venerdì 19 giugno 2020

CARMELO CONSOLI LEGGE: "NEL FRATTEMPO VIVIAMO" DI NAZARIO P.


Nel frattempo viviamo
Nazario Pardini


Non manca di sorprenderci e stupirci il nostro amato e stimatissimo poeta Nazario Pardini con questa raccolta di poesie ben distante dal suo conosciuto stilema letterario, quello legato al fascino del mito, alleccellenza della cultura classica, alla favolosa ed onirica sua natura.
Un canto rinnovato che adesso si fa travagliato, toccato da un profondo realismo, percorrendo  tortuose strade  e marciapiedi urbani, che si accosta ad una umanissima quotidianità del fare e del dire, entra nelle piccole armonie/disarmonie delle cose pratiche ma anche nel mare magnum delle fatiche e dei sogni di ognuno di noi.
Una voce poetica decisamente innovativa dunque.  Un Nazario Pardini in tono minore?  Tuttaltro, anzi lespressione altra e profonda di un poeta  al cui potere visionario e aulico dellesistenza si associano una esperienza meditativa e riflessiva di lunga data, latteggiamento critico,  interrogativo del saggio ed anche  un personale divertissement;  insomma egli  rivela tutta larte rara di colui che colmo di esperienze traccia quale è e come si compie il mestiere della vita; una vita certamente complessa, difficoltosa ma che deve essere comunque vissuta e difesa come prezioso bene.
La parola pardiana si spoglia dunque della sua aura classicheggiante, del fantastico volo tra campi, boschi, fiumi  ed edeniche isole  e diviene decisamente popolareggiante, approdando alla terra della minuta esistenza di una collettività di cui egli si sente assolutamente parte integrante.
Una poesia la sua che muta profondamente nella struttura metrica e musicale  assumendo invece una singolare bellezza ritmica nella  brevità compositiva, particolarmente contagiosa, accattivante in cui la parola si fa diretta, succinta, significante allistante, connettendosi immediatamente alle armonie e alle imperfezioni di una esistenza giornaliera di uomini e donne.
La silloge è suddivisa in due parti di cui la seconda soprattutto ( Dal serio al faceto-Dal sacro al profano)) mostra un autore che si cimenta con una poesia condita di massime, aforismi, detti, proverbi e tutta una sua attitudine ad un vezzo scherzoso, avvicinandosi  al filone burlesco toscano, al realismo comico-sarcastico,  non esente comunque da seriose tematiche quali ci appaiono quelle su :ODelle sulGioachimismo.
Lanima, il Tempo,  le Armonie e geometrie vitali nei loro contrasti, ci appaiono le colonne portanti dellopera oltre che ad un destino della vita misterioso, sfuggente e contraddittorio.
Edunque questa sua rinnovata fatica letteraria un condensato di meditazione, riflessione, di atteggiamenti critici non scollegato tuttavia dal suo amore per la bellezza e la Grazia della natura, ma a cui si aggiunge anche un serio esercizio poetico di impegno civile e  morale.
Piace allora il poeta Pardini in una dimensione lirica i cui tratti scendono nellintreccio delle trafficate  strade del vivere, nel campionario di  comportamenti, azioni, opinioni, vizi e virtù  di ogni giorno di una complessa sopravvivenza in cui esporre le varie umanità nelle loro antitesi tra bene e male, tra buone intenzioni e vita pratica.
Tutta la silloge è pervasa da un sentore amaro, malinconico, ironico, carico del senso della solitudine ed in cui anche i dolci ricordi dei luoghi cari hanno una loro asprezza, da un soffuso pessimismo per la caducità del tempo e delle armonie e da una costante, strisciante richiesta di accesso ad una sfera di godimento delle piccole armonie in cui adagiarsi e riposare, come in quella sua fantastica lirica  che inizia con questi versi: “ /Se il paradiso fosse in terra/mio Signore/.
Dunque un Pardini in una veste suggestiva e affascinante,  intellettuale/pratica, concreta, realistica, in una dimensione tra spirituale e materiale che affronta i temi ricorrenti della vita come lamore, la gioia, il destino, la speranza, la morte spogliandosi della sua aureola accademica  e condividendo il comune destino quotidiano degli uomini.

Carmelo Consoli









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