Nota
sul libro
La luce della luna
di
Mina Antonelli
Poesia fatta di versi liberi, brevi e incisivi, quella di Mina Antonelli, intrecciati in ricami di giochi metaforici volti a concretizzare stati d’animo in oggettivazioni naturali; canti di vita, storie di un vissuto, sensazioni proiettate nel futuro. E il percorso è descrittivo e intimistico; gli ambienti, i colori, le immagini come le case addormentate, l’antica fontana, le zattere di fumo, i cristalli di rugiada diventano tanti momenti di un’anima protesa ad indagare sul mondo e su se stessa. “Sul colle dell’alba / andavano canti di rugiada / e si arrossava la collina / nell’aria leggera del mattino”. “I vecchi seduti / intorno al fuoco / cantavano tramonti di luna / e mia madre ascoltava / racconti di cielo / nei silenzi della sera”. Quanti imperfetti in questa voglia di dare consistenza e continuità ai momenti fuggitivi della vita!
“fuggono i venti nei cieli d’autunno / e nuvole randage / portano presagi di pioggia”. Quante incertezze in questa metafora dell’esistenza! “Il vento ruba / stagioni dalle mani / che cercano carezze / di grano maturo”. E quanta malinconia in questi furti di stagioni!
Ma anche se “il vento allontana / parole consumate / al fuoco del camino” c’è sempre “una carezza ad aprire d’azzurro il cielo” in Mina Antonelli.
Nazario Pardini
Nota
sulla Silloge
di
Inconfondibile lo stilema classicamente endecasillabo con interpunzioni a centro verso, e inconfondibili le tematiche risultanti da uno scavo analitico-psicologico sul divenire della condizione umana, di Paolo Sangiovanni. Ed è vita la sua poesia, fatta di tanti momenti comuni e soggettivi che l’artista sa rendere oggettivi e universali per la sua capacità di introspezione. Il memoriale, raccontato con una visione spesso disincantata e senza eccessivo sentimentalismo, fatto di osservazioni e considerazioni oggettive più che di patologiche nostalgie, è sorretto da quel substrato di velata melanconia o mancata felicità che alimentano la fluidità lirica dell’opera: “E vili siamo noi mentre cresciamo / e passiamo di moda. E nulla più / ci è perdonato come nel passato / inutilmente. E non siamo felici.”. L’anima del poeta è tutta qui, nella ricerca di oggetti o fenomeni che concretizzino il suo essere: uno spogliatoio, il quarto stato, la giovinezza, le conchiglie, la cicala, i graffiti. Grande virtù quella di Sangiovanni di riuscire a fare delle piccole cose grandi quadri poetici, che commuovono e coinvolgono artisticamente e umanamente. E tutto è una grande attesa, come lo è la vita: “Ma stai aspettando. Attenta. Come la / vecchia tigre sul punto di lasciare.”.
Nazario Pardini
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