lunedì 4 aprile 2022

NAZARIO PARDINI LEGGE: "ANGELI DI TERRA" DI ANNA VINCITORIO

Anna Vincitorio. Angeli di terra. Blu di Prussia Editrice. Prefazione di Lorenzo Spurio.

 

Oggi, 01/04/2022, mi è arrivato per bontà di Anna Vincitorio, il nuovo suo libro, pubblicato per i caratteri di Blu di Prussia di Eugenio Rebecchi: un libro ben fatto, fine, complessivamente armonioso, per copertina, quarta, caratteri, impostazione grafica, impaginazione; un vero gioiellino come d’abitudine dell’editore che pubblica testi con la passione che lo distingue, alla vecchia maniera, rispettando la nostra tradizione di incunaboli, creatori del bello in tutte le sue forme. La plaquette si divide in cinque sezioni: PER UN AMORE, IL TEMPO E’ UN FIUME, GLI ALTRI, SAUDADE, SOLITUDINE DI ANGELI. Cinque sezioni che si uniscono in un unicum  per arte e trasfigurazione, per sentimento e emozione, per sincerità e commozione e per pathos e logos. 

“Dove sei, dove?/In ogni rimpianto,/in ogni nota,/ sempre nel ricordo/in ogni parvenza di luce/fermo in un sogno”.

Iniziare dalla poesia incipitaria significa penetrare, fin da subito, nel mare magnum della poetica dell’Autrice. Nei suoi angoli più segreti, nei suoi patemi, nelle sue generose emozioni, nei suoi angoli di avventurosi turbamenti dove l’io si perde alla ricerca di un ambito emotivo dove trovare gli amori perduti. Sì, la sua poesia è intima, nuova, concreta, antica e moderna. Antica perché la parola, il sintagma, lo stilema si assembrano in un dire che ricorda la virtù di casa nostra; moderna perché tocca tutti i tasti dell’ontologico flusso emotivo; tutti gli accorgimenti che fanno della poesia un palpito sano e epigrammatico delle emozioni contemporanee.       

Anna Vincitorio ci ha abituati ad un verso elegante, fine, mansueto, che con tutta quanta  la sua elasticità espressiva, reifica impatti emotivi che la rappresentano. E qui non si smentisce, non esce da un tipo di euritmica andatura che accarezza l’anima. Sì, è proprio così, la sua poesia è come una piuma che ti sfiora lasciandoti a sognare fra mari infiniti e giorni di luce. Il libro, editato per i caratteri di Re di Prussia di Eugenio Rebecchi è elegante per forma, composizione, caratteri; insomma una silloge che già con la sua impostazione grafica ci introduce nella bellezza del canto, in questa bellezza che rapisce e imprigiona  nella sua aspirazione alla giusta misura del verso. Tutto è in equilibrio, tutto è nella musicalità che  trascina e porta via lontano, oltre i confini del nostro essere, là dove il sogno e la realtà si identificano in una simbiotica fusione fra parola e  intimità. Questa è l’arte della Vincitorio, questo il suo sentimento, questo è il trono del suo esistere. Ella ama, sente, percepisce che il ritmo da solo non è tutto, che il verbo da solo non è tutto, dacché hanno bisogno di una sostanza che li sorregga, che li nutra, di quegli elementi  che sono alla base del poiein.  E questi elementi ci sono, ci sono tutti coi loro input emotivi, con la ricerca continua del termine che abbraccia e che ti avvince senza tregua. La parola scorre liscia, senza inciampi, fa parte di un verso che si fa armonia: giusto verbo in giusto verso. Tutto si amalgama in un insieme che dà l’idea della pluralità espressiva di questa scrittrice. Un viaggio, il suo, fra onde di mare e   sprazzi di terra. Un vero viaggio, un nostos, fra trabucchi e scogli, dove si rischia spesso di cozzare con l’imbarcazione e dove a volte l’animo della nostra, sopraffatto dal pericolo, si abbandona ad un sentimento di tristezza e  solitudine che la rendono vera, umana, vicina al nostro sentire. Ma dall’impatto, anche se la barca ne esce frantumata, la Vincitorio non si abbandona, e continua la sua navigazione su una tavola scampata al naufragio. Vuole arrivare alla sua isola, al luogo del miraggio, alla nuvola del sogno per  gioire del riposo e  della pace dell’arrivo. Un‘isola incantata dove la natura parla della sua bellezza del suo paradisiaco essere: “… In occasioni di stelle/affoga la mia anima/ Sola speranza, la luce”. E’ là che la Nostra vuole vivere, vuole riposare, magari sognando e rievocando i momenti più belli della vita: amore, nostalgia, passione, gioventù, in cui persone e amici hanno vissuto assieme a lei, e si sono mischiati nelle vicende reali del vivere. Essere ed esistere. Realtà e immaginazione. Sogno e   vita. Difficilmente incontriamo scrittori che sanno fare della vita un’opera d’arte. E qui la scrittrice fa proprio un’opera d’arte, dove sentimento e  scrittura si amalgamano in un gioco di immagini che la rendono vera e concreta: “Ogni orma scompare/nella campagna, sfrangiata/onda lunga del mare”

Nazario Pardini

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