martedì 8 settembre 2015

CLAUDIO FIORENTINI: "I PREMI LETTERARI"





Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade


Comunemente vengono chiamati premi. Ve ne sono a bizzeffe, per tutti i gusti, alcuni sono prestigiosi, onesti, validi, interessanti, altri l’esatto contrario. In questo marasma, però, rimane poco chiaro quale sia l’utilità di questi concorsi, a parte la soddisfazione dell’ego dello scrittore o l'arricchimento del CV. Mi spiego: un contesto competitivo è sempre utile, ma deve quantomeno favorire l’incontro. Se il concorso si esaurisce con una premiazione cerimoniosa dove nessuno parla con nessuno, vincere un premio serve a ben poco. Invece, se la gente si parla e nascono incontri, scambi, appuntamenti, associazioni… allora qualcosa di buono è successo. Di fatto, però, la cerimonia di premiazione è un preludio al post cerimonia (il vero momento arricchente). Ma il concorso in sé, a parte essere occasione d’incontro, a cosa serve se non a portarsi a casa, in caso di vincita, una nuova pergamena? Credo che qualcosa debba cambiare in questi contesti, e che gli organizzatori debbano cominciare a chiedersi: cosa posso dare all’autore affinché la sua opera percorra il cammino che merita? Sostengo che il premio non debba esaurirsi in una inutile coppa o in un (raro, ma gradito) assegno, ci vuole qualcosa che non finisca con il ritorno a casa, ci vuole qualcosa che attivi una dinamica costruttiva per l’autore e per gli organizzatori. Perché, ad esempio, i giurati non scrivono una breve recensione, non dico dei primi tre, ma almeno del primo classificato? Questa recensione può essere divulgata nei vari blog amici e darebbe all’opera vincitrice una briciola di visibilità. Si può anche parlare deli vincitori in un forum creato appositamente, e seguito dai partecipanti. Si può promuovere l’opera vincitrice su FB, proporla a un club di lettori... Sono piccoli gesti che danno un seguito al concorso. Inoltre, perché non creare qualche collaborazione tra librerie e organizzatori del concorso? Perché non scrivere tra i commenti su IBS (e simili), in caso di editi, che l’opera ha vinto qualcosa? Sarebbe una piccola vetrina. Insomma, credo che i concorsi, oggi, a parte quelli mediatizzati, non lasciano molto all’autore, ma credo anche che basta poco per trasformare questi stimolanti contesti in una dinamica promozionale di valore per la nostra sofferente cultura.

Claudio Fiorentini

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