Marco dei Ferrari, collaboratore di Lèucade |
Orme d'amore: la problematica di Nazario Pardini
Queste 10 poesie d'amore costituiscono
la "metanoia" lirico-sacrale più sofisticata e problematica di
Pardini. Non ci ingannano i suoi richiami naturalistici (pesca, mare, orto,
primavera, autunno, spiaggia...) o tempistici (la memoria del passato, le
foglie nel tempo...) o sentimentali (l'amore in tutte le sue espressioni più
intense: dall'armonia della luce all'immagine di Delia...). Il Poeta "corre"
sul sentire e supera vivendo, ogni ostacolo al rivissuto: non è sufficiente
l'orma sulla spiaggia o la stessa panchina di una piazza pisana a stimolare un "vissuto"
che si è esaurito già da lungo tempo e si pone come celebrazione di ricordi
morti. Il Pardini d'ora è l'uomo nuovo che ribalta la sua coscienza spirituale
e, liricamente, travolge luoghi comuni o pedisseque ripetizioni di valutazioni
già espresse sul sentimento d'amore, per significarci una completa
trasposizione di effetti/immagini. La "metanoia" lirica è chiaramente
trasposta in versi raccordati nel crescendo delle figurazioni non rammentate
ovvero ancorate al passato, ma viventi e reali nell'oggi per il domani di una
convergenza tempistica singolare in quanto sfuggente ai "canoni"
classici del sentire. L'amore dunque non è più stabilità di ascensioni
sublimanti, ma ricerca continua di presenze nell'attualismo dell'essere
complessibile. Ora tutto è più liricamente lineare: il "sorriso",
catturato e splendente illimitatamente, che pulsa e attira sino al cuore; la
corsa folle di Delia che coinvolge le onde del mare nella melodia di una storia
quasi sacrale e attualizzata e lungi dalla mestizia di un oblio privo; la
concretezza dell'immagine che travalica l'incontro mitizzando lo sguardo; la
realtà presente di Delia che si abbraccia al Poeta non nel vuoto, ma nella
pienezza del concreto ritorno di fiamma; la domanda della curiosità mai perduta
(il "Dove sei") che non si abbandona alla tristezza per sottolineare
l'allegria di un giorno di passione; il rifiuto dell'oblio (il padre-luce e
guida) e dell'oscurità a fronte dello spasimare amoroso, del pensiero dominante
per Delia, del desiderio che non si improvvisa ma si consuma sulla sabbia nelle
orme che scorrono... Il mix cromico che il Poeta sta vivendo ora (e non allora),
nella sua trasposizione spirituale gli schiude sfumature e visioni
profondissime (l'ultimo fiore, i panorami, le fughe, il pianto...) nel cielo
della luce prima dell'oscurità. Si diceva: linearità lirica; si aggiunge
connessione di richiami interiori che originano dal "padre" per tradursi
armonia di "Amapola", armonia totale e coinvolgente che stupisce la Natura,
il creato, l'amore, l'Essere di tutti gli esseri viventi per confondersi negli
occhi dell'amata. Armonia che splende e coralmente "riluce" il Tutto
dell'universo impressivo (ma reale) del Pardini innamorato. Ma qui occorre un'ulteriore
riflessione: perché il Poeta si sofferma sull'amore con questa complessa,
sofisticata, intrecciata, intensità analitica di difficile comprensione.
La risposta sta nella sua concezione
dell'esistenza. Per Pardini l'esistere nell'Essere è infinitamente una
potenzialità concessa per vivere dall' "in sè" al "per sè":
non esiste vitalità espressiva nell'ombra o nella dispersione dei sentimenti,
non può attingere l'amore nell'insufficienza dei "valori" primari. Ogni
sensazione/emozione creativa deve amalgamarsi nella ricettività unitaria
dell'Essere che dirige la "via" nelle sue forme e pluralità
metafisiche dialetticamente alternanti. Ma senza una "rivoluzione"
interiore (direi sacrale) è impossibile percepire l'esserci, il presenziarsi,
il rapportarsi all'amore dell'incontro all'approccio fattuale dell'avvio. Ecco
la liricità multiversa e alternativa del Poeta: dal mare al cielo, dalla luce
all'ombra, dalla memoria al tempo, dall'armonia all'orma... la liricità che gli
consente di affermare e afferrare il ritmo del percorso, e il suo passo
costellato di fasi re-progressive e graduali (armonie, ricami, Angeli, sospiri,
tripudi, tramonti...) che il sentire sempre propone e per sempre accompagna in
verifiche gioiose/dolorose/colme/vuote... Ma la risposta non sarebbe completa
se non si decifrasse l'universo filosofico del Poeta nei suoi risvolti più insondabili.
Chi è il Poeta? Che rappresenta di sè
stesso e del suo "fuoco" artistico interiorizzato nella "narratio"
delle parole?
Queste 10 liriche costituiscono la sua
risposta sul sentimento, ma non solo: qui i "valori" sono risvoltati
nella loro propria essenzialità, quali componenti inalienabili dell'Essere e
del procedimento dialettico intrinseco. Il Poeta dalle ombre della notte si conduce
alla luce solare del giorno; dall'autunno alla primavera, dalle nebbie del ricordo
alla realtà di presenza (di "esserci") in termini gnoseologici e
fenomenologici (dove la coscienza dell'esperienza intuitiva predomina su tutto
il resto) fino al ribaltamento finale dello spirito totalizzante e creativo (la
metanoia) che si specifica, attualizzandosi, per dispendere ogni influenza
negativa della memoria e valorizzare lo spessore delle "essenze" di
ogni trascendentalità "attiva". Pardini è il custode di queste
essenze "poetiche" e queste risposte pur non esaurendo la sua complessità
artistica, ne tentano un indirizzo ontologico (almeno spero).
Marco dei Ferrari
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