lunedì 11 giugno 2018

C. BARONI E F. DONA' LEGGONO: "INSONNIA" DI L. D'AMICO



Lino D'Amico

Il mistero delle coincidenze è problema che sfugge all'intelletto umano ma quando queste si verificano ci si chiede sempre il perché siano avvenute. Proprio alcune sere fa ho rivisto alla televisione un film dimenticato con Al Pacino dallo stesso titolo della poesia in esame, film che non mi è piaciuto e che mi ha fatto trascorrere una notte agitata con lunghi periodi di veglia.
L'insonnia però del nostro Lino D'Amico dipende dal suo passato “dalle inquiete memorie/che l'inconscio rifiuta”. L'Autore è solito mettere sulla carta i suoi momenti di disagio: quello che si srotola davanti agli occhi del lettore è sempre un diario intimista la cui scrittura ha il catartico effetto di esorcizzare il male oscuro, i momenti bui della personalità del poeta. Lino, per sua fortuna, non usa le dolenti note sui migranti, i bimbi morti, i femminicidi che occupano una così grande parte delle cronache dei media: Giuliano Manacorda asseriva che la poesia deve essere atemporale, rifuggire dagli avvenimenti contingenti. Lino, invece, scava in se stesso sempre assalito dalle nostalgie e dai rimpianti che la sua non verde età gli procurano. Infatti la “senectus” è un male incurabile che non dà speranza, non ci sono possibili cure e quell'Altrove “ignoto”– che è uno degli stilemi preferiti dal Nostro – è lì sempre più incombente, sempre più spada di Damocle cui non ci si può sottrarre. Qualcuno viene sorretto dalla Fede, dal credere che verrà accolto in un mondo migliore, giusto, di beatitudine e di gioia: ma questa convinzione non sembra appartenere all'Autore, perlomeno non ne fa mai cenno in un pragmatismo razionale che rifiuta il Trascendente. Eppure ogni tanto appare qualche piccola scheggia di luce, una fiammella tenue, leggera a rischiarare questo cammino in salita: quei “calici colmi di illusioni” sono a riscattare il pessimismo cosmico dello scrittore. Forse è proprio la “poesia” questo lumino intermittente come il lucore di una stella lontana a dargli quella forza che noi gli auguriamo lo assista per tanti anni a venire.

Carla Baroni


Insonnia. Tormento, riflessioni, tempo senza età.  Attimi in cui la notte appare la miglior complice del nostro io nascosto, in cui la lucida coscienza scivola nell'oblio, sfumando la linea invisibile tra sogno e realtà. Una poesia introspettiva in cui è facile però identificarsi. In fondo, come scrisse la Merini, i poeti non lavorano di notte per comporre le poesie più belle?
Franca Donà


Insonnia


Attimi senza età,
alla ricerca di qualcosa
 che si sfalda, inerte,
nel vuoto disperso di un nulla,
a declinare inquiete memorie.
che l’inconscio rifiuta.

Labirinto di pensieri
nella notte che dispensa malinconia,
offrendo calici colmi d’illusioni
al caleidoscopio del tempo
che svapora, tra le ciglia del passato,
e la soglia di un altrove ignoto.  

Lino D’Amico





1 commento:

  1. I commenti illustri di Carla Baroni e Franca Donà rendono grande onore a questo poeta vestito di umiltà, che cresce di lirica in lirica, applicando sapientemente il meccanismo di sottrazione, che rende incisivi e di fortissimo impatto espressivo i suoi versi. Questa poesia è ricca di espressioni di alto impatto espressivo e di lirismo allo stato puro. Mi complimento vivamente con Lino e con la sua umiltà di raso.
    Maria Rizzi

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