Adriana Pedicini: I luoghi della memoria. (Racconti sul filo della memoria e altri racconti). Edizioni Il foglio. Piombino (LI). Pg. 150. € 12,00
Adriana Pedicini, collaboratrice di Lèucade |
Relazione
su “ I luoghi della memoria” di Adriana Pedicini
“I luoghi della memoria” di Adriana Pedicini è una silloge di
ventisette racconti ambientati in tempi e contesti assai diversi tra loro in
cui il denominatore comune è la ricerca di quella trama che lega il presente al
passato, trama che, così come avviene con il passare degli anni, affiora sempre
più pagina dopo pagina. Il lessico utilizzato è quello tipico della nostra
autrice, scorrevole e familiare, ma al contempo estremamente curato dal punto
di vista stilistico e impreziosito da vocaboli ricercati ed efficaci, senza
però risultare mai stucchevole o eccessivo. Molte delle vicende sono tratte dal
suo ricco vissuto personale e da quello di personaggi da lei conosciuti ed è
interessante come l’autrice riesca a
trasmettere intatte le atmosfere e i colori dei luoghi della sua infanzia, così
come la saggezza e la profondità di tradizioni e rituali di cui ormai si è
quasi persa la memoria. Straordinaria, ad esempio, la descrizione di come tutta
la comunità un tempo partecipava alla nascita di una nuova vita che ci regala
nel racconto “La forza di vivere”, bellissime le descrizioni delle feste che si
tenevano al tempo della mietitura o della vendemmia, deliziose le narrazioni
del rito della panificazione in casa e
dei preparativi in vista di un matrimonio o di un invito particolarmente
importante. Estremamente coinvolgenti, poi, le storie che affrontano con
coraggio la durezza che a volte il destino ci può riservare, come in “Oltre il
mare un’isola” che racconta del tragico epilogo di una stupenda storia d’amore
o nel “Il giacinto bianco” ove la
descrizione di una violenza carnale è talmente realistica da emozionare fino
alla commozione o ancora in “Banchi di legno” dove la protagonista, una maestra
elementare, deve accettare, per quanto gli sembrino assurde e sbagliate, l’immutabilità
di alcune regole consolidate e la crudeltà della miseria, che costringe i suoi
giovanissimi alunni a rinunciare all’istruzione per andare al lavoro in aiuto
della famiglia.
In questa nuova opera di Adriana Pedicini è difficile distinguere
dove finisce la prosa e inizia la poesia, capire dove il costrutto descrittivo,
peraltro minuzioso e gradevolissimo, lascia il posto al linguaggio dell’anima.
In ogni sua pagina si respira l’essenza del pensiero iniziale, dello spirito
della Creazione, di quell’amore che tutti ci comprende e di cui tutti, più o
meno consapevolmente, siamo messaggeri. Non è dunque solo attraverso la
narrazione delle singole vicende o nella pur mirabile descrizione dei singoli protagonisti
che l’autrice ci dona il suo contributo di speranza quanto con il suo abile far
luce sulle pagine di eterno che ognuno di noi porta nel cuore, in quel sapiente
risvegliare quella percezione della bellezza che la frenesia del quotidiano
spesso ci nasconde.
Per apprezzare appieno quello che Adriana ci racconta non è
necessario, quindi, conoscere la sua terra d’origine o gli scenari e le
abitudini dei tanti mondi in cui ambienta le sue storie perché nel nostro dna
emozionale sono già impresse le gioie e i dolori di chi ci ha preceduto e nella
nostra memoria più profonda, quella che non sappiamo nemmeno di avere, è
conservata la chiave di lettura di ogni segreto della vita, di ogni nostro dubbio
irrisolto.
Ecco perché non è necessario aver conosciuto Teresina per capire
la purezza del suo animo bambino, non è indispensabile aver provato il dolore
di zia Assunta e della sua amica Concettina, rimaste vedove bianche di due
“ragazzi del ’99”, per comprendere la loro freddezza e il loro risentimento
verso il mondo intero, non c’è bisogno di aver vissuto un’infanzia priva della
figura del padre, come Cary, per comprendere l’angoscia di chi non conosce le
proprie radici.
Questi sono i luoghi preziosi dove ci conduce l’autrice, donandoci
così la consapevolezza dell’importanza del nostro viaggio, che non può e non
deve essere visto come fine a se stesso, ma come il compimento di un piccolo ma
essenziale passo nell’infinito cammino dell’uomo, perché nessuno ha il tempo e
le potenzialità per sciogliere tutti i nodi esistenziali nell’arco di una sola
vita.
Questa incantevole raccolta è quindi un’opera in cui la memoria,
sorretta dall’ideale di un disegno comune che prosegue e si evolve di
generazione in generazione, anziché perdersi nel passato si lega a doppio filo
con il futuro.
Un libro che ci richiama, tutti, al mestiere più bello del mondo:
quello di vivere.
Paolo Buzzacconi
Paolo Buzzacconi, nell'evento che si è svolto il 18 marzo all'Enoteca Letteraria di Tonino Puccica a Roma, con noi Iplac, ha affiancato Franco Campegiani con questa relazione complementare a quella del Poeta, filosofo, critico letterario di Marino. L'arte della parola dell'Autrice è stata il giusto completamento di tanto evento. "I luoghi della memoria" sono divenuti anche nostri. Possiamo abitarli e sentirci 'a casa'...
RispondiEliminaGrazie a tuttie, soprattutto al grande Nazario. Date lustro ai nostri sforzi!
Maria Rizzi