domenica 10 agosto 2014

U. CERIO SU: "R. MESTRONE: ARTE, SVILUPPO E PROGRESSO"




Umberto Cerio collaboratore di Lèucade


RFIFERIMENTO A: "ROBERTO MESTRONE: 

AGOSTO


Interessante e corposo questo saggio di Roberto Mestrone, che parte da una riflessione di P.P.Pasolini e, dopo un lungo scorrere nella storia dell'economia e della politica -motori ineluttabili dello sviluppo- su cui si innesta il destino altalenante dell'Arte, si conclude con il pensiero di Heidegger che esalta e consacra il valore della poesia "come fondamento che regge la storia" e "il linguaggio originario di un popolo". Non entro nel merito del complesso pensiero di Pasolini, il quale con le sue capriole ideologiche non ci offre ancora oggi un suo dato stabile del pensiero politico definitivo (per cui penso che andrebbe riletto criticamente). La complessità del saggio di Mestrone consiste nell'excursus storico dello Sviluppo del potere capitalistico, che ha, nel tempo, ottenebrato la validità e la verità dell'Arte in genere, e della poesia in particolare. Un destino ineluttabile che ha accompagnato il declino dell'arte nei periodi di predominio del potere della concentrazione capitalistica, o nell'esercizio del potere in modo assoluto nei momenti più bui della democrazia reale e della libertà. La maggiore responsabilità tocca alla storia dell'Occidente, non solo nelle sue ultime fasi del colonialismo (di cui stiamo tuttora pagando le conseguenze) e delle brutture della nostra età. Si pensi al delirio di cui erano folle preda i Flavi, quando bruciavano in piazza i libri contenenti la grande cultura di un intero secolo che li aveva preceduti e che deviarono l'Arte e la cultura classica. Per la poesia era il dileggio più ingiurioso. E così via, anche se appartiene a quel periodo la convinzione che carmina non dant panem. Ma era -ed è- proprio questa la forza esponenziale della poesia. Perché l'Arte -e la poesia- non solo allora -ma in tutti i tempi in cui è prevalso il senso della misura e della libertà - sono state sempre il fulcro del pensiero e la forza di cambiare e di determinare gli eventi, come giustamente Mestrone afferma riportando il pensiero di Heidegger:" L'Arte non esprime o rispecchia un'epoca, ma la plasma". Come vera è anche la conclusione del Saggio:" A noi, gnomi intelligenti asserviti ai cinici segnali di transistor o microchip, non resta altro che salire sulle spalle dei giganti del Sapere per meglio scorgere il cammino di luce dell'Arte". Giusto. Difendiamo i valori che hanno sempre fatto grande l'Arte e la Poesia e non una fragile società legata alla labilità del tecnicismo e dell'alienazione.



                                                 Umberto Cerio



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