RONDINI
Tacea da quattro aprili il nidicciuolo
dove, fanciullo, il volo
delle garrule rondini mia madre
insegnommi ad amare.
Nel sessantuno ritornò dal mare
solo l'alato padre;
si accovacciava nel nido ogni sera
e tal sciogliea nell'aria
la canzon solitaria,
che davver somigliava una preghiera.
Egli piangeva l'amica diletta
sepolta sulla vetta
di una qualche piramide d'Egitto;
e certo, nel tragitto
di quell'ottobre, gli mancò la lena,
al pensier di trovarla disseccata
sulla cocente arena!
Uno stormo però di rondinelle
vispe, piccine e belle,
quest'anno ancora alla gronda ospitale
venne a raccoglier l'ale,
seminando un pispiglio interminato;
del povero annegato
credo saranno i bamboli innocenti
e i prossimi parenti
che ritornano, orando, al patrio nido,
per celebrare come meglio ponno
gli antichi amor del nonno.
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