Il volo dell’Anima. Incontri
ravvicinati tra scultura e poesia.
Alba Gonzales e Rabarama”
di Silvana Lazzarino e Dario Nicolella
“Il
volo dell’Anima” di Silvana Lazzarino e Dario Nicolella
“Il volo dell’Anima” di Silvana Lazzarino e Dario Nicolella
Due poeti e due artiste per restituire il respiro
dell’anima tra visibile e invisibile, memoria e tempo
“Due artiste e
due poeti si confrontano per dare vita a un libro in cui l’arte, in senso lato,
cerca – con un ‘linguaggio’ diverso – di fornire al mondo uno strumento in più
affinché ci si possa avvicinare alla semplice complessità o, se volete, la
complessa semplicità della vita”. Queste le parole di Sandro Angelucci, affermato poeta,
critico letterario e saggista, nell’introduzione della raccolta poetica “Il volo
dell’Anima. Incontri ravvicinati tra scultura e poesia. Alba Gonzales e
Rabarama” pubblicata nel 2019 da Apeiron Edizioni e scritta da Silvana Lazzarino e Dario Nicolella.
Silvana Lazzarino, giornalista/pubblicista e poetessa di Roma e Dario Nicolella medico, poeta e
scrittore di Napoli, hanno saputo presentare attraverso la forza evocativa del
verso poetico un percorso di emozioni in divenire a partire dal fascino
suscitato dalle opere delle scultrici Alba Gonzales e Rabarama (nome
d’arte di Paola Epifani) note a livello internazionale.
L’arte diventa punto di forza e motivo di
ispirazione per le liriche dei due poeti che, seppur con stili diversi,
restituiscono un percorso dove si muovono figure classiche da una parte e
antropomorfiche dall’altra a suggerire come il fascino del mito e il mistero
della trasformazione non si siano mai spente nel percorso dell’uomo. Sia Alba
Gonzales, sia Rabarama raccontano il viaggio emozionale legato all’uomo, al suo
essere in costante sospensione tra il finito e l’infinito, il bene e il male,
ma in modi diversi affrontano l’angoscia e le paure dello stesso individuo, la sua
capacità di rinascere e di essere felice.
Come scrive Sandro Angelucci sempre nell’introduzione:” Da una parte, Silvana Lazzarino che incentra il suo
dire evocativo sulla forza ispiratrice di una natura sempre interiorizzata;
dall’altra, Dario Nicolella che si affida ad una parola basata sul mimetismo e
la scomposizione della stessa per indagare il mistero dell’uomo. Due tratti
scultorei anch’essi diversi: Alba Gonzales che, non rinnegando la plasticità
delle forme classiche, si abbandona al loro dinamismo per spaziare in ogni
direzione; Rabarama (nome d’arte di Paola Epifani) che sceglie
l’antropomorfismo delle figure e le loro posture per indagare l’umano ed il
sociale.”
Rabarama e Alba Gonzales sono diverse, ma con
radici che affondano entrambe nelle “regioni dell’Essere” come spiega il poeta,
filosofo e saggista Franco
Campegiani nella prefazione al libro sottolineando come: ”la prima con una figurazione meditabonda che
parla di solitudini e annullamenti dell’ego, di vuoto mentale propedeutico alla
rinascita interiore; la seconda con racconti allegorici che svelano i principi
elementari, lo statuto segreto del mondo, sospeso tra Essere e Divenire. Dove
Rabarama raffigura corpi reali, martoriati ed ustionati, ripiegati su sé stessi
alla ricerca di un’oasi interiore, Alba Gonzales rappresenta figure atemporali
– e proprio per questo attualissime – nelle cui mani salvifiche è posto il
tumultuoso scorrere del tempo.”
Se Alba Gonzales ha restituito l’universo
femminile con i suoi drammi e smarrimenti, alchimie e fascinazioni, e più in
generale le emozioni dell’individuo nel viaggio a riscoprire sè stesso,
guardando anche al mito alla storia, Rabarama utilizza per le superfici delle
sue sculture simboli di forte impatto visivo ed evocativo, ad intrecciare richiami
a filosofie orientali e occidentali volti a suggerire il bisogno di una piena
autoconsapevolezza, liberi da quanto appartiene alla predeterminazione.
Entrambe descrivono il profondo legame dell’uomo con le sue origini, la natura
e l’universo cui poter tornare per rinascere, superando la concezione di
temporalità.
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