Il passo dell’anima lento prosegue
gli occhi stanchi fissano l’Oltre.
L’inganno è scoperto
pelle di serpente a squame sfogliata
cruda realtà rivela non mia non solo
Tutto è in bilico nella crudele apparenza
di piedi a terra ben saldi.
Le parole sono nascoste
le parole non hanno più suoni
Babele è la torre di ogni città.
Confusi i colori, confuse le lingue,
gli odi e gli amori.
Il senso…il senso di tutto dov’è?
La gioia che brilla negli occhi morenti di un bimbo
l’abbraccio che solo nel dolore riscalda
è la misura del nostro soffrire o del nostro gioire?
La Tua Croce forse giustifica il senso
e ogni croce che spalanchi le braccia
dinanzi a un cielo senza catene.
Una lirica di straordinaria intensità, la tua, Adriana carissima, che senza inutile retorica, con slancio spirituale, mette in luce la tragedia cosmica che stiamo vivendo. La cifra stilistica è quanto mai sofferta eppure calda, appassionata, vibrante di pathos.
RispondiEliminaVersi come: "Babele è la torre di ogni città" sono un meraviglioso richiamo ai popoli uniti, all'esigenza di pace, di armonia. E la lirica termina con la speranza che, poderosa, esce dal vaso di Pandora e trova 'il senso' nel martirio dell'Uomo che si lasciò crocifiggere e leva il suo canto 'a un cielo senza catene'. Quanto sei brava e quale prova di sensibilità e di Arte ci doni! Ti stringo forte forte.