mercoledì 22 giugno 2011

Nota al libro di Giulio Dario Ghezzo "I miei pensieri impazziti"

Nota
al libro 
I miei pensieri impazziti
di
Giulio Dario Ghezzo


Per Giulio Dario Ghezzo I giorni e le notti / ci passano accanto / scivolando come onde e la sua canzone è corta, solitaria / .../ in un angolo remoto Poesia piacevole, che si snoda su un percorso compatto e musicalmente avvincente dove ogni configurazione naturale corrisponde a una storia maturata e resasi immagine; così Borgomaggiore, La piazzetta, La torre della ‘Ucca, Nonna Corinna, Il canto del mare sono tanti elementi che concretizzano in maniera visiva gli stati d’animo dell’autore. E questa fusione fra anima e realtà, fra sentimento e memoriale viene assecondata da una versificazione spontanea, ma anche esperta nell’impiego di rime e assonanze in varie misure metriche a rievocare un piccolo mondo di un tempo di Natale, o la triste sirena che chiama, o ancora una seconda rondine sul davanzale della Stanza Rosa, del mondo / dove anche il vento dimentica di andare. L’autore in questa coscienza di precarietà dell’essere e dell’esistere, in queste confessioni esistenziali che coinvolgono per l’oggettività della loro portata, si aggrappa a suoni, a ombre, a monti, a odori dolciastri, a nuvole bianche in celesti profondità per dare concretezza al suo sentire. Il linguaggio si fa così spesso allegorico ricorrendo a un paesaggio mai come semplice pretesto descrittivo. Il calore portava con sé / dai monti odori dolciastri, / le nuvole torreggiavano bianche / in celesti profondità vertiginose.

 
Nazario Pardini

1 commento:

  1. Ricordo molto bene le Opere di Giulio Dario Ghezzo e, leggendo l'introduzione del meraviglioso, infaticabile Nazario, sono tornata ai suoi 'memoriali', alla sua capacità di ripercorrere la vita con nostalgica malinconia e con quadri 'figurativi', non soggetti a a rilevanti deformazioni rappresentative. L'autore trova accenti memorabili nel cantare la natura, le feste consacrate, le emozioni e gli oggetti cari, quotidiani, con valorizzazione della loro umiltà e religioso rispetto. Nei suoi testi v'è qualcosa di magico. I versi sembrano rincorrersi in una deliberata indeterminatezza e una vaghezza musicale, che è sempre evocativa. La musicalità si affida, come sottolinea il Professor Pardini, ad armonie foniche, semantiche, ritmico- sintattiche. E' con autentica ammirazione che auguro catene di successi a Giulio Dario e lo abbraccio!
    Maria Rizzi

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