, amico mio, e un forte abbraccio!
RispondiEliminaRICEVO E PUBBLICO,
RispondiEliminaMaria Rizzi con la sua profondità articolata riesce a comunicare anche l'impossibile, cogliendo dettagli nascosti, sfumature inafferrabili, sinfonie insolubili. Il contesto pisano è suscettibile di diecimila angolazioni che nessuno può afferrare compiutamente, Maria Rizzi ne coglie inverosimili ricami in ogni suo incredibile commento, e ci fa amare sempre più quella città gloriosa e delusa che si chiama PISA.
Grazie Maria! Ti abbraccio.
Marco.
Nelle composizioni poetiche di Marco dei Ferrari si colgono facilmente gli stati d'animo , l'attimo personale che si fonde nel quadro del contingente.
RispondiEliminaChi ha familiarità con lo stile del Poeta riconosce nella descrizione dei luoghi ricordati i particolari di un passato storico sempre presente , accompagnato da un senso di nostalgia e di confronto.
E' in questo sentimento che si insinua la scontentezza, evidenziata spesso nei versi conclusivi, che possono diventare la chiave di lettura di tutto il componimento. L'aggettivazione, sempre ricca e fondamentale per Marco dei Ferrari, è la spia del pensiero che si presenta piuttosto criptico, per la consuetudine di usare neologismi di propria fattura, comprensibili intuitivamente.
In questa "Pis'altra" il titolo trova già un senso nell'aggettivo; il Poeta nel seguire certe sue fantasie è portato a ricordare un altro tempo , quando Pisa, con la presenza delle sue "scorte" "non era "deserta/ gloria smemoria d'oblii historia"
E' mattina; quell'immagine sfuma nel primo sole, mentre il Poeta torna ai suoi pensieri, non propriamente lieti, come fanno intuire quei quattro o cinque versi finali, dove si rincorrono parole di emotivo turbamento.
Edda Conte