venerdì 22 gennaio 2016

GIUSEPPINA SPERANDEO: "MELANCONIA"

Giuseppina Sperandeo è nata a Odessa da madre russa e padre italiano nel 1905. Ha vissuto a Roma. Trasferitasi in Italia nel 1912 ha compiuto i suoi studi a Firenze e ha conseguito la laurea a Roma. A 12 anni pubblicò un singolare libretto di versi: Prime foglie. Seguirono dopo il ’36 le raccolte A piedi nudi e Alba di Capodanno. Adriano Grande ha scritto di questa poetessa: “Bisogna stare attenti alla delicatezza dei ritmi che reggono le sue liriche; ai passaggi coraggiosi da un nucleo musicale ad un altro diversissimo nel corpo di una stessa lirica… Un mondo vi tumultua sotto che batte alle porte dell’anima di chi legge…”


MELANCONIA (da La fiera letteraria, Roma)

La lirica spalanca la visione di un prato d’alta montagna non ancora toccato dall’uomo, e dentro questa immagine pura e inviolata passa la malinconia di una solitudine infinita, di una ricchezza sconosciuta che non ha potuto  donarsi, di una nostalgia di cieli perduti, di spazi immensi, di terre intatte, di vergini acque. E’ la poesia delle cose desiderate ed impossibili, della bellezza che nessun occhio ha goduta e nessuna mano toccata, ma che il cuore e la fantasia non cesseranno mai di sognare.

Io sono come un campo d’alta montagna, un prato
non falciato ricolmo
 d’erbe e di fiori senza nome, al cui orlo
trema un cielo
terribilmente vicino e lontano, al cui bordo
gorgoglia un’acqua nata e perduta.
                               Il vento
a volte vi danza non visto e vi scende
coi nembi.
                               Solitudine
regna poi sovrana ed ascolta
sparse voci che scendono ai piani.


Giuseppina Sperandeo      

Nessun commento:

Posta un commento