mercoledì 1 marzo 2017

PIERO RAINERO: "DA QUI VENGONO LE CICOGNE"


Piero Rainero,
collaboratore di Lèucade



Da qui vengono le cicogne

Da Friburgo a Strasburgo, anzi da Mulhouse a Strasburgo, lungo la strada del vino, tra distese di campi di grappoli bianchi trovate incollati ai piedi dei Vosgi, con le case che terminano proprio dove iniziano le alture, una serie di paesi: Thann, Eguisheim, Kaysersberg, Selestat, Obernai.
Avete in mano la mappa? Li vedete?
Munitevi di una lente d’ingrandimento, guardate bene.  Un poco più a nord di Kaysersberg cercate Riquewihr, lo avete trovato? Vedete quella casetta, a due piani, tutta verde limone col tetto fucsia? E quella dopo, sempre a destra nella strada principale, color turchese con persiane lilla e tetto terra bruciata? E subito lì vicino quell’altra casa, questa volta a tre piani, muri verde acqua, porte oliva e tetto rosso scuro?          Un incanto, non convenite?
                                 


Cosa dite?! La vostra mano si è spostata un po’ a sud? Ma quella è Colmar.
Guardate che meraviglia!!  Le case a graticcio, le vedete??  Dentro a mura di ogni colore, mura dipinte di ocra, rosa, azzurro, arancio e magenta ci sono in alto e in basso, verticale, orizzontale e diagonale, le travi marroni che servono a rafforzare le povere pareti.
Guardate, tutta la città è piena di questi scheletri di legno.         Una città che è una fiaba!
So che siete incantati a guardarla, ma andate un po’ più a nord, guidate la lente più in alto.
Tra salsicce e crauti, tra pinot, riesling, tokay, miele d’Alsazia e succo di mirtillo cosa scoprite?
Ancora altri paesi? Ancora tetti spioventi, aguzze guglie di chiese, case tinta pastello con accostamenti più vivaci, più arditi? Sì! Ancora questo. A Bergheim, ad Ammerschwihr, a Niedermorschwihr, a Kientzheim, è sempre così.
E proprio da qui, da Riquewihr, da Sigolsheim, da Zellenberg, da Colmar, da Ribeauvillè…..
DA QUI VENGONO LE CICOGNE!
Come dite? Non ci credete? Inquadrate allora la piazza principale di Ribeauvillè, aguzzate la vista: ecco!  Le vedete quelle due ??      Sono Rita e Filomena; che becchi aguzzi, vero?
Volete sapere cosa si dicono?    Ascoltate, allora!
“ Cara mia, per fortuna oggi è il mio giorno libero, ieri ho consegnato tre neonati, che faticaccia! ”.
“ Non mi dire! Ne vengo ora dalla Scozia, pesava 4 chili e 2, sono stravolta e potrei essere ancora chiamata, oggi ”.
“ E’ un momentaccio, troppo stress, ne nascono sempre di più, non abbiamo requie. Ma tu, dimmi, quand’è che andrai in pensione? ”.
“ Fra tre anni, purtroppo! C’è ancora tempo. Comunque, quando succederà, me ne starò tutto il dì a zonzo per negozi con le amiche o sdraiata a leggere ”.
“ Fortunata te! Io ho ancora molti anni davanti. A proposito di negozi….ieri a Strasburgo ho visto in vetrina un delizioso cappottino per la stagione fredda ”.
“ E come era? ”. “ Oh..un misto lana rosa con quadratini oro, tipo..hai presente oro 21? ”.
“ Bello! Adoro l’oro 21, una sfumatura splendida. Ne ha dipinto uno così Federica l’anno passato ”.
“ Un cappotto? ”. “ Ma no! Un bambino! ”. “ Ah, già…che stupida che sono ”.
“ Sì, ne aveva fatto uno così Federica, da portare in Cina, vicino a Nanchino, credo ”.
“ E dimmi un po’: era pesante, il cappotto? ”.
Lasciamo stare un attimo le nostre due cicogne, devo assolutamente spiegarvi una cosa.
Non lo sapevate? I bimbi li dipingono le cicogne, certo!                                                 
Cosa pensate?!    Che nascano già colorati?       No, prima sono trasparenti.      Non ci credete?
Eppure sarete pur passati con un aereo dentro ad una nube, qualche volta.  Avete mai visto, sulle nubi, un bambino colorato?    Certo che no!  Perché PRIMA DI NASCERE, quando SONO ANCORA SULLE NUVOLE, sono trasparenti, appunto, e voi non li vedete.
Sono le cicogne che li dipingono.     
Mettiamo che la cicogna debba recapitare un bel frugoletto ad una coppia di Tokio.
Come lo tinteggerà? Con un bel giallo 17, ovvio ( o, al massimo, un giallo pallido 15 ).
Non vorrete mica che lo faccia nero 29, come se dovesse portarlo in Congo, non ne convenite?
Solo una volta, mi ricordo, uno di questi uccelli ( presumibilmente ubriaco, la strada dei vini è qui accanto ) a due genitori svedesi, lui bianco rosa 11 e lei bianco rosa 9, ha recapitato un bel pargolo marrone 25, con conseguente inevitabile bisticcio tra i coniugi.
Le cicogne mescolano i colori dei genitori ed a loro è data una deroga solo per un limitato spazio da concedere alla fantasia.    Ma Rita e Filomena stanno ancora parlando: “ No, mia cara, il capo non è affatto pesante; un grazioso cappotto rosa a quadretti oro, leggero leggero ”.
“ Meno male. Con i bimbi d’oggi, tutti paffuti e rotondetti, non posso permettermi gli spessi cappotti di una volta. Dovrei fare un po’ di cura dimagrante, sai? Ma se non mangio, mi mancano le energie , ed oggi sono reperibile. Potrebbe arrivarmi un’altra chiamata dal castello da un momento all’altro ”.                  Già, cosa c’entra il castello? E come funziona la cosa?
Funziona così. Il castello di Haut-Koenigsbourg, a pochi chilometri da Ribeauvillè, lassù sulle alture dei Vosgi, è comodissimo, così vicino alle nuvole.
Dunque…la cicogna che risulta di turno, o reperibile, viene raggiunta da una comunicazione ( niente piccioni viaggiatori, ovvio: un’altra cicogna fa la spola con il maniero ).
Normalmente l’informazione è contenuta in un piccolo biglietto dove vengono scritti nome del nascituro, indirizzo, generalità dei genitori con relativo colore corredato da sfumatura, altezza e peso del bimbo, del tipo del biglietto riportato qui sotto:

 
La cicogna prende il bigliettino e prima di volare sulle nuvole si reca al castello, fa un salto nel ripostiglio da dove preleva tutto quanto l’occorrente ( pannolini, ciucciotto, latte in polvere e latte di colore ). LATTE DI COLORE?
Sì, i contenitori con la tinta che la cicogna sceglierà sono conservati nell’ampio salone, dove potete trovare tutte le sfumature che vi aggradano, da un pallido bianco rosa 2 ad un deciso nero 29.
Abbiamo sentito poco fa Rita preoccupata per il peso del cappotto. Proprio questo è il cruccio principale di questi grandi, eleganti uccelli.
La latta di sostanza colorante, infatti, pesa circa 2 chili che, aggiunti al pannolino, al latte ed al bambino, portano il tutto di solito a quasi 6 chili: provate voi a volare sbattendo le braccia con questo peso addosso!
Dopo una dura giornata di lavoro la cicogna è molto stanca ed il sogno, non nascosto, di questi simpatici animali è di andare presto in pensione, argomento di tante loro discussioni.
Dicevamo…..la cicogna decide dunque quale sfumatura regalare al piccino ed armata di tutto punto, ciucciotto, pannolini, latte e latta, vola dal castello alle formazioni nuvolose più prossime.       
.Indi, con immenso amore ed altrettanto scrupolo, dipinge tutto il corpo del bambino, lo avvolge delicatamente nel lungo telo e col suo pesante fardello parte per la destinazione finale, vicino o lontano che questa sia.  DAL CASTELLO ALLE NUVOLE, E DA QUESTE AL MONDO.
Ecco come funziona, cosi ora lo sapete.
E la latta di colore, che fine fa?  Lo volete proprio sapere?  Beh….la latta precipita al suolo.
Non risulta comunque che alcuno sia stato sinora centrato da qualche lattina cadente, così come nessuno è mai stato colpito da un meteorite, ma con l’esplosione demografica in atto….beh, state attenti!  Ma sulla piazza di Ribeauvillè sta accadendo qualcosa.
“ Volevo prendere anche una canottiera grigia, magari con qualche stellina viola, di quelle, sai, aperte un po’ sui fianchi….” Uno sbatter di ali interrompe il discorso di Filomena.
“ Rita, Rita! ” è Nuccia che, trafelata, piomba al centro della piazza, tra le due amiche.
“ Ciao, Nuccia, cosa c’è? ”.  “ Tocca a te, Rita, sei nuovamente di turno, che premura: non sono neanche riuscita a prendere il biglietto coi dati. Lo troverai al castello ”.
“ Me l’aspettavo, sembrava lo sentissi! Sono già morta, distrutta. Comunque…ciao Filomena, ciao Nuccia”.                “ Io torno su con te, ciao Filomena ”.  “ Ciao, Nuccia ”.
Rita e Nuccia aprono le grandi ali, le mettono in movimento e si librano sui tetti grigi e rossi del paese, transitando su qualche collega che cova le uova in grandi nidi sulle guglie della cattedrale (anche le cicogne, sapete, a volte aspettano la cicogna! Neppure loro nascono sotto i cavoli ).
Pochi minuti e le ritroviamo, le vedete?, nell’imponente sala del maniero.
“ Ciao, Rina, dov’è il biglietto coi miei dati? ”.
“ Non lo so, prova a chiedere a Vanessa, è là in fondo ”.              “ Scusa, Rita, io vado in bagno ”.
“ Sì, Nuccia. A presto, e grazie! ”.     “ Di nulla, figurati ”. Rita, con le sue lunghe zampe, a grandi passi attraversa la sala, mentre all’esterno del castello le prime ombre della sera pitturano sulle alture la grigia sagoma della fortezza.  Si avvicina a tre colleghe che stanno gioiosamente chiacchierando. "Serafina, davvero andrai in pensione? Veramente? ”.
“ Sì, certo. Ho 16 anni di contributi versati. Potrei prendere la finestra che si aprirà nella prossima primavera ”.     “ Ma perché aspettare marzo per aprire quella finestra? Oggi non fa freddo ”.
Non ridete.   Ileana, che sta adocchiando la grande finestra nel salone, è sempre stata, poverina, poco pronta ad afferrare i concetti.
“ Beata te! Hai quasi finito di soffrire. Oh! Ecco Rita, finalmente!! ”.
“ Ciao, Vanessa. Sono stravolta, stanca morta! Sono di ritorno dalla Scozia, un bimbo di 4 chili e 2, non ce la faccio più. Non potevate chiamare qualcun altro? ”.
“ Non dipende da me, lo sai. E’ Paola che decide. Il biglietto è sulla credenza, là. Prenditelo ”.
“ Quant’è il peso? ”. “ Non lo so, non l’ho letto. Senti, Serafina, dove andrai in vacanza per Natale? ”.     “ Le ferie? Oh..beh..io e Gustavo pensavamo di andare in Australia in aereo ”.
“ In aereo? Ma non è economico! ”.  “ Ho già avuto due nati da quelle parti, nel Borneo e nel Nuovo Galles del Sud. Vuoi mica che voli di nuovo fin laggiù!? Non ci penso nemmeno. E poi, scusa, ..”.
TUMP! A quel rumore Ileana, Vanessa e Serafina si voltano.
Dietro di loro, distesa sul pavimento, giace Rita.          SVENUTA. Accanto a lei il biglietto:


 Piero Rainero







                                                                                                                                               

2 commenti:

  1. La favola è molto graziosa con una sua stringata logica nella sua assurdità. Anch'io scrivo favolette - molto modeste per la verità - nei momenti di noia, e sono tanti, quando non sono presa da testi più impegnativi. Ed anche i miei racconti sono di questo tipo ossia hanno i connotati di quelli che ci raccontavano le nostre mamme. Ora invece, guardando la TV, vedo una serie di stralunati personaggi che niente hanno a che vedere con quelli della nostra infanzia. Perciò domando all'autore, che penso sarà un nonno, quale indice di gradimento abbiano queste sue storie estremamente gradevoli presso il pubblico infantile. E' una mia curiosità personale che non riesco a soddisfare vivendo in una cerchia di persone tutte molto di sopra degli anta. Se mi vorrà rispondere mi farà molto piacere. Carla Baroni

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  2. Leggendo il brano ho ripensato al romanzo del napoletano Erri De Luca "Montididio". Un testo molto particolare, interamente scritto in vernacolo, simile a una lunga poesia. Le cicogne ne erano protagoniste. Invece di dirigersi verso Gerusalemme facevano sosta nel quartiere povero di Napoli. Piero Rainero adotta il linguaggio onirico - fiabesco, il più difficile da usare con arte e narra la sua storia dolce e forte, che cela una morale incisiva. Lo ringrazio di cuore per questo esempio di fabula che non scade nel banale, che sa essere didattica e convincente.
    Maria Rizzi

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