domenica 7 giugno 2020

MARCO DEI FERRARI LEGGE: " IL SORRISO DEL MARE" DI NAZARIO P.

Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade

Orme d'amore: la problematica di Nazario Pardini

Queste 10 poesie d'amore costituiscono la "metanoia" lirico-sacrale più sofisticata e problematica di Pardini. Non ci ingannano i suoi richiami naturalistici (pesca, mare, orto, primavera, autunno, spiaggia...) o tempistici (la memoria del passato, le foglie nel tempo...) o sentimentali (l'amore in tutte le sue espressioni più intense: dall'armonia della luce all'immagine di Delia...). Il Poeta "corre" sul sentire e supera vivendo, ogni ostacolo al rivissuto: non è sufficiente l'orma sulla spiaggia o la stessa panchina di una piazza pisana a stimolare un "vissuto" che si è esaurito già da lungo tempo e si pone come celebrazione di ricordi morti. Il Pardini d'ora è l'uomo nuovo che ribalta la sua coscienza spirituale e, liricamente, travolge luoghi comuni o pedisseque ripetizioni di valutazioni già espresse sul sentimento d'amore, per significarci una completa trasposizione di effetti/immagini. La "metanoia" lirica è chiaramente trasposta in versi raccordati nel crescendo delle figurazioni non rammentate ovvero ancorate al passato, ma viventi e reali nell'oggi per il domani di una convergenza tempistica singolare in quanto sfuggente ai "canoni" classici del sentire. L'amore dunque non è più stabilità di ascensioni sublimanti, ma ricerca continua di presenze nell'attualismo dell'essere complessibile. Ora tutto è più liricamente lineare: il "sorriso", catturato e splendente illimitatamente, che pulsa e attira sino al cuore; la corsa folle di Delia che coinvolge le onde del mare nella melodia di una storia quasi sacrale e attualizzata e lungi dalla mestizia di un oblio privo; la concretezza dell'immagine che travalica l'incontro mitizzando lo sguardo; la realtà presente di Delia che si abbraccia al Poeta non nel vuoto, ma nella pienezza del concreto ritorno di fiamma; la domanda della curiosità mai perduta (il "Dove sei") che non si abbandona alla tristezza per sottolineare l'allegria di un giorno di passione; il rifiuto dell'oblio (il padre-luce e guida) e dell'oscurità a fronte dello spasimare amoroso, del pensiero dominante per Delia, del desiderio che non si improvvisa ma si consuma sulla sabbia nelle orme che scorrono... Il mix cromico che il Poeta sta vivendo ora (e non allora), nella sua trasposizione spirituale gli schiude sfumature e visioni profondissime (l'ultimo fiore, i panorami, le fughe, il pianto...) nel cielo della luce prima dell'oscurità. Si diceva: linearità lirica; si aggiunge connessione di richiami interiori che originano dal "padre" per tradursi armonia di "Amapola", armonia totale e coinvolgente che stupisce la Natura, il creato, l'amore, l'Essere di tutti gli esseri viventi per confondersi negli occhi dell'amata. Armonia che splende e coralmente "riluce" il Tutto dell'universo impressivo (ma reale) del Pardini innamorato. Ma qui occorre un'ulteriore riflessione: perché il Poeta si sofferma sull'amore con questa complessa, sofisticata, intrecciata, intensità analitica di difficile comprensione.
La risposta sta nella sua concezione dell'esistenza. Per Pardini l'esistere nell'Essere è infinitamente una potenzialità concessa per vivere dall' "in sè" al "per sè": non esiste vitalità espressiva nell'ombra o nella dispersione dei sentimenti, non può attingere l'amore nell'insufficienza dei "valori" primari. Ogni sensazione/emozione creativa deve amalgamarsi nella ricettività unitaria dell'Essere che dirige la "via" nelle sue forme e pluralità metafisiche dialetticamente alternanti. Ma senza una "rivoluzione" interiore (direi sacrale) è impossibile percepire l'esserci, il presenziarsi, il rapportarsi all'amore dell'incontro all'approccio fattuale dell'avvio. Ecco la liricità multiversa e alternativa del Poeta: dal mare al cielo, dalla luce all'ombra, dalla memoria al tempo, dall'armonia all'orma... la liricità che gli consente di affermare e afferrare il ritmo del percorso, e il suo passo costellato di fasi re-progressive e graduali (armonie, ricami, Angeli, sospiri, tripudi, tramonti...) che il sentire sempre propone e per sempre accompagna in verifiche gioiose/dolorose/colme/vuote... Ma la risposta non sarebbe completa se non si decifrasse l'universo filosofico del Poeta nei suoi risvolti più insondabili.
Chi è il Poeta? Che rappresenta di sè stesso e del suo "fuoco" artistico interiorizzato nella "narratio" delle parole?
Queste 10 liriche costituiscono la sua risposta sul sentimento, ma non solo: qui i "valori" sono risvoltati nella loro propria essenzialità, quali componenti inalienabili dell'Essere e del procedimento dialettico intrinseco. Il Poeta dalle ombre della notte si conduce alla luce solare del giorno; dall'autunno alla primavera, dalle nebbie del ricordo alla realtà di presenza (di "esserci") in termini gnoseologici e fenomenologici (dove la coscienza dell'esperienza intuitiva predomina su tutto il resto) fino al ribaltamento finale dello spirito totalizzante e creativo (la metanoia) che si specifica, attualizzandosi, per dispendere ogni influenza negativa della memoria e valorizzare lo spessore delle "essenze" di ogni trascendentalità "attiva". Pardini è il custode di queste essenze "poetiche" e queste risposte pur non esaurendo la sua complessità artistica, ne tentano un indirizzo ontologico (almeno spero).

Marco dei Ferrari


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