Antonio
Spagnuolo: Non ritorni. Robin Edizioni srl. Torino. 2016. Pg. 120. € 12,00
Antonio Spagnuolo |
La
nuova fatica letteraria di Antonio Spagnuolo si sprigiona in una serie di
liriche distribuite in due sezioni: Lunghi
murales e Memorie. Il titolo, Non
ritorni, già, di per sé, ci
introduce in quello che fa da prodromico input al patema vicissitudinale del
poeta, in conflitto fra vita reale e vita memoriale. Ed è negli angoli più
nascosti della sua anima che Spagnuolo trova e ritrova se stesso, le recondite
armonie, il suo mondo, il suo essere, la sua ragione di esistere, concretizzati
nella donna che ha sempre amata e che ora, scomparsa, ama forse più
intensamente, dacché immagine di amorosi
sensi, corpo evanescente, irraggiungibile; e si a che l’immagine si distingue
dalla realtà per il suo potere cospirativo fatto di nutrimenti ora angoscianti
ora di pulcritudine intensi; di rimpianti che provocano sconquassi emotivi per
sottrazioni di indicibile portata. Tredici composizioni formano la prima parte e 73, in numeri romani, la seconda. Un
poema di ampio respiro, di plurale impatto emotivo, che, con una verbalità di
personalissima fattura, riesce ad arginare ogni possibile esondazione
emozionale.
Da
A, la prima pièce: “Come al fondo di rossastre lune il mio capriccio/ oscilla
tra vetrate e già lo sciame di libellule amiche/ ha il caos sotto quadranti,
che la lingua scompone,/ ripete frasi nelle ossa candide per sfuggire nenie/ confidate
alle sere…” dove una versificazione
ampia, ipermetrica e prosastica dà sfogo agli abbrivi cospirativi iterati e
complessi dell’aveu monotematico dell’opera;
a
Pupille, dove
grido, preghiera, terrore e distruzione primeggiano nel canto;
da
Nudo, dove
immagini di erotica consistenza danno voce al tessuto poetico: profilo,
profumo, pelle, nudo, piede delicato, impertinente, coscia che rammenta il
cielo;
a
Dimensioni, dove
il pensiero si frantuma in mille tocchi;
da
Arterie, dove
“Nel groviglio di arterie che compone il timore/ affoga la memoria col
fraseggio irrequieto, /visioni di parole nel caos”;
a
Trappola … a Perdono, dove trovano posto rassegnazioni e sospetti di improvvise illusioni. E dove il
Poeta non crede al frutto maturo del passato, alle soffici ali dell’eterno che
ghermisce innocenze.
La
seconda parte si articola in Risposte, Frammenti
(Un’erosione incandescente la tua forma.), Giorni
(La tua giovinezza ha esaurito la mia immagine)…, Sera (Improvvisa la sera mi dilania/ nell’imminente disfarti.)…, Inganno (La promessa di rivederti
ancora/ è bugia, tremore di un inganno.)…, Spazi
(il tuo profilo si stacca al singhiozzo,/ nella misura sbagliata di
lusinghe.). Per concludersi in una
raggiera di chimere che stordisce il lettore per la concretezza del
sentire: ripiegamenti, lontananze,
impronte, dissolvenze. Il tutto in primavere
che non hanno più niente da dire; in stagioni che sfumano la loro presenza in
brume di malinconici addii. Memorie, sì! Ritorni di voli, di amore, di incontri,
di baci, di abbracci, di chiari di luna, di sfavillii di cieli, di azzurri di
mare, di verdi collinari, di notti carnali, di gioie, di esplosioni di voci, di
bellezze di volti, di debolezze terrene, di terrene incursioni. Lampi che
giocano a pungere una realtà che di tali emozioni si inebria:
LXXIII
Chimera
Soltanto
una chimera? Sessant’anni
svaniti
al volgere di uno sguardo
quasi
per gioco, schiocco di frusta,
nel
bianco consueto della luna,
perla
del dubbio inaspettata.
Si
allontana con l’inganno in guizzi e specchi
il
ricordo delle impronte folgoranti
e
sbiadisce la tua figura nella malinconia,
così
acceca il riflesso e sospende l’attimo,
nei
giorni in cui la primavera non ha altro da porgere.
Nazario
Pardini
una lettura rapida , coinvolgente , attenta nel ritmo incalzante delle emozioni. Grazie per l'attenzione rivolta alle poesie , e mille auguri per la luminosità del tuo sito
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