SEGRETO SPLENDE UN ANGOLO DI LUCE
Segreto in ogni cuore
pur nell’ora d’ombra
calata sulla terra
splende un angolo di luce
ove trepida s’annida l’attesa
voce di nuova speranza
che s’annuncia dentro come
un canto di candide rose
svelato nella notte Santa
nel fulgore di una stella.
Appare lontana lontana
ora più vicina
suona la campana
nell’anima spenta.
Rinasci anima mia
rinasce il Divino Bambino
nell’intima memoria
del proprio presepe
nella storia sempre
da millenni
turbata ora dalla cosmica
urgenza di un’alba immacolata.
TI RACCONTO IL MIO GIARDINO D’AVVENTO
I
Rileggo il mio giardino d’Avvento
è stupore intorno la speranza accesa
ancora in fragili fiori d’inverno
boccioli da serbare rinutrire
nella aiuole del cuore, la linfa offesa
da un gelido vento di morte.
E tu mia rosa di Natale
l’attesa già onori in candida corolla
con pena e speranza espansa
dalle radici affaticate della terra
e all’agrifoglio ridestato alfine
in festoni di lucenti sfere rosse
dai il la per l’alleluia dei colori.
E tu mio pungitopo da ormai 18 lune
prodigio testato da esperti
esprimi tutto l’ardore-fiducia nel Creato
con cornucopie di bacche vive
che mai sia delusa l’attesa
del figlio del Signore
bacche squillanti per l’alleluia dei
colori.
Pure dalla zona d’ombra più infima
e deserta di sole si leva
luminosa voce che inesausta si fa fiore.
O mio ciclamino in veste-laetitia
che da 6 lune ti doni, esile bulbo
in cascata di petali rosa
rinato ogni alba in offerta di sé!
Come in un lungo Avvento floreale
tutto un fervore oltre la misura
delle stagioni per farsi bacche
fiori, alleluia di colori
alla volontà buona del Creatore.
E in questo Natale di dolore
spontanea l’ombra qui si fa colore
segno di armonia speranza
di terra insieme al cielo.
II
Ora questo spazio qui registrato
nel suo vero, nell’imminenza della nascita
premuroso si restringe in una grotta
affettuosa di fiori bacche e melodia
ché solo nell’umile sottobosco
fra quelle note pure
può nascere l’innocente Bambino
dono di promesse attese ovunque.
Si dilata immenso l’alleluia dei colori
un cielo di angeli cantori si abbassa
sulla terra per adorare il Piccino.
Solo due pastori bambini
seguendo il cammino della stella
stupiti sono davanti al Bambinello
nato fra statuite del loro presepe
nel sottobosco musicante.
Lì l’attesa la speranza invocata
da duemila anni ancora s’inverano
nella divina innocenza.
Come affettuoso augurio in questo Natale
turbato dal dolore,
Maria
Luisa Daniele Toffanin
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