martedì 27 dicembre 2016

OLINDO GUERRINI: "NOVEMBRE ANCORA"

Come gli “scapigliati” il poeta concepisce la vita una successione di sventure che avranno termine soltanto alla fine della vita stessa. Ma il suo pessimismo trova accenti personali  e la sua stessa disperazione si giustifica con elementi accidentali ( il novembre, il fango, gli uccelli che migrano, le foglie morte), che possono, nell’anima inquieta, accentuare l’angosciosa coscienza della durata effimera di ogni creatura umana e di ogni cosa terrena.


Novembre ancora

Addio sorrisi dell’albe rosate,
addio tramonti che d’oro parete!
Novembre porta le tristi giornate
e della nebbia la grigia quiete!

Gli uccelli migrano in file serrate
cercando a volo contrade più liete,
ma noi  restiamo, calcando immutate,
sul fango vecchio, le vie consuete.

Restiamo e sempre le stesse infinite
noie e le stesse speranze remote
c’infliggeranno  le stesse ferite,

finché abbassando le teste canute,
chinando al suolo le pallide gote,
qui marcirem come foglie cadute.




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