Una viola al polo sud
Spuntò
il 23 di settembre, di primo mattino, senza alcun preavviso.
Un
pinguino che passeggiava nelle vicinanze della base internazionale antartica
vide una piccola macchia viola interrompere la luccicante, lucidissima distesa
pianeggiante.
Inclinò
il capo dallo stupore e rimase immobile per parecchi secondi, ad osservarla.
Una viola, un vivace fiore dal colore acceso che risultava evidentissimo sulla
sconfinata bianca banchisa.
Il
volatile, quasi inebetito dalla sorpresa, non aveva mai visto un fiore e, dopo
averlo studiato a lungo, decise che doveva mettere i suoi simili a conoscenza
di quello strano evento.
Tornò
sui suoi passi verso la colonia di pennuti che, qualche chilometro più a Nord (
qualsiasi posto era più a Nord) , stava facendo il primo bagno giornaliero in
un piccolo laghetto.
Poco
più tardi passò da quelle parti anche un geologo della base, il quale si era
concesso, anche lui, quattro passi per sgranchirsi le gambe in quel tiepido (
relativamente, s'intende ) mattino di inizio primavera. Anche il geologo naturalmente la vide, inarcò
le sopracciglia e si accostò, inginocchiandosi per osservarla meglio.
“Non
mi crederanno mai e poi mai” pensò lo scienziato e, imbracciata la macchina
fotografica, scattò tre o quattro immagini. Si affrettò poi a rimettersi in
cammino verso la base antartica, situata a poche centinaia di metri. Circa due ore dopo 11 esseri umani ed una
trentina di pinguini, vestiti con impeccabili frac ( solo i pinguini! )
attorniavano il violaceo fiore commentando eccitati quello spettacolo. “Non è
possibile, deve essere finto”.
“Non credo ai miei occhi, è la cosa più incredibile che mi sia mai successa”. “Dobbiamo studiarlo, fare delle riprese
con la videocamera e tenerlo sotto controllo”. “Ma sarà vero?”. “Un fiore non può sbocciare qui, con
questo gelo inaudito!”. “E' bella,
bellissima: che viola delizioso”. “Si
può mangiare o è velenoso?”.
Sì,
avete indovinato, l'ultima domanda era di un pinguino, la penultima frase di
una graziosa dottoressa.
“Evidentemente è spuntato bucando lo strato di neve, giusto in quel
punto, ma resta inspiegabile il come ed il perché”. “E' un vero peccato che solo noi e pochi esemplari
di fauna, per giunta tutti pinguini, possano osservare questa meraviglia” disse
un signore dalla lunga barba, il quale continuava a spostarsi, spiando la viola
e fotografandola da diverse angolazioni.
“Se è
solo per questo, non si preoccupi!” gli rispose un robusto pinguino dal becco
arancione “abbiamo immediatamente avvisato i nostri amici del Polo Nord, tra
qualche giorno saranno qui, prima che la viola sfiorisca”.
“Come?
Avete avvertito i vostri conoscenti del polo artico? Come avete fatto?”.
“Oh...bella!
Con un messaggio. Credete di essere gli unici a saper comunicare?”.
“Ma
voi non sapete usare la radio od il fax!”.
“E' vero. Ma sappiamo scrivere, anche se a Lei sembrerà strano. Abbiamo
usato un banalissimo pezzo di carta”.
“Non
mi verrà a raccontare, egregio signor pinguino, che ha spedito una missiva per
posta aerea, spero!”. “No. Non ce
n'è stato proprio bisogno. Abbiamo avvolto con il foglio un sasso”.
“Un
sasso?! Ma cosa dice? Non m'incanta, sa!”.
“Abbiamo usato il tunnel”. “Quale
tunnel, scusi?”
“Lo
vede che, nonostante la barba, è ignorante anche lei?! Abbiamo usato la stretta
apertura cilindrica ( mezzo metro di diametro ) che collega i due capi del
pianeta. Il buco inizia qui, giusto al Polo Sud, scende giù giù verso il basso fino
al centro della Terra e poi risale dall'altra parte, sbucando in corrispondenza
dell'esatto Polo Nord geografico”.
“Santi
numi!! Ignoravo una cosa del genere. Deve raccontarlo anche ai nostri geologi.
Ma cosa c'entra il sasso?”. “Oh!..Tanto
tempo fa un mio bisnonno lasciò cadere nel pozzo una pietra e, dopo un po', si
accorse con stupore che il piccolo masso era ritornato nel punto nel quale egli
aveva aperto l'ala per lasciarlo cadere. Per qualche tempo questo accadimento
fu inesplicabile, fino a quando un nostro fisico...”. “Avete anche voi le Università?”. Il signore era via via più stupefatto.
“Certamente,
cosa credete? Di sapere tutto solo voi? Dicevo, prima di essere interrotto, che
un nostro valente fisico, dopo settimane e settimane di intuizioni, calcoli a
tavolino e delusioni, alla fine riuscì a spiegare benissimo il fatto”. “Ah sì? E come, se non sono troppo
indiscreto?”.
“Sabino,
questo era il nome del pinguino, ipotizzò che la misteriosa strettoia
collegasse i due poli del globo e, grazie alla legge di gravità di Pierino...”
“E' di
Newton!”. “Come,
prego?”. “E' stata enunciata da
un inglese del '600, Isaac Newton”.
“Oh, no! E' opera di un mio simile del diciottesimo secolo, tale Pierino
Pinguino e, dicevo, sempre prima di essere interrotto, che grazie alla legge di
gravitazione ha potuto concludere al di là di ogni dubbio che la pietra era
sprofondata sempre più velocemente verso il centro della Terra dove, una volta
arrivata, ha continuato la sua corsa via via rallentando fino a giungere, per
la simmetria della sfera terrestre, al Polo Nord e ricominciare poi verso il
centro del pianeta e poi ancora fino al Polo Sud, e così via. Un pendolo, in
poche parole. Se il sasso non venisse fermato, continuerebbe ad oscillare tra i
due poli. Noi, animali del grande freddo, utilizziamo questo tunnel come, se
vogliamo, un tubo per la posta pneumatica. Il sasso viene spedito, recuperato
agli antipodi dove esce improvvisamente ed inaspettatamente verso l'alto come
un geyser, sfasciato, ed il messaggio letto. E' un metodo molto efficiente per
comunicare dall'altra parte del globo con orsi bianchi, foche ed elefanti
marini. Pensi che il viaggio Polo Nord –
Polo Sud dura circa tre quarti d'ora”.
“Strabiliante!” commentò il signora dalla lunga barba “assolutamente
fantastico!”.
“Già,
è per questo motivo che le dicevo che la fauna artica è già stata avvisata, e
tra qualche giorno alcuni suoi rappresentanti potranno giungere qui a
constatare di persona come stanno le cose”.
“Bene,
avrei proprio piacere se altre specie, oltre ad umani e pinguini, potessero
aver l'opportunità di vedere la viola prima che appassisca”. “Esatto! Ciò sarebbe certo una cosa buona e
giusta” disse a quel punto la viola.
“Chi ha parlato?” chiese un geologo che stava discutendo con una
pinguina che aspettava un pinguino sull'evolversi della gestazione.
“Io,
il fiore” riprese tranquillamente la piccola, modesta viola “voi tutti, animali
e uomini, siete sbalorditi dalla mia comparsa e vi domandate il come ed il
perché. Il come non è necessario che lo conosciate, e forse neppure pertinente,
ma il perché ve lo devo proprio spiegare.
E' un brutto momento per la Storia del Mondo, si stanno combattendo
sanguinose guerre tra membri della stessa specie; questa specie, tanto avanti
nell'arte e nelle scienze, si pensa padrona dell'intero Universo ed arreca
enormi danni all'ambiente, alla flora ed alle altre creature. Molti animali e
vegetali stanno per estinguersi. Un quadro molto fosco. Si direbbe che molti
esseri viventi siano rassegnati, rassegnati a sparire e molti umani si siano
convinti a comportarsi da criminali per sopravvivere in un mondo sempre più
complicato, inquinato, immorale, senza altruismo e concordia, senza equilibrio
nella natura. La sete di potere e ricchezze ha spinto l'intera Terra sul
baratro del non ritorno. Si sta spegnendo la speranza di lottare per un destino
diverso. Ma oggi è nata una viola al
Polo Sud!”.
La
viola tacque. Tutti capirono che
aveva detto ciò che doveva dire e non avrebbe, almeno per allora, aperto più
petali per rispondere ad eventuali domande.
Queste, quindi, non furono fatte.
Tutti,
insigni studiosi ed eleganti uccelli, stettero pensierosi a riflettere sul
discorso appena udito.
Qualche
scienziato del clima pensò che la piccola viola avesse forato la spessa crosta
di ghiaccio per dire a tutti di non cedere, di lottare per i propri ideali, di
fare grandi sogni. Di sognare e lottare per i propri sogni! Qualche pinguino pingue pensò che informare
altri esseri di quel miracolo volesse dire contribuire a che altri miracoli ben
più importanti potessero forse realizzarsi, chissà, un giorno lontano. Qualche
medico magro pensò che la piccola viola avesse voluto augurare a tutte le
specie di questo strano mondo prima di tutto un avvenire, e poi un avvenire
sereno. Io penso che tutto sommato i
medici, i pinguini ed i climatologi avessero ragione. Voi che ne dite? Qualche minuto più tardi l'uomo dalla lunga
barba bianca, mentre gli astanti incominciavano ad allontanarsi dal fiore
camminando verso nord ( e che altro potevano fare, poverini? ) per avviarsi ad
un necessario pasto, pensò a quanto i suoi simili avessero sottovalutato le
altre specie, pensò al resoconto di come i pinguini avessero realizzato il
canale di comunicazione con l'Artide, a quante belle cose avrebbero forse
potuto fare insieme umani e pinguini, scimpanzé e delfini.
Ci
sarebbe stato un futuro migliore per gli occupanti del pianeta?
Una
vena di tristezza gli oscurò i pensieri ma subito, vicino a lui, un collega
disse, evidentemente dopo aver filosofato un po' nella sua testa: “Speriamo bene!”
Egli
gli rispose, quasi meccanicamente: “La speranza è l'ultima a morire”.
Allora
il più anziano del popolo dei pinguini, dopo un attimo di esitazione, si volse
verso l'uomo dalla lunga barba e pigolò:
“FINCHE' NASCERANNO VIOLE AL POLO SUD, LA SPERANZA NON MORIRA'”
Pietro Rainero
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