martedì 14 dicembre 2021

NAZARIO PARDINI: "MAMMA"

Peggior dolore non c’è

Di quello di una madre

Che non ti riconosce.

“Mamma chi sono?”

E da uno scheletro adagiato

Su un lenzuolo bianco di latte

Il silenzio più assoluto.

Mamma sono io, Nazario

Ti ricordi di quando assieme andammo

A Pisa sul campo dei Miracoli, o di quando

Ti facevo i dispetti per farti innervosire.

Sono io, Nazario. Ma un silenzio rumoroso

Ti penetra come una freccia nel cuore

A farti sanguinare. Mia madre è lì, che come una larva

Respira appena. Chissà se pensa qualcosa

O se ricorda. Il fatto sta che non mi riconosce

Ed io piango di un dolore che ti prende alla gola

E non ti fa respirare. “ Mamma”. Guardami negli occhi.

Sono tuo figlio. Forse sei stanca. Hai bisogno di riposare.

Ma fammi un cenno, con la mano, con la testa.

Andrò via più sereno, mamma, mamma,

non finirò mai di chiamarti.

  

2 commenti:

  1. Nazario adorato, in prossimità del Natale gli affetti travolgono... è storia antica, ancestrale e... con tutte le sue sfumature, bellissima! Il focus del nostro essere al mondo. In questa lirica dai palpiti ancora nuovi. Il ritorno al passato e il presente, che come valanga, prende il sopravvento. Un presente costellato di domande, di dubbi, di paure. E dell'assillo che ci perseguita tutti, di riascoltare la voce amata - ci è dato riascoltare i discorsi, ma la voce, il suono di essa, è la prima cosa che perdiamo-, di rivedere l'immagine amata anche solo per un istante, di sentirla accanto. Amico d'anima, mio Vate, ti garantisco che i tuoi Amori, non ti hanno mai lasciato. Sono rimasti nella tua esistenza in altra dimensione e sono stati gli angeli che hanno vegliato su ogni tuo giorno. Erano tutti 'nella stanza accanto', come scrivo spesso, facendo appello al mio Sant'Agostino. Chiamare... mi vengono le lacrime agli occhi pensando al grembo: da esso si nasce e a esso si torna. Moriamo tutti con la stessa parola sulle labbra...e nelle mie 'villeggiature' negli ospedali ne ho vista di gente morire. Di fronte a liriche come questa l'aspetto emotivo prende il sopravvento. Sulla tua cifra stilistica è stato detto tanto, si potrebbe continuare a farlo, ma io preferisco abbracciarti forte forte e regalarti il mio cuore!

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  2. Fortunato l'uomo che ha avuto l'amore sano di sua madre, e fortunata la madre che ha oltre la sua vita l'amore del figlio. Non tutto è scontato. E noi chi siamo, mi chiedo, quando la mente si sottrae al ricordo, al riconoscimento del proprio sangue. Quanto dolore esprimi in questa tua poesia con l'impotenza che non è una resa. Mai. Mamma... per sempre. Grande emozione a fior di pelle, questa tua poesia.

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