Lidia Guerrieri, collaboratrice di Lèucade |
Le ho lette in un battito di cuore le poesie stupende de "Il sorriso del mare” di Pardini. Già il titolo è una pennellata di sereno in cui ritrovo la solarità tipica di questo straordinario poeta che ha cantato con immenso amore la campagna, la donna amata, gli affetti familiari e il miracolo irripetibile della vita.
Qui Delia si fa disincarnato spirito di amore, si fa essenza, si fa luce ; non più domina la memoria il ricordo dell'odore della pelle, del seno “rosa d'aspetto e marmo nel suo tatto” (“I dintorni dell'amore”), ma quello del suo sorriso che il poeta in un giorno lontano aveva catturato e che splendeva sì tanto da illuminare il buio della sua stanza. Delia è amore, ma è anche l' essenza di tutto quello che un amore giovanile significa: è la giovinezza perduta, è il rimpianto per lo splendore della vita quando nel suo albeggiare ci colma di dolcezza e di promesse. Delia è tutte noi quando, piene di sogni, abbiamo vissuto le medesime esperienze, semplici, ma fondamentali, quando abbiamo corso sulla spiaggia con il nostro ragazzo, cantando, senza sapere che quel momento sarebbe rimasto scritto dentro di noi per sempre, che sarebbe risorto più vivo che mai al tramonto, che forse sarebbe diventato poesia e una sconosciuta, leggendolo, avrebbe visto se stessa ed avrebbe pianto. E' qui la somma grandezza della poesia di Pardini : non nella forma pur così limpida, né nel lessico così vario e ricco...non sono novità, lo sappiamo da sempre e sono cose che non ci sorprendono data la vasta cultura del nostro e la sua esperienza e versatilità in campo poetico. La grandezza più vera sta nella capacità di farci rivivere le emozioni che sono state sue, che sono state nostre e di commuoverci fino al pianto. Non è una storia a lieto fine quella dell'amore fra il poeta e Delia. Ciò che nasce nel sogno non può vivere in una dimensione diversa da quella del sogno. La Delia che si ripresenta al poeta maturo è una donna che ha fatto i conti con la realtà (" era malmessa, non aveva più niente del mio sogno"), una donna che ha un marito, una famiglia, è una donna con un sorriso strano, figlia di questo mondo. Il poeta ne evoca lo spirito perché gli sieda accanto sulla loro panchina in piazza Caterina, ma lo sguardo di questa nuova Delia non ha la freschezza di un tempo, non può averlo perché Delia, bella, giovane, ridente, non esiste più. Essa è fuori dal tempo. Solo nel cuore del poeta ne resta l' impronta, ancora fulgida, a illuminare il vuoto della solitudine, e l'immagine di una corsa senza fine. Lei se n'è andata con le rugiade dell'aurora, con lo zefiro della stagione più bella, lasciando dietro di sé il “ profumo di pèsca delle sue sciolte chiome”.
Grazie Professore per aver accolto in Lèucade questo mio breve commento alla buona, da lettrice appassionata ma, purtroppo, inesperta delle tecniche e del linguaggio della critica più raffinata e vera. Una lettura semplice i cui soli pregi sono la spontaneità e la sincerità. Grazie :-)
RispondiEliminaLidia mia, tu sei tempesta d'affetto... Vai a fil d'amore e vinci su ogni virtuosismo. Il tuo commento acquista subito carattere universale in virtù della sua fruibilità. Noi abbiamo bisogno di identificarci, di comprendere, di sentire con colui o colei che scrive. E la tua competenza va al di là dell'umiltà che ti caratterizza e che, te lo garantisco, ti rende ancora più grande! Ti stringo forte.
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