giovedì 23 dicembre 2021

PATRIZIA STEFANELLI: "AUGURI"

 


PATRIZIA SREFANELLI,
COLLABORATRICE DI LEUCADE
La fine di un ciclo è sempre momento di riflessione, di morte e rinascita. Al di là di ogni parola, che possiamo dire o tacere, conta la nostra Essenza. Lo so, anche dopo tanto bene dato e ricevuto, anche dopo tanti momenti vissuti insieme, possono giungere incomprensioni e disarmonie, a volte cattiverie. Noi tutti ci diamo delle regole e, probabilmente, riteniamo che siano le migliori. Gli altri, però, hanno le loro regole e allora occorre comprendere, comprendere e comprendere. Questo è il punto cruciale di una relazione umana. Relazione: parola chiave che equivale a legame, vincolo reciproco. Quando la reciprocità decade non può esserci relazione. Dobbiamo meditare serenamente su questi aspetti a tutela del nostro benessere. A noi basti la nostra sincerità, l’afflato che ci nutre e si nutre a sua volta dall’Amore incondizionato nato dilettamente.     

Porgo, in rappresentanza del Premio Nazionale Mimesis di poesia, i migliori auguri di BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO a tutti gli amici del blog Alla volta di Leucade e in particolare a te, Nazario, presidente del Premio, amico fedele, poeta e mentore.

 

DI ARTE CULINARIA, D’AMORE E DI POESIA

 

Sono certa che la poesia e la cucina siano strettamente legate. Un buon poeta deve fare buona cucina (sono convinta), il bravo cuoco è certamente un bravo poeta.

Avendo tutti gli ingredienti, i recipienti e le fonti energetiche per la cottura, volendo, potremmo preparare una pietanza. Pietanza è derivazione di pietà: ha un significato grandioso. Non solo il pasto che sazia (magari un po’ sbrigativo), ma una vera e propria grazia, qualcosa di speciale.

Quanto sia o non sia gradevole dipende da diversi fattori: dalla qualità degli ingredienti (ci sono uova e uova, carne e carne, pesce e pesce, ecc.); dalla qualità del recipiente (per la pasta e le verdure saltate in padella si presta allo scopo l’alluminio, per un ragù eccellente, o una zuppa, il coccio riserva prelibatezze). E il calore, oh come non parlare del calore? Alla brace, al forno (ventilato o no), al fornello a fiamma bassa o alta, perfino flambé, ecc. E poi, cosa più importante le virgole, ehm, volevo dire le cipolline o l’aglietto, il lardo di colonnata, il prezzemolo o il basilico o il rosmarino! Ma quello che cresce in collina, ben più profumato di quello che si trova scendendo verso il mare; il suo profumo sgorga dalla roccia e sale per i rametti e per l’aria inebriando il naso, che si strugge. Mi ricorda qualcosa, non so qual canto, che parla di una fonte la cui acqua sale per i rami di un albero.

Mica logico? Chissà dove l’avrò letto, quale penna l’avrà mai scritto?

Per non parlare delle ricette! Intere enciclopedie della cucina ci dicono come cucinare qualunque poesia, ehm, volevo dire cibo. Nel WEB basta andare nel sito di giallozafferano o in FB in qualche gruppo d’élite.  Ah, e Master Chef? Dove lo mettiamo? Mmh, troppi intrugli e stranezze, mi viene spesso da pensare. Chissà cosa direbbero quelle grandi autorità della cucina se assaggiassero le spannocchie (pannocchie o canocchie, come le chiamate?) con i broccoletti, che preparo con una ricetta centenaria. Centenaria… mmhhh. Eppure, mai prima delle mie ultime prove culinarie, avevo accostato le melanzane ai gamberi. Chi l’avrebbe mai detto? E le cozze con i fagioli? Pare un’assurdità, vero? Ma soltanto chi non le ha assaggiate non sa cosa si perde. De gustibus… Ecco, all’oggettività di una composizione culinaria o poetica accorre la soggettività: il gusto, la sensibilità, la cultura, la transfrastica. Tutto diventa verità personale e condivisione necessaria, consolatoria, che ci porta il sapore dei cibi o – magia – il tono delle parole.

Ebbene, gli ingredienti potrebbero essere gli stessi per tutti. Ad esempio, una cipolla di Tropea è una cipolla di Tropea, ma ‘come’ la usi, lo decidi tu. Il suo sapore è il significante purissimo che accostato allo zucchero di canna ha il suo perché: significa agrodolce capace di trasformare una semplice fettina di pane in un crostino delizioso di poesia.

Ci vuole Amore per la cucina, sensitività, fantasia, intuizione e un po’ di attrezzatura utile al mestiere. Orbene, anche la poesia è così:

 

             Amor mi spira, noto, e a quel modo

 ch’e’ ditta dentro vo significando.

 

Questo dice Dante a Bonagiunta nella VI cornice del Purgatorio, là dove ci sono anche alcuni golosi poeti che hanno sempre fame e sete (ecco dove ho letto quel canto che parla dell’acqua che sale).

La poesia è ricetta dettata da Amore, come la cucina! Amore è possibilità, cura, sostegno, in grado di assumere una varietà di forme complementari. È sogno. Nel sogno la gente, le parole, gli oggetti… sono gli stessi della realtà cosciente, ma il poeta-cuoco-sognatore combina gli elementi in una visione totalizzante, espressione della logica dell’inconscio, per giungere a significati nuovi, a nuovi stili. Bisogna esercitarsi, provare, provare, provare (cito da Non ci resta che piangere) a vivere cogliendo la Bellezza là dove essa, a volte, si cela.  

 

La Bellezza

Molta gente ho sognato:

con la spoglia festiva

stava sopra un gozzetto

che passava di poco lontano

da una cala rocciosa.

Posidonia spiaggiata

si faceva ricamo e barriera.

Noi, tra annosi ombrelloni,

cercavamo lo spazio

per un quieto ristoro ottobrino.

 

Nessun posto pareva adeguato.

 

Una voce diceva alla gente

della tanta Bellezza perduta,

di quel lido nascosto a più sguardi.

Vidi allora, da un alto prospetto,

donne e uomini scendere in mare

e bagnarsi fin giusto alla vita.

Camminavano insieme decisi

a incontrare la riva;

tutti in blu come eterna sembianza

con le bianche camicie li vidi.
Trovai il posto e ci parve assai buono.
 

Patrizia Stefanelli


3 commenti:

  1. Sempre così originale la mia Sorella d'Anima. Una donna che possiede la chiave per entrare nei cuori e per superare tutte le situazioni. Qui dà prova di spiccare in creatività anche nel porgere gli auguri natalizi. La 'chiave' per essere diversa le appartiene da sempre. Siamo particolarmente vicine in questi giorni ancora duri... povere speranze o... viva le residue speranze? e io l'abbraccio con affetto infinito insieme all'associazione che ha fondato con tanto amore e segue con professionalità rara.

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  2. Grazie a Patrizia Stefanelli, grazie per l’originale racconto metaforico di saputa saggezza che muove tra ars poetica e ars culinaria: un sorriso in questo mondo inquieto e drammatico che per autoconsolarsi sprofonda ancor più dolorosamente nella melassa o nell’ira dolorosa:
    “occorre comprendere, comprendere e comprendere. Questo è il punto cruciale di una relazione umana. Relazione: parola chiave che equivale a legame, vincolo reciproco.”
    Questo è l’augurio che mi sento di condividere con Patrizia S. e i lettori di Leucade, ed in particolare con Nazario, poeta, amico ed infaticabile presenza e guida del blog cui siamo tanto affezionati.BUON NATALE.

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  3. Grazie a Nazario per la pubblicazione che mi ha consentito di porgere gli auguri alla comunità di Leucade e grazie a Maria - la chiave- e a Maria Grazia, sempre attente e generose. Una relazione è vincolo reciproco. Buon Natale!

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