Luigi Gasparroni. Ancorato a questa foce. Teramo. 2017 |
La
silloge trae il titolo dalla poesia eponima a pag. 11, ANCORATO A QUESTA FOCE,
che già tanto ci dice del cammino umano e artistico del poeta: "…Ancorato a
questa foce ogni giorno/ risorgo come da sofferto sogno,/ con le braccia in
croce/ e al tacito ritorno s’accompagna/ eco di parole e gesti consueti”. Ogni
giorno una rinascita, ogni giorno una nuova avventura di parole e gesti
consueti; ogni giorno un volo che dai palpiti terreni si eleva alle soglie dei
misteri.
Luigi Gasparroni medico specializzato in
pediatria è un grande amante della
letteratura. Ha pubblicato 7 raccolte di versi. Vincitore di premi letterari è
socio dell’A.M.S.I. (Associazione Medici Scrittori Italiani). Collabora a
riviste letterarie con saggi e poesie. In questa plaquette sono raccolte poesie
giovanili che già mettono in evidenza la poetica del Nostro tutta vòlta a
scandagliare vibrazioni emotive e riflessive di un poeta in bilico fra cielo e
terra; fra le bellezze terrene e i
misteri del creato. In seguito la sua vèrve creativa si evolverà con caratteri
più incisivi sia a livello verbale che stilistico, pur mantenendo quelli che
sono i caratteri dominanti della sua filosofia di vita che tocca gli ambiti più
veri e più schietti della vicenda umana: la natura, l’amore, l’esistere, il rapporto
della nostra vicenda col tempo, thanatos. Ma è con i trionfi di Pan che
Gasparroni esprime il suo pathos; è ad essi che affida tutto il suo patema esistenziale,
motivo focale del suo mondo poetico: continuità che dimostra la linearità, la compattezza,
l’organicità e la valenza del suo canto: Azzurri uccelli, fiori alti sullo
stelo, nei tuoi occhi il mare, prati inariditi, ardenti vulcani, neve sui
monti, mare e prati verdi, alberi nuovi, pazza primavera, nidi rubati fra le
siepi, fischi di merli, danza di pollini, voce d’aprile, nebbie di marzo: tante
immagini di cui il poeta si serve per dare corpo ai suoi impatti emotivi. La
sua è una poesia fresca, giovanile, semplice; ma semplice nel senso della
complessità e della pluralità dell’esistere; una semplicità che si raggiunge
dopo anni di esperienze e meditazioni.
PRIMAVERA
Già
la voce d’aprile ha salutato
le
nebbie di marzo.
Una
dolcezza inquieta agita
trasognati
pensieri di ragazze.
Salgo
su questi monti
ancora
spogli
sotto
la pioggia lenta.
È
la stagione dei lunghi silenzi
quando
i ricordi si adagiano
come
polvere lieve
sul
nostro cuore
in un desiderio di antiche primavere.
in un desiderio di antiche primavere.
Una poesia fresca e leggera, col pregio della semplicità.
RispondiEliminaSi posa come polvere lieve a portare antiche primavere.