sabato 5 gennaio 2019

VALERIA SEROFILLI INTERVISTA SERENELLA MENICHETTI



Valeria Serofilli,
collaboratrice di Lèucade


Ringrazio Valeria Serofilli per le interessanti domande a me formulate durante l’intervista al “Caffè dell’Ussero” nel corso della presentazione della mia silloge “Oltre la Soglia” Un grande ringraziamento al Professor Nazario Pardini per la sua ospitalità.

1 ) Come si colloca questa tuo recente lavoro rispetto alla tua precedente produzione? Rappresenta un punto di svolta o è un’evoluzione all’insegna della continuità? 

Nei libri precedenti i testi sono più intimisti, la maggioranza sono in versi liberi, alcuni sono in endecasillabi e /o tengono conto delle regole metriche, quindi il ritmo è molto presente, abbastanza presente anche l’io poetico. 
Mentre in questa ultima silloge l’io è meno manifesto  e  va gradatamente scomparendo. 
Mi sono resa conto che la poesia si debba spogliare il più possibile dalla presenza ingombrante dell’io. L’io alla fine è come un villaggio circoscritto, e credo sia meglio spaziare nella metropoli dell’esistente. 
La decisione di dirigermi verso la NOE è dovuta anche a questo, oltre che alla mia voglia di sperimentare e alla curiosità di conoscere percorsi diversi.
Da tempo seguo gli articoli della Rivista “L’Ombra delle parole” attratta dagli scritti di Giorgio Linguaglossa che riguardano i criteri di una nuova ontologia poetica. 
Penso che mi soffermerò ancora su questa piattaforma che per adesso trovo affascinante. Questa sosta mi serve e mi è servita  per approfondire la conoscenza di poeti nuovi e quella del pensiero illuminante di molti filosofi. Da un po’ di tempo sono interessata alla poetica del frammento, infatti in questa silloge soprattutto nella parte che riguarda la Nuova ontologia ci sono alcune poesie che si avvicinano a questa poetica.
Confesso di non essermi del tutto staccata dalla strada antica, ogni tanto la mia penna mi conduce nell’endecasillabo ed io la lascio fare. 

2) La soglia, evocata nel titolo, ha una possente valenza simbolica. In quale accezione la hai intesa nel tuo libro? È qualcosa di specifico o è più generico? 

 La soglia è intesa come confine, frontiera, intesi a loro volta come termini aperti. Una frontiera che lascia intravedere un paesaggio sconosciuto misterioso, sta a noi decidere se passare oltre per conoscere, andare incontro ad altro oppure rimanere a guardare le ombre. Intanto credo che coloro che scrivono, abbiano preso la decisione di oltrepassare la soglia, quella del proprio essere, per incontrarsi e prendere consapevolezza dei propri limiti e delle proprie possibilità. Per me rimanere sulla soglia è stato non capire per tanti anni il senso della vita. Non capire dove dovevo andare; Ed è grazie  alla poesia, che scaturisce dalla nostra interiorità, che mi sono incontrata. La soglia è il luogo dove si incontra il mistero, il misterioso, è il passaggio nell’oltre. La soglia ci mette di fronte all’altro da noi, cioè ci viene in-contro.
In questa silloge ci sono diverse poesie che provengono dall’inconscio e che per  me, all’inizio  sono state un vero mistero, solo dopo si sono rivelate. Cito: “ Incorniciata in un quadro di Magritte” “Forse sono un gatto grigio” “Uscita/Rientro”
Penso al mare, che segna il limite di una terra, che determina la differenza tra culture e popoli. E’ tramite questa linea che noi cogliamo con ali d’albatro, quel luogo tanto simile alla soglia nella sua immensa apertura nel quale come ci ricorda il Leopardi è dolce il naufragare. Andare oltre la Soglia per me è anche scrivere poesie crude, poesie che tengono conto di questi tempi così duri. Per cui devono per forza liberarsi di quella dolcezza effimera e non veritiera, che spesso si trova in molti testi poetici. Queste caratteristiche le possiamo notare nel testo: “ La regina è nuda” “Agonia della luna” “Viaggio altro”

3) Il libro è suddiviso in due sezioni, “Oltre” e “Un’occhiata alla NOE”, Sono titoli evocativi. Ci puoi dire qualcosa di più al riguardo evidenziando anche in questo caso eventuali punti di collegamento tra le due sezioni? 

Non credo che questa sia una divisione, netta, anche perché ogni di-visione  è come dice l’etimo della parola stessa è doppia visione, un contemplare la diversità insita in ogni alterità che sorge ogni volta che un limite od un confine viene tracciato. Il mio   è un percorso che gradualmente conduce verso la nuova ontologia estetica fino a sfociare nella poetica del frammento. Questo si può notare da diversi testi come: “Ci sono palazzi” “Verso i canali dell’alba” “Oscuro” “L’anima”

4) Il titolo della prima sezione, “Oltre”, mi offre lo spunto, visto che evoca in me echi letterari di grande rilievo, per chiederti quali sono i tuoi modelli, i libri che ti hanno maggiormente influenzato, sia tra i classici che tra gli autori contemporanei. 

Nella casa dove sono cresciuta in giro c’erano molti libri. Già prima che per me iniziassero le scuole elementari una mia prozia, Dantilia amante della poesia e mio padre, appassionato di classici mi hanno tramandato l’amore per la lettura e la scrittura. Tra le mie prime letture alcune raccolte di filastrocche, le favole dal mondo, le novelle di Hans Cristian Andersen, ed i racconti di Jules Verne. Alle scuole secondarie un bravissimo professore di lettere, Franco Franchi, che non dimenticherò mai, riuscì ad accrescere in me la passione per la poesia e la letteratura. Per l’eco che ancora risuona in alcune mie scritture degli autori conosciuti da bambina sento di dover ricordare Angelo Silvio Novaro come dimenticare il ruscello? Pascoli, Trilussa, D’Annunzio, Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo 
Più tardi è avvenuto l’incontro con Dante e gli altri Toscani, con Giacomo Leopardi ed Eugenio Montale, con Johann Wolfgang Goethe e Bertold Brecht, Rainer Maria Rilke, Guillame Apolinnaire, i poeti maledetti, Jacques Prévert. Tuttavia, gli autori che maggiormente hanno segnato il mio percorso, sono Italo Calvino, Pirandello, Thomas Mann (in particolare con i “Buddenbrook”), Fëdor Dostoevskij, Hermann Hesse, Charles Bukowski. Franz Kafka, Vasco Pratolini con cronache familiari, Virginia Woolf.
Col tempo si sono aggiunte le letture di molte poetesse come Alda Merini, Maria Luisa Spaziani, Gloria Fuertes, Sylvia Plath, Amelia Rosselli, Valeria Serofilli, Nazario Pardini, Ninnj di Stefano, Franco di Carlo, Giorgio Linguaglossa, Sabino Caronia, e di molte altre autrici ed autori esordienti ed emergenti, che amo leggere anche in rete come Donatella Costantina Giangaspero, Michele Paoletti.
Non so come queste letture influenzino la mia scrittura, sicuramente sono presenze che in qualche modo lasciano alcune tracce nei miei testi. Adesso sto facendo uno studio sulla poetica di Thomas Trastromer e devo dire che sono molto attratta dalle sue potenti metafore. 

5) Abbiamo iniziato con le radici e concludiamo questa serie di domande con quelle che potremmo definire le fronde, oppure i nuovi rami. Ossia, hai già in mente qualche nuovo libro? E, in caso di risposta positiva, nel tuo progetto ci sono punti di contatto con “Soglie”?

I progetti di scrittura sono molti e vari, i nuovi rami dovrebbero dare frutti, di sapori e colori diversi. Per quanto riguarda la prosa, nel cassetto ho un romanzo da terminare ambientato a  Cascina negli anni 60 il paese dove sono nata. Una Cascina, con un volto completamente diverso da quello odierno.
Per quanto riguarda la letteratura per l’infanzia a breve pubblicherò un libro di fiabe. Mentre ancora non so quando uscirà la mia prossima silloge.


3 commenti:

  1. Dispiace dirlo, ma l'intervista rivela superficialità e pressappochismo. E suona quasi offensiva per questo blog, che pure la ospita.
    Se non si ha altro da dire, meglio tacere.
    Pasquale Balestriere

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    1. Sono pienamente d'accordo con Pasquale Balestriere.
      Nazario Pardini

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  2. Ho tolto due commenti antecedenti a quello di Pasquale Balestriere perché non riportavano nome e cognome e non erano identificabili. Se i commentatori ritengono di farli apparire di nuovo li devono firmare con tanto di nome e cognome, e magari in una forma meglio motivata...
    Nazario Pardini

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