giovedì 2 marzo 2017

N. PARDINI: LETTURA DI "NON RITORNI" DI ANTONIO SPAGNUOLO


Antonio Spagnuolo: Non ritorni. Robin Edizioni srl. Torino. 2016. Pg. 120. € 12,00


Antonio Spagnuolo





La nuova fatica letteraria di Antonio Spagnuolo si sprigiona in una serie di liriche distribuite in due sezioni: Lunghi murales e Memorie. Il titolo, Non ritorni, già, di per sé,  ci introduce in quello che fa da prodromico input al patema vicissitudinale del poeta, in conflitto fra vita reale e vita memoriale. Ed è negli angoli più nascosti della sua anima che Spagnuolo trova e ritrova se stesso, le recondite armonie, il suo mondo, il suo essere, la sua ragione di esistere, concretizzati nella donna che ha sempre amata e che ora, scomparsa, ama forse più intensamente, dacché  immagine di amorosi sensi, corpo evanescente, irraggiungibile; e si a che l’immagine si distingue dalla realtà per il suo potere cospirativo fatto di nutrimenti ora angoscianti ora di pulcritudine intensi; di rimpianti che provocano sconquassi emotivi per sottrazioni di indicibile portata. Tredici composizioni formano la prima  parte e 73, in numeri romani, la seconda. Un poema di ampio respiro, di plurale impatto emotivo, che, con una verbalità di personalissima fattura, riesce ad arginare ogni possibile esondazione emozionale. 
Da A, la prima pièce: “Come al fondo di rossastre lune il mio capriccio/ oscilla tra vetrate e già lo sciame di libellule amiche/ ha il caos sotto quadranti, che la lingua scompone,/ ripete frasi nelle ossa candide per sfuggire nenie/ confidate alle sere…”  dove una versificazione ampia, ipermetrica e prosastica dà sfogo agli abbrivi cospirativi iterati e complessi  dell’aveu monotematico dell’opera;
a
Pupille, dove grido, preghiera, terrore e distruzione primeggiano nel canto;
da
Nudo, dove immagini di erotica consistenza danno voce al tessuto poetico: profilo, profumo, pelle, nudo, piede delicato, impertinente, coscia che rammenta il cielo;
a
Dimensioni, dove il pensiero si frantuma in mille tocchi;
da
Arterie, dove “Nel groviglio di arterie che compone il timore/ affoga la memoria col fraseggio irrequieto, /visioni di parole nel caos”;
a Trappola … a Perdono, dove trovano posto rassegnazioni e  sospetti di improvvise illusioni. E dove il Poeta non crede al frutto maturo del passato, alle soffici ali dell’eterno che ghermisce innocenze.

La seconda parte si articola in Risposte, Frammenti (Un’erosione incandescente la tua forma.), Giorni (La tua giovinezza ha esaurito la mia immagine)…, Sera (Improvvisa la sera mi dilania/ nell’imminente disfarti.)…, Inganno (La promessa di rivederti ancora/ è bugia, tremore di un inganno.)…, Spazi (il tuo profilo si stacca al singhiozzo,/ nella misura sbagliata di lusinghe.).  Per concludersi in una raggiera di chimere che stordisce il lettore per la concretezza del sentire:  ripiegamenti, lontananze, impronte,  dissolvenze. Il tutto in primavere che non hanno più niente da dire; in stagioni che sfumano la loro presenza in brume di malinconici addii. Memorie, sì! Ritorni di voli, di amore, di incontri, di baci, di abbracci, di chiari di luna, di sfavillii di cieli, di azzurri di mare, di verdi collinari, di notti carnali, di gioie, di esplosioni di voci, di bellezze di volti, di debolezze terrene, di terrene incursioni. Lampi che giocano a pungere una realtà che di tali emozioni si inebria:


LXXIII
Chimera

Soltanto una chimera? Sessant’anni
svaniti al volgere di uno sguardo
quasi per gioco, schiocco di frusta,
nel bianco consueto della luna,
perla del dubbio inaspettata.
Si allontana con l’inganno in guizzi e specchi
il ricordo delle impronte folgoranti
e sbiadisce la tua figura nella malinconia,
così acceca il riflesso e sospende l’attimo,
nei giorni in cui la primavera non ha altro da porgere.



Nazario Pardini

1 commento:

  1. una lettura rapida , coinvolgente , attenta nel ritmo incalzante delle emozioni. Grazie per l'attenzione rivolta alle poesie , e mille auguri per la luminosità del tuo sito

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