giovedì 7 aprile 2022

VALERIA SEROFILLI LEGGE: "LA SOLITUDINE DEL POETA" DI FRANCO DONATINI

 




                              NOTA AL LIBRO

 


Leggendo La solitudine del poeta di Franco Donatini si ci trova a percorrere una strada che invece di imporre dei bivi consente di muoversi su rette parallele che danno un senso d’insieme, una fertile varietà. Le liriche nascono da ricordi ed emozioni del tutto individuali, proprie dell’autore e del patrimonio di emozioni, idee e stati d’animo che custodisce in sé. Tuttavia, per fortuna del lettore, la poesia di questo libro non si limita ad esplorare terreni individuali. Si espande, partendo da osservazioni oggettive, per raggiungere considerazioni di ampio respiro, un valore che tende all’universale. “È perché assomiglia alla mia sorte / come la bruma avvolge i miei ricordi / come fa il vento …con le foglie morte”.

 

Altra arricchente ambivalenza è quella che abbina e unisce la precisione del dettato, nitido e chiaro, a metafore che nascono in modo spontaneo, dall’oggettività delle descrizione e dei racconti in versi di cui è costituita la tessitura del libro. A questo binomio si aggiunge, con efficacia e coerenza, il porre fianco a fianco esternazioni solenni, sentite, a spunti in apparenza più lievi, di impronta quasi ironica, che in realtà rafforzano la veridicità e la pregnanza delle tematiche e dei simboli.

“Compagna amante luce / a rischiarare l’oscuro mio presente / e il passato mio che hai / sempre abitato / e il tuo splendore che oggi ammiro / si dissolve nel breve di un sospiro”.

La riflessione sulla solitudine espressa con varie modulazioni e accenti, rafforza, tra le liriche di Donatini, la necessità del dialogo e dell’incontro, che, seppure con le limitatezze e le imperfezioni umane, è la sola strada che porta con sé verità e bellezza, e resilienza, anche nei confronti della solitudine stessa, assieme a “un palpito / quando il sole cala / sul profilo merlato della Spina / e il fiume si colora / lentamente / di rosso sangue e petali di rose”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 commento:

  1. Valeria cara, con tocchi da esperta esegeta affreschi l'essenza dell'Opera di Franco Donatini, che oggi presenti a Pisa. Parti dalle linee rette del Poeta, per precisare con scrupolo che "la poesia di questo libro non si limita ad esplorare terreni individuali. Si espande, partendo da osservazioni oggettive, per raggiungere considerazioni di ampio respiro, un valore che tende all’universale." Non si tratta di lirismo intimo, quindi, ma intimistico, che consente la condivisione. Descrivi uno stile chiaro, netto, folgorato da improvvise metafore, e un elemento raro e prezioso in poesia: l'ironia. Gli estratti che posti ci proiettano in un universo di luce, di empatia con la Natura e di "resilienza nei confronti della solitudine", come precisi con professionalità. Mi complimento con te, con il Poeta e vi saluto con affetto, sicura che l'evento, sarà un successo. Un abbraccio al Nume Tutelare che veglia su tutti noi.

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