Maria Vittoria è volata in cielo il 7 maggio. Dopo il
ricovero, non sapevo dove fosse finita e ho passato giorni di vera angoscia.
Una notte, nella penosa attesa di sapere, ho scritto la poesia che allego. Il
giorno dopo ho saputo finalmente... Non è morta di Covid, ma per tutta una
serie di complicanze. Aveva compiuto 95 anni il 15 dicembre scorso, ma era
lucidissima e perfettamente consapevole di essere alla fine dei suoi giorni.
Sto leggendo le sue agende "segrete" e ne colgo ancor più la
ricchezza interiore....
Alda
Nell’attesa
E mentre primavera si dilata
con brillanti lampeggi di
forsythie
fra tulipani, primule e
narcisi,
tu langui nel tuo letto
d’ospedale.
Inutilmente suona il cellulare
nella valigia chiusa.
Vorrei udire ancora la tua voce
avere i tuoi consigli
illuminati
il richiamo costante alla
preghiera
tanti inviti all’offerta e
alla pazienza.
Senza di te il vuoto attorno è
grande,
tenebra l’incertezza del
domani.
Mi alzo ancora presto come quando
accudirti era per me una gioia
e, dopo colazione,
vado davanti ai vetri e guardo
fuori
dove, oltre i pioppi, spunta
il nuovo giorno
e il cielo sta imparando a
interpretarsi;
gioca con acquerelli e
carboncini
fra mille sfumature di colori.
Un prolungato attimo di grazia
trasforma il mio silenzio
in fervida preghiera
la cui capacità consolatrice
mi sarà guida oggi,
nell’attesa…
Anche il frumento sta sporgendo indomito
dal santuario recondito dei
solchi
per dirci che anche lui, in
barba al Covid,
si sforzerà di diventare
spiga.
Sono sparite ormai
le violette nostrane, umili e
profumate,
ma i filari di alberi da
frutto
indossano sponsali fioriture.
L’incursione del sole mattutino
strappa dalla rugiada bagliori
diamantini.
La strada silenziosa
spicca deserta e nera in mezzo
al verde.
Fumiga una leggera nebbiolina
sul campo arato
pronto per la semina.
Nella dilatazione del silenzio
mi sembra di ascoltare la tua
voce.
Mi inviti ancora a viver
l’abbandono
al voler di Colui che tutto
muove.
M’insegni la pazienza della
Croce
che pesa, greve, sulle spalle
stanche.
Mi parli delle gioie
ultraterrene
che verranno concesse a
profusione
ai miti, ai puri, ai poveri di
spirito.
Vivo la mia giornata opaca e vuota
fra mille impegni
e una snervante attesa.
Scende infine la sera.
Sopra il candido foglio del
silenzio
stanno cadendo intanto
note di una profonda
nostalgia.
Vorrei esserti accanto,
accarezzarti,
darti un po’ di conforto, sorella
mia.
Poi mi rassegno ad essere
all’oscuro
di quello che tu vivi e affido
al cielo
col travaglio di tutta la
giornata
la mia fervente, povera
preghiera…
La gradisca il Signore.
Ora splende un bel sole in tecnicolor
fra le nubi rossastre del
tramonto
e rifulge nel cielo
la croce che ti fu vaticinata.
Alda Magnani
2
maggio 2020
Una poesia ricca di sentimento : amore e dolore ..; c'è amore per la Natura ricordata in tutto il suo splendore, amore per la persona cara "vorrei esserti accanto, accarezzarti/ darti un po' di conforto, sorella mia.." , devozione e amore verso Dio Creatore ,"la croce che ti fu vaticinata rifulge nel cielo.."
RispondiEliminaTuttavia, da questi elementi di pensiero profondo prescinde il valore della composizione lirica, che scorre con leggerezza e armonia , anche nella scelta lessicale. Evidente una notevole padronanza del verso.
Edda Conte .
Alda cara, le liriche dedicate agli affetti perduti acquistano valore solo quando sono sostenute da cifre stilistiche come la tua, in quanto divengono lirismo autentico grazie al nerbo letterario. Tu dai senso e altissimo valore alla sofferenza, alla distanza., all'assenza di notizie con ogni verso, io ne cito tre: "Sopra il candido foglio del silenzio
RispondiEliminastanno cadendo intanto
note di una profonda nostalgia".
La tua meravigliosa Amica ti resta accanto, nel tempo ne avrai piena consapevolezza. Non sappiamo dove si rechino le anime, anche se da credente io sono certa di un al di là, ma siamo certi di dove restino: vicini a noi. E non parlo solo del ricordo, alludo alle sensazioni fisiche che si continuano a provare. La tua chiusa è da brividi, quattro versi che rappresentano una poesia in se stessi... Maria Vittoria sorride. Ti stringo forte forte.
Una lirica struggente che sgorga nitida e spontanea dal cuore. Ci rivela un legame profondo, di una purezza cristallina. Ci dice una consuetudine di vita che negli anni si è consolidata divenendo sempre più profonda e tenace. È straziante recidere i fili che ci legano, accettare il distacco e la solitudine. Intorno la Natura segue i suoi tempi, i suoi ritmi: ora indifferente al dolore umano, ora partecipe della sofferenza. La fede, la preghiera, la speranza, alimentata e condivisa negli anni, diventa balsamo per ogni ferita. Una lirica da leggere e assaporare lasciandola penetrare nel profondo, perché in noi fecondi e porti frutto. Maria Vittoria è stata per noi tutti un grande dono, un esempio di fede, preghiera, santità, serenità... Grazie Alda per avercela proposta con tutto il tuo affetto, la tua dedizione, la tua alta poesia.
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