Nazario Pardini |
Ora settembre
Ora
settembre freme con le foglie
certo più
belle e tenere di quelle
di un
agosto eccedente. Dalle crune
filtrano
facilmente gli aghi fini
per tessere
con fili variopinti
i tappeti
del suolo. Non ti grida
dattorno
coi colori di una festa
sfarzosa e
rumorosa; ti accarezza
con una
mano morbida di luce
che sperde
i suoi rumori
di color
violoncello. Tra le fronde
conserva i
pochi nidi che si sfaldano
al cielo
aperto e tiene sotto gli embrici
di dimore
invecchiate le radici
di un’anima
preziosa. È il mio settembre
un signore
maturo che racconta
le sue
storie a un bambino incuriosito,
fiorendole
con animo arricchito
degli
stessi colori. Amo settembre
perché mi
fa vibrare con le note
che trovo
solamente in melodie
di grandi
autori.
E poi perché l’odore
della mia
terra sembra, nel settembre,
molto
vicino ad un ricordo sperso.
Nazario Pardini
Complimenti per questi versi freschi delicati aspersi di rugiada settembrina e di quell'aria fresca tipica delle colline e della campagna pisana che sono invase dai colori sonori del violoncello di un mese e una stagione che accarezzano con la morbidezza della luce come fa e sa ben fare il poeta saggio e maturo che si rivolge ai fanciulli per appagare la loro curiosità con le parole dello stupore della poesia. Grazie maestro.
RispondiEliminaMaurizio Soldini
C'è il senso morbido e sognante di un vigore che ha perso lo smalto della sua massima esplosione ed inizia a tornare, più ricco d'amore, dentro se stesso, nel suo golfo interiore, come un'imbarcazione nel porto, per una pausa ristoratrice. Non c'è disperazione in questi versi che cantano con grande dolcezza il tramonto. Non come perdita, ma come un naturale approdo, consapevole della legge universale che conduce gli esseri (e l'Essere) dal Fuori al Dentro, e viceversa, con quel viaggio circolare che occorre alla riaffermazione eterna della vita. Grazie Nazario, per questo canto saggio, mesto e carico di speranza.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Endecasillabi corposi, lucenti, luminosi, musica che riconduce alle armonie immortali di Chopin e Schumann, morbidezze e dolcezze, sapienza compositiva, misurata malinconia di una stagione che è anche emblematicamente una delle stagioni della vita
RispondiElimina“Amo settembre/ perché mi fa vibrare con le note/che trovo solamente in melodie/di grandi autori.”. Ma settembre è anche corposità di una terra generosa, odorosa, festosa come quella toscana che richiama ricordi ancor vivi.
Credo che il commento più significativo stia nelle parole stesse dell’Autore: "la poesia è l’unica arte che permette di visitare le segrete stanze dell’anima. E questo è il potere dell’immagine: catturare momenti di vita, immergerli nel patrimonio della nostra coscienza, e ri-darli alla luce con tale energia empatico-emotiva da farli serbatoio del canto; fiori a germogliare dopo lunga fecondazione..."
"…La scussa realtà di per sé non sarà mai sufficiente a tramutarsi in poièin, a meno che non venga lucidata dall’inquietudine dei nostri perché; accompagnata da quella musicalità insita nelle parole che si fa corpo dei nostri incantamenti; o in sprazzi naturistici che dànno volto alle nostre cospirazioni epigrammatiche: mari di pèsca, colline di giada, amori rinati, venti di campo, sprazzi di vólti, orizzonti infiniti, spazi finiti. "
Grazie veramente, Maestro.
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RispondiEliminaSi Nazario condivido la tua bella visione di settembre...anche se già io intravedo l'autunno bifronte...Sei più sereno di me, grazie per quello che mi trasmetti.
RispondiEliminaSettembre freme; settembre non grida, accarezza; settembre conserva.
RispondiEliminaHa un'anima preziosa perché odora di terra.
Come si può, con poche pennellate, dipingere il quadro della vita e della morte che, in perfetto equilibrio, si amano e si lasciano amare!
Grazie, Nazario.
Sandro Angelucci
Settembre, ancora! Anche questo è un settembre dei profumi della campagna pisana, quando gli alberi cominciano a tingersi di giallo di oro di castani delicati, che disegnano tappeti colorati d'ambra, tessuti con "aghi fini", "con fili variopinti". Ed è un riposo del cuore che riesce a dimenticare i tumulti del giorno e "ti accarezza / con una mano morbida di luce" / che sperde i suoi rumori" che ricordano la dolcezza colorata del suono "del violoncello". Certo è anche questo il settembre di Nazario Pardini "che racconta le sue storie" in splendidi endecasillabi che ci accompagnano nel bosco della vita. Un solo settenario, posto quasi alla metà del canto, per una pausa che consenta di raccogliere pensieri e sensazioni. Non a caso Nazario toglie dal verso originario "in penombra" che proponeva anche "che sperde i suoi rumori". E' l'arte del vero poeta, che sa "giocare" con la mobilità e la bellezza del verso. Complimenti sinceri, Nazario.
RispondiEliminaUmberto Cerio
Il "settembrino" Nazario usa magistralmente l'arte della poesia per sciogliere in suoni di convincente cospicuità lirica ogni percezione della realtà circostante. Settembre, poi, è l'occasione preferita, il plettro che fa vibrare le corde di un forte, dolce ed acceso sentire in perenne, fervida attesa. Il mese perfetto, con il corredo allegorico-metaforico del caso.
RispondiEliminaDavvero una bella poesia!
Pasquale Balestriere
Versi ampi che invitano a sentire i sapori della natura, nel suo risveglio fresco dopo la calura estiva. Versi che stendono il loro tappeto sonoro, come note distese sui teneri fili d'erba, che germoglia e raccoglie con delicatezza le prime gocce di rugiada. Una poesia immediata, che entra in noi ed eleva le nostre emozioni.
RispondiEliminaLa mia ammirazione e sinceri complimenti al Maestro Nazario, per questa ulteriore testimonianza della sua ampia sensibilità poetica.
Francesco
Ringrazio con affetto Maurizio Soldini, Franco Campegiani, Maria Grazia Ferraris, Giusy Frisina, Sandro Angelucci, Umberto Cerio, Pasquale Balestriere, Francesco Casuscelli per i loro interventi zeppi di sensibilità e di sapida connotazione esegetica. Tutti, sicuramente, avete contribuito a rendere più cristallino il mio inno a settembre.
RispondiEliminaIl vostrro Nazario
L'animo arricchito del poeta, trascritto in versi più nobili, più delicati che mai, con un piacere schietto, spontaneamente espresso, è in grado di far vibrare anche il lettore dalla scorza più dura. Questi versi sono rivestiti di sacralità.
EliminaUbaldo de Robertis
Grazie, Ubaldo, per il tuo prezioso intervento.
EliminaNazario
Un settembre gentile e pacato, quello che traspare dai versi di Nazario Pardini , che ci fa ascoltare dolci melodie irradiarsi tra le fronde .Ma c'è anche qualcosa più nascosto e misterioso : un'anima preziosa che si nasconde tra le radici degli alberi e l'odore della terra paragonato ad un ricordo sperso . E qui la sensibilità del poeta si trasfonde in leggera malinconia
RispondiEliminaNon si può demandare ad altro linguaggio ciò che può essere detto solo con la Poesia. Versi scorrevoli, fruibili, estremamente impreziositi da un pathos agreste e naturalistico che solo un Pardini vi può introdurre senza tema di smentirsi. Il suo naturalismo è un idillio alla natura, una fresca e irradiante melodia che origina dalla sua natura terragna per ergersi alla Dea Terra. La musica che promana dalle radici e dalle foglie in un empito di rara bellezza è un inno al Creatore e al creato. Qui il testo appare di una purezza adamantina e possiede una connotazione sacrale per ciò che inerisce le ragioni delle emozioni e del cuore.
RispondiEliminaNinnj Di Stefano Busà