GUIDO MIANO EDITORE
NOVITÀ EDITORIALE
È uscita l’ultima raccolta di poesie:
L’INCANTO DELLA NATURA di ESTER FRANZIL
Pubblicata la raccolta poetica dal titolo “L’INCANTO
DELLA NATURA” di Ester Franzil, con prefazione
di Enzo Concardi nella prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore,
Milano 2021.
Questa pubblicazione di Ester Franzil segna un ritorno
alla poesia, dopo la raccolta degli anni novanta intitolata L’allodola e il
sole. Nell’introduzione Alessandro Villa, già allora
sottolineava la prevalenza dell’ispirazione lirica naturalistica della
poetessa, affidata ad un linguaggio spontaneo e diretto con esiti comunicativi
immediati: “...il suo scrivere è un raccogliere immagini, suoni e sensi… Poesia
solare, dunque, ed echi pascoliani per chi s’affida ai palpiti del cuore”. Dal
canto suo Pietro Mirabile affiancava al tema della natura la sensibilità
spiritualistica, che sfociava nell’inserimento di una visione religiosa
sacrale, la quale “... conferisce alla sua poesia un sapore salmistico, e nel
colloquio e nella descrizione. Il dettato si rivela subito essenziale …
moderno, raramente adombrato dall’angoscia per la realtà sociale”.
Qui
l’autrice conferma il connubio dei due elementi fondamentali sui quali insiste
la sua poetica: l’involucro del canto per il creato e le venature metafisiche
legate alla trascendenza, elaborando però uno stile più articolato e
diversificato, che comprende, ad esempio, anche composizioni con la metrica
orientale tipica degli haiku. Le caratteristiche ed i mutamenti dei
cicli stagionali sono tra i fenomeni che più colpiscono l’animo della poetessa,
intento ad osservare, contemplare, sublimare tutti i messaggi provenienti da un
mondo che a lei parla come un soggetto vivente, come il racconto di una fiaba
con tutte le sue magie: ne coglie i vari aspetti, i particolari, i moti più
impensabili che, con la sua creatività immaginifica, si trasformano in cascate
di versi.
Non mi
sembra eccessivo parlare di sinfonie e concerti naturalistici che costituiscono
una vera e propria apologia della Natura, quindi con origini nel pensiero
filosofico. I testi che si possono citare sono numerosi. Tra di essi Autunnale
lacustre alba, Estate, Bosco invernale, Miracolo, sono paradigmatici per
avvicinarci al discorso della variabilità, mutabilità, pluralità della natura
che, con un termine scientifico, si potrebbe definire ‘biodiversità’. Nella
vita non esiste il ‘bianconero’, ma la ricchezza dei colori. Il messaggio va
quindi a colpire le culture umane che spesso, invece, per povertà interiore,
semplificano in modo bipolare, con tutte le conseguenze negative che
conosciamo. La Natura dunque è modello di dialoghi, interazioni, osmosi e
simbiosi, oltre che di metamorfosi continue ed incessanti. Nelle poesie
succitate troviamo un “incipiente letargo autunnale”, una “esplosione di luce
nel cosmo”, un “dormiveglia stregato” nel quale “il bosco / l’annunciata
primavera sogna”, perché “eran fiorite le viole” e si diffondeva “la tremula
gioia di tenere foglioline”. Dunque in tali versi gli elementi naturali
assumono sentimenti umani e scopriamo l’eterno ritorno dei flussi stagionali.
Essi - con altri che ora citeremo - sono significativi non solo di determinati
contenuti, ma anche di alcune scelte estetiche della poetessa. Iniziamo dai
versi senza verbo che hanno l’effetto di creare immagini sintetiche, in cui
sono racchiusi mondi da interpretare, ma che non sono statici come si potrebbe
pensare dal presupposto sintattico: “Immenso tremulo respiro”, “irreale
mattina” (Autunnale lacustre alba); “abbaglio luminoso”, “vitale vampa”,
“vertigine di meriggi”, “ebbrezza di aromi” (Estate)… e si potrebbe
continuare a lungo con queste esemplificazioni di una versificazione aperta
verso orizzonti sconosciuti ma immaginabili.
Inoltre
possiamo constatare che questa formula è composta da uno o due aggettivi
accanto a un sostantivo o a un complemento di specificazione, il quale dilata
le immagini e le rende efficaci. Quando il verbo è presente, spesso è posto al
termine del verso, scelta che varia la fonetica della parola; con riferimento
al vento leggiamo: “... nuove armonie fruga / contro muretti a secco cozza /
negli orticelli rimbalza /…/ aspre ginestre fila / aggrovigliate vigne pettina”
(Maestrale). Ed
ancora vi sono composizioni formate da soli distici oppure essi sono
disseminati qua e là. Concludendo e riassumendo questa parentesi filologica si
può racchiudere l’analisi delle strutture poetiche nel senso della verticalità:
l’autrice predilige la brevità delle liriche, delle strofe e del verso.
Sul
versante delle policromie la sua ispirazione spazia liberamente; anche qui una
specificità emerge: le tessiture cromatiche sono ovviamente intrecciate dai
nomi dei colori, ma anche e soprattutto da elementi della natura il cui colore
viene prestato ad altri, come succede in Euforia di rose: “Lieta
fragranza di sbocciate rose / fitto tappeto rosato /…/ Petali d’aurora e di
tramonto / nel rugiadoso prato fioccano /…/ Cielo di glicine … / Dolci i miei
sospiri / miele la mia voce”. O come in Cigno reale: “…Nello zafferano
del tramonto si tuffò / e fu tutto un barbaglio d’arancia”.
Così
anche le poesie haiku, che costituiscono l’epilogo della raccolta, sono
rispettose delle loro origini, ovvero tratteggiano finemente coriandoli di
natura e colorazioni arlecchino. Ma vorrei riportare, al termine degli incanti
della natura, ciò che mi pare essere un piccolo ‘cammeo’ lirico intitolato Camelia:
“Petali di camelia, di rugiada madidi / nel tenero mattino sbocciano / come
le corolle dei sogni miei / dolcemente si sfogliano al chiarore lunare”.
Le partiture naturalistiche non sono tuttavia le uniche presenti nel libro: come già si diceva in apertura coesistono aspirazioni, aneliti, ideali spirituali e religiosi. Così in Attese iniziano ad apparire i dialoghi con l’anima, le virtù salubri del bosco sugli stati di tristezza: e lei si trova inginocchiata in religioso raccoglimento. In Plenilunio traspare la ricerca del senso del mistero che circonda la vita. Poi il canto trascendente si fa sempre più esplicito, finché troviamo Pater Noster, lirica dedicata al valore della preghiera cristiana; Resurrezione, l’attesa della Pasqua; Natale, dove la pace ferita dalle guerre tra gli uomini invoca la luce della speranza nella venuta del Salvatore. E altrove, a completare i motivi poetici, abbiamo incursioni nella memoria dell’infanzia quando ancora si viveva nel mondo contadino (Vecchia carriola) e una poesia dedicata ad Amatrice, che svela la sua sensibilità sociale verso chi ha sofferto per il noto terremoto.
Enzo Concardi
Ester Franzil è nata a Cadegliano (VA) nel 1951 e vive a Marchirolo
(VA). Già Docente alla scuola primaria di Lavena Ponte Tresa (VA), poetessa,
studiosa di psicologia, sociologia e pedagogia, ha pubblicato la raccolta di
poesie L’allodola e il sole,
conseguendo numerosi premi nazionali e internazionali. Ha coordinato laboratori
di poesia per bambini presso la sua scuola elementare. Attualmente è volontaria
A.V.O. (Associazione Volontari Ospedalieri) e animatrice per la terza età nelle
case di riposo del suo comune.
Ester Franzil, L’incanto della Natura, prefazione di Enzo Concardi, Guido Miano
Editore, Milano 2021, pp. 70, isbn 978-88-31497-44-2; mianoposta@gmail.com.
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