venerdì 26 giugno 2020

"IL CANTICO DELLE CREATURE", DI SAN FRANCESCO


SAN FRANCESCO: "CANTICO DELLE CREATURE"

Altissimu, onnipotente, bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria
e l'honore et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane,
e nullu homo ène dignu Te mentovare.
Laudato si', mi' Signore,
cum tutte le Tue creature,
spezialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno
et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante
cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significazione.
Laudato si', mi' Signore,
per sora Luna e le stelle:
in celu l'ai formate
clarite e preziose e belle.
Laudato si', mi' Signore,
per frate Vento
e per aere e nubilo
e sereno e onne tempo,
per lo quale a le Tue creature
dai sustentamento.
Laudato si', mi' Signore,
per sor'Acqua,
la quale è multo utile et humile
e preziosa e casta.
Laudato si', mi' Signore,
per frate Focu,
per lo quale ennallumini la notte:
et ello è bello e iocundo
e robustoso e forte.
Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi frutti con coloriti fiori et herba.
Laudato si', mi' Signore,
per quelli ke perdonano per lo Tuo amore
e sostengo infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate e benedicete mi' Signore et rengraziate
e serviateli cum grande humilitate

Il Cantico di S. Francesco, una notissima ed intensa lode a Dio, è un inno alla vita nel canto delle sue creature, sinteticamente ricordate, nel loro aspetto positivo e benevolo (i quattro elementi fondamentali: il vento, l'acqua, il fuoco e la terra) come tutti sappiamo. Apparentemente semplice ed ingenuo col suo andamento ritmico assonanzato, in realtà è poesia-preghiera consapevolmente profonda ed esprime, (se storicizzata), indirettamente la polemica sottintesa contro i catari, eretici che in quegli stessi anni sostenevano che Dio aveva creato la realtà spirituale, essendo la realtà materiale di origine demoniaca e contro la mentalità mercantile che andava rapidamente diffondendosi, per la quale la natura era da sfruttare ai soli fini economici. La preghiera sottolinea il tema della fratellanza, osando nondimeno guardare alla drammatica realtà della morte, pure sorella, (e Francesco giaceva ammalato, quando lo compose, su un lettuccio del suo San Damiano),che è definitivamente mortale solo per chi non ha raccolto l’invito positivo alla vita. Francesco è figura che ha affascinato tutti coloro che si avvicinano alla sua alta spiritualità, i pittori e anche i critici novecenteschi e numerosi cantanti. Indimenticabile la pièce di Dario Fo- Lu Santo Jullare- che lo ha trasformato nel contestatore duro, risoluto ed impetuoso; anche Papa Francesco ha voluto dedicare alla lode infinita a Dio creatore e al creato la sua nuova enciclica Laudato si’, per ricordarci che l’uomo è il guardiano, il Custode del creato. Di questi tempi…non ci farebbe male ricordarcelo. (MARIA GRAZIA FERRARIS)
Carissima Maria Grazia, lascia che ti giunga il mio personale ringraziamento per aver commentato con dovizia di particolari e profonda partecipazione "Il cantico delle creature" di Frate Francesco che, nella valle in cui dimoro, ha vissuto gli ultimi anni prima della sua dipartita fondando ben quattro Santuari (Poggio Bustone - La Foresta - Fonte Colombo - Greccio).
In uno di questi, la Foresta, avrebbe iniziato, per poi aggiungervi la parte finale (quella relativa a Sorella Morte, per intenderci) questa poesia-preghiera, secondo fonti certe e storicamente riportate negli scritti di San Bonaventura. Tengo a dirlo al di fuori ed oltre ogni campanilismo, che non avrebbe senso vista la statura spirituale del Poverello di Assisi, unicamente perché conosco perfettamente il luogo: un'oasi di pace e bellezza naturali come davvero poche altre. Uno scrigno che ci ricorda ciò che dici concludendo il commento e che è bene non dimenticare, soprattutto in questo momento in cui il guardiano s'è trasformato in despota. (Sandro Angelucci)

https://resources.blogblog.com/img/blank.gifIl testo più antico del Cantico è conservato nella Biblioteca comunale di Assisi ed è probabilmente duecentesco. Non toscaneggia ed ha una fisionomia moderatamente umbra, come può essere testimoniato, ad esempio, dalle terminazioni in u, abbondantissime. Interessante, dal punto di vista filologico, la disputa sul valore del per (per sòra Luna e le Stelle; per frate Ventu, eccetera). Stando all’interpretazione letterale, il per (propter) avrebbe valore causale, mentre alcuni studiosi (il Benedetto, il Getto) preferiscono considerarlo complemento d’agente, ossia come da (par in francese). Nel primo caso il Signore dovrebbe esser lodato per aver creato tutte le creature; nel secondo dovrebbe esser lodato da tutte le creature. In effetti, nella visione francescana tutto il creato, nelle sue manifestazioni positive e negative, è chiamato a glorificare il Signore. Non soltanto le figure e gli aspetti di esso che sono miti e indulgenti, benigni e solari, ma anche i simboli di una realtà atroce, deforme e corrosiva. Tutto è egualmente degno di essere amato. Quale avversità peggiore della morte? Ebbene, anch’essa viene invitata a lodare il Signore, alla stregua di ogni altra creatura vivente: Laudatu si’, mi Signore, per sòra nostra Morte corporale da la quale nullo omo vivente po’ skappare. Il Cantico delle creature si conclude con un invito a lodare e a benedire il Signore, a ringraziarlo e a servirlo con grande umiltà, rivolto non ad un pubblico di devoti ascoltatori, come forse potrebbe sembrare, ma a tutte le creature, particolarmente a quelle che nel Cantico stesso vengono espressamente invitate a celebrare il Signore: Laudate et benedicete lu mi Signore e rengraziate, e servite a Lui cum grande umilitate. E’ un Dio ineffabile, quello di Francesco, che sembra assente e sfuggente, aldilà dell’opera creata, ma che subito si scopre presente e palpitante nelle infinite forme vitali del creato. Una sorta di animismo arcaico, alludente ad una molteplicità infinita di forze effuse nell’universo da un identico Principio divino. Il quale, inaccessibile in sé, è tuttavia percepibile in ogni creatura vivente e nelle più disparate forme del creato. Si dirà che questo è panteismo, ma si è in errore, perché il panteismo fa della natura un dio, mentre qui la natura è semplicemente e stupendamente divina. L'universo francescano è fondato su quell'incontro fra trascendenza ed immanenza, fra natura e sovrannatura, che l'età medievale precedente aveva apertamente osteggiato. (Franco Campegiani).



2 commenti:

  1. Molto belli ed accurati questi tre interventi sul "Cantico delle creature" del Santo di Assisi. Il più vicino, a mio modesto avviso, alla vera cristianità, insieme a San Paolo, sia pur per tutte altre motivazioni. "Laudato si' mi' Signore", un cantico che sembra così lontano in questi tempi, proprio ora in cui c' è bisogno di una preghiera incessante, incalzante, sincera. San Francesco ringrazia per i doni della Natura, per "frate Focu", per "sor' Acqua", per "sora Luna e le stelle", ma anche per "Sora nostra Morte corporale" e ci invita a perdonare " per lo Tuo Amore". Mi sembra molto bello ricordare il Santo in questo momento storico, vuoto e smarrito. E quanto mai attuale risuona "Laudato si' mi' Signore, per Sora Matre Terra la quale ne sustenta e governa, e produce diversi frutti con coloriti fiori et herba".
    Grazie a Maria Grazia, Sandro e Franco per i preziosi contributi e grazie al prof. Pardini che ci offre il piacere di leggerli ed apprezzarli.
    Loredana D'Alfonso

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  2. Miei cari, vi giunga il mio più profondo ringraziamento per le delucidazioni e le considerazioni sul Cantico delle Creature postato dalla superba Maria Grazia, che ha l'acume di valorizzare sempre la Cultura nei suoi molteplici aspetti. Ho visitato i luoghi citati da Sandro, dove il frate ha fondato ben quattro santuari e dove il caro Amico vive e ho apprezzato profondamente l'esegesi del nostro Franco, che asserisce "E’ un Dio ineffabile, quello di Francesco, che sembra assente e sfuggente, aldilà dell’opera creata, ma che subito si scopre presente e palpitante nelle infinite forme vitali del creato." Difficile esprimersi dopo tre giganti come voi, ma aggiungo umilmente un pensiero. Innanzitutto sono in assoluta comunione con Maria Grazia quando sottolinea che Francesco intendeva ricordarci che dovremmo essere custodi del Creato... un'espressione che sembra immensa, ma che racchiude il senso del rapporto tra l'uomo e la Natura. Noi viviamo in simbiosi con essa e con le sue creature palpitanti e vive. Siamo dotati di anima e spinti a proteggere le anime che respirano in ogni elemento. La mia è dunque una teoria animista, che vede in ogni forma di vita il riflesso di Dio e la Sua volontà di donare un principio vitale a tutti gli esseri che ci circondano. Il Cantico ci lascia imperfetti rispetto alla divinità delle altre creature, ma ci ricorda che i quattro elementi che regolano le nostre esistenze vanno ritenuti figli di Dio al pari delle piante, degli animali e di ogni essere determinante al continuum del flusso vitale. Un grande insegnamento spesso sottovaluto. Grazie a San Francesco e a ognuno di voi... Vi abbraccio

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