martedì 5 aprile 2022

LOREDANA D'ALFONSIO: "COME PIOGGIA SOTTILE"

 

Loredana D'Alfonso,
collaboratrice di Lèucade

Loredana D’Alfonso su “Come pioggia sottile” di Roberto De Luca

 

 

L’opera dello scrittore Roberto De Luca “Come pioggia sottile”, edito dalla Graus Editori a fine dello scorso anno può essere davvero sintetizzato dalla chiusa dell’autorevole introduzione di Luca Giordano: ”Non è un romanzo complesso, in breve ci dà una sensazione, ma una sensazione che rende più di tante parole sprecate in romanzi più lunghi”.

Nel romanzo di De Luca non ci sono parole sprecate, la narrazione è sintetica, filmica e densa di riferimenti.

Fa da sfondo alla vicenda la città di Praga, con i suoi cieli violetti, la sua pioggia sottile e le celebri guglie della città vecchia (starè mesto in ceco). La lettura dà una sensazione che coinvolge i cinque sensi: sembra che un obiettivo abbia immortalato la città con la sua autenticità, i suoi vicoli, la sua malinconia, le voci dei passanti, i profumi dei suoi cibi.

E a Praga si svolgono le vicende di un gruppo di ragazzi che si cercano, si incontrano, si completano.

Luigi, sensibile e inquieto, trova il suo alter ego in Patrizio, il suo compagno di viaggio, un tipo forte, pragmatico “senza grilli per la testa e animato da una gran voglia di lavorare”. Per Luigi, Patrizio è un elemento di stabilità, un porto sicuro dove gettare l’ancora.

Per Luigi c’è un’altra relazione importante, quella con Orietta, una ragazza conosciuta in Italia che lui segue a Praga, animato da sentimenti ai quali non riesce a dare una collocazione precisa. Infatti, afferma “che i loro destini non si sarebbero potuti incrociare sul piano sentimentale, in quanto chi in un modo, chi in un altro erano entrambi alla ricerca del senso da dare alle proprie vite”.

Ornella ha aperto un ristorante con Mark, con cui ha un rapporto tormentato. La ragazza ha i suoi problemi che derivano da un rapporto non risolto con il padre e la piccola attività imprenditoriale che ha avviato dovrebbe essere un riscatto al fallimento paterno. L’Autore svela i trascorsi della sua famiglia.

“Il padre appena sposato aveva messo su un ristorante, ma le cose erano andate male, aveva chiuso l’attività e sfogava la propria frustrazione bevendo e mostrandosi irascibile con la moglie e le figlie. Economicamente non stavano male, perché la madre aveva un buon posto statale, ma per l’uomo l’insuccesso, il non sentirsi all’altezza della moglie e della famiglia erano perenne causa di stress e di frustrazione e una sera, avendo bevuto più del solito, finì con la macchina contro un palo e sbatté la testa contro il vetro. La botta gli provocò un fortissimo trauma cranico en entrò in coma per un paio di giorni. Quando si riprese non era più la stessa persona”.

Si spiega così l’ambizione, la pulsione rabbiosa di Orietta che “ce la deve fare” ad ogni costo. E’ così, Orietta, dura ma anche morbida, come quando prepara le profumate “madeleine” di proustiana memoria, secondo la ricetta che le aveva tramandato la nonna.

Il compagno Mark non le è d’appoggio, sceglie la via dei soldi facili, e insieme al socio Alì si perde nei traffici della droga.

I rapporti generazionali sono un altro punto cardine di questo romanzo che è scritto in modo fluido, scorrevole, che ci avvolge come il profumo di una buona tisana preparata da Orietta.

Mark “parla” con i quadri dei suoi antenati nella villa abbandonata che aveva ereditato. Sa di aver deluso i suoi avi ed al nonno si rivolge con un bicchiere di cognac in mano, in un dialogo muto: “Non è andata come pensavi: uno Stato infedele alle tue aspettative e un nipote altrettanto infedele, che vuoi farci nonno”.

Inoltre, De Luca cita spesso la “Lettera al padre” di Kafka e non solo Orietta e Mark sentono molto il rapporto con chi, nel bene e nel male, li ha preceduti, ma anche Luigi parla spesso della biblioteca del nonno dove studiava e dove ritornerà a studiare al suo ritorno a Roma per la laurea.

Luigi è il vero protagonista dell’intera vicenda, dove l’Autore si può guardare, come in uno specchio velato dalla pioggia.

Avvincente ed originale, è un personaggio pieno di sfaccettature, complesso ma non complicato, in una Praga che gli va a pennello, un ragazzo che pensa che, in fondo siamo tutti “sotto l’ala incerta della sorte”, con una “inquietudine che gli scavava dentro come una pioggia sottile e continua”.

 

Loredana D’Alfonso

 

 

 

 

4 commenti:

  1. Lory mia, con il tuo stile veloce eppure pieno di affondi, affreschi il romanzo del nostro Rob regalandogli nuove sfaccettature e rendendoci parte viva di questa storia che è spaccato del nostro tempo. Metti in rilievo l'originalità dei 4 personaggi, il loro trovarsi e perdersi nel corso della storia e la voglia di ognuno di mordere la vita. Patrizio, meno complicato degli altri riesce a trovare la propria strada; Mark combatte i demoni presenti e passati e Orietta e Luigi cercano di eludere l'incomunicabilità e l'incapacità di realizzarsi come vorrebbero. Sei un portento, Amica mia, un Pilastro degli eventi e della nostra associazione. Grazie a te, a Roberto e al Nume Tutelare che ci accoglie con immediato affetto. Vi stringo tutti al cuore!

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  2. Straordinaria Lolli, i tuoi voli sono stati sostituiti da affondi di grande potenza che, come riflettori, illuminano le vite dei quattro protagonisti dell'Opera di Roberto, che ho visto nascere e non vedo l'ora di presentare. Si può definire un gioiello per originalità, attualità e nerbo narrativo. Tu sottolinei le caratteristiche di ognuno dei ragazzi e parli dei 'rapporti generazionali', dimostrando che ogni lettore può notare altre sfaccettature della storia. Bellissimi gli estratti, che rivelano tratti dell'anima d ognuno. Una esegesi straordinaria che ci permette di essere a Praga e di seguire le vicende di ognuno. Grazie infinite tesoro! E grazie a Roberto che ha concepito questo testo esistenzialista, che è spaccato dell'epoca in cui viviamo. Vi abbraccio insieme al Condottiero che consente sull'Isola incontri così vari e arricchenti.

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  3. In questo romanzo credo di aver voluto dare una connotazione realistica ai personaggi cercando di far vivere in essi una parte viscerale di me stesso e quella di persone che ho incontrato nel corso della vita. Leggendo recensioni come la tua, carissima Lory, mi accorgo sempre di più di questo assunto, anche se, nella maggior parte dei casi, i motori che portano avanti uno scritto sono quasi sempre gli stessi, ossia : si attinge da quel che si conosce per poi trasformarlo. Grazie ancora Loredana per questa analisi lucida e profonda dei personaggi e del libro stesso e un grazie a Nazario che ci ospita.

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  4. Maria e Roberto, vi ringrazio per i vostri commenti e vi circondo in un abbraccio che è complicità e amore per la cultura!
    Loredana

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