sabato 23 gennaio 2016

IVANO MUGNAINI: "FINO A DOVE"

FINO A DOVE

Fino a dove è lecito scavare
nel molle midollo della vita,
quali tenui tessuti
è concesso sondare
con puerile insistenza
dentro quali profonde ferite
infiggere occhi
freddamente curiosi
con ottusa invadenza,
in quali rughe di volti
solcati dal pianto
scagliare semi di sguardi
di arida indifferenza?
No, grazie, vi lascio le risposte
e i ragionevoli  discorsi
sulla virile freddezza
di fronte al volto veritiero
della cruda realtà;
se questo è coraggio
ditemi solo fino a dove
fino a quando bisogna fuggire
per poter essere accusati di vita.
(Da PAROLE. Antologia poetica. Firenze. 1995)

Ivano Mugnaini



3 commenti:

  1. Davvero una bella poesia. Ivano Mugnaini non si smentisce. Dopo un attacco, sostenuto anche da indicatori fonici allitteranti e asso/consonanti, che gravita intorno a domande esistenziali e che si dilata fino occupare più di metà della composizione, il poeta , che si sente distante da una realtà umana sempre più fredda e indifferente, pone negli ultimi versi un folgorante quesito che culmina in una “pointe” assolutamente geniale.
    Pasquale Balestriere

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  2. "Essere accusati di vita": già, è esattamente questo che ci si augura quando tutto è assolto in nome della morte.
    Allora, si fugge dal carcere, dove verdetti di giudici benpensanti ci avevano rinchiusi. E si cerca un'altra condanna. Quale? quella della Poesia, che - per fortuna - non proviene da sentenze ma dalla voce dell'amore.
    Complimenti a Ivano,

    Sandro Angelucci

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  3. Il quesito posto negli ultimi versi, che Balestriere definisce “folgorante”, potrebbe costituire il punto di partenza di questa poesia che oserei definire ciclica. Trasferito in cima rileggo la poesia con occhio fuggente, sfioro nuovamente le quattro prime domande e il pensiero in subbuglio va ben oltre gli stretti confini delimitati dai righi, per seguire la voce poetica di Ivano che perfora lo spazio per avvicinarsi sempre di più all'umanità.
    Ubaldo de Robertis

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