mercoledì 22 giugno 2011

Prefazione per "Graffiti di sogno" di Pier Cesare Pierini

                                                    


Prefazione
 a
 Graffiti  di sogno, Il Portone Letteraria, Pisa 2002. Pp. 120
  di
                              Pier Cesare Pierini                           


"E tutto svanisce / nella realtà dell’azzurro /
portato alla luce / da sospiri di maestrale"


La corposa silloge di Pier Cesare Pierini, composta di ben 92 pièces, si snoda su un percorso poetico intimistico e ondulatorio tra memoriale, presente e azzardo di presagi futuri, dove il pensiero oscilla tra turbamenti e speranze che l’anima trasmette ora con immediatezza, ora meditando sulle vicissitudini esistenziali: graffiti di sogno / pennellate d’illusioni... / E tutto svanisce / nella realtà dell’azzurro / portato alla luce / da sospiri di maestrale. (Graffiti). E la verità? Troppo pesante è il velo che l’avviluppa, troppo densa la nebbia che l’avvolge. L’opera distribuita su una tessitura di costrutti di diversa misura ritmica, si distende su un pentagramma vario e articolato, in cui versificazione e contenuto si compenetrano in costrutti significanti; un esempio lo possiamo trarre da questi due versi: Negli occhi sbarrati ancora si legge / la paura, il dolore, la speranza. (Guerra) dove la misura rallentata del doppio senario che bene accompagna il senso di sbarramento degli occhi, si capovolge in struttura endecasillaba come in una cascata di molteplici sensazioni che avvolgono l’animo. Questi sapienti usi uniti ad altri accorgimenti figurativi e alla snellezza e brevità dei metri, offrono un sapore di certa impostazione moderna ai contenuti di marcata intonazione spirituale e culturale: Maya, A Garcia Lorca, Dio è con noi, Anahata, Thamos, Djerba. Ma a me piace esordire da alcuni versi della poesia Ricordi di vento: Si tuffa nel vuoto l’aquila / prodigio di volo [...] Pesanti, gli artigli torneranno / a guadagnare le vette / e tutto comincerà di nuovo che ritengo emblematici a caratterizzare il percorso meditativo  della silloge. Fin dalle prime battute l’incognita esistenziale, il mistero della vita e il dilemma della stagione umana evadono come riflessione dominante e perentoria dall’anima dell’autore: Una vita finirà / ma di essa / rimarrà solo il vento. (Ricordi di vento). La poesia ha bisogno della natura per raccontarsi, ha necessità di ritrovarsi nelle cose, negli esseri, che, oggettivazioni della nostra vita interiore, si possono articolare nel nostro immaginario. E le visioni, una volta insaporite dal sale dell’intimità, si fanno immagini, luce a brillare sullo spartito del dire poetico. Così l’aquila, gli artigli, le vette, lo squalo, la falce non sono che tante allegorie in cui si ritrattano i momenti dell’anima. Quasi un dire leopardiano che, rendendo complice la realtà nel suo aveu indirect, continua nelle laceranti grida / di trionfi e sconfitte. Sagome grigie[ ...] nella nebbia di una Venezia che tanto rassomiglia al fremere della vita. Se a questa idea di fragilità dell’esistere si accompagna poi quella del nulla della guerra Ultimi passi di innocenti / fuggiti dal nulla in cerca del niente ancora di più si fa perplessa e melanconica la riflessione del poeta, e ancora più esteso si fa il verso per la voglia di denunciare la tanta incomprensibile miseria del genere umano Su tanto bianco, su tanto gelo, su tanta morte / l’ombra oscura di bandiere ormai senza colore [...]. (Guerra).
               Ma per l’autore la falce non è fine a se stessa nel gioco metaforico dell’essere e dell’esistere, non ha il sapore dell’uomo di Montale che si aggira come larva sperduta e via via rassegnata ad “abitare un tempo storico deserto di certezze e di valori”, c’è sempre in Pierini la speranza di tuffarsi nell’unica Realtà / e capire finalmente / del gioco tragicomico / della vita / le pullulanti illusioni. (Il gioco di Maya).
         Tutto è accordato al vivere, all’esistere, tutto sembra contribuire a slargare il senso del mistero, l’idea del niente o il sapore del tutto, perfino in un piccolo profumo: Intenso, quasi pungente / l’odore del tiglio. / Respiro la notte / assetato di luce / malato di ricordi. (Speranze di verità).       
           L’esperienza del poeta, le sue Speranze, le sue Sensazioni, i suoi Attimi sfuggenti, l’Amare, il Fiume, i Momenti, insomma, si fanno da personali vibrazioni, oggettive vicissitudini attraverso involucri di vita.
                E l’amore? Scoprire / ogni giorno / il significato della vita / e gustare / momento per momento / la sua bellezza. / É amore. Parole meditate, segni di scrittura soppesati in tutta la loro portata da essere degni di per sé di sigillare un verso: Scoprire, gustare, solo trisillabi, ma tanto ampi oltre il metro da sopperire al salvataggio, da far dimenticare la tristezza / che segue / la morte del giorno. (Amare). E poesia è stormir di fronde, è odore di muschio, respiro di terra: Stormir di fronde / nell’ombra discreta del bosco / trafitta dai raggi del sole. / Odore di muschio respiro di terra. / [...] Forse il vento è l’alito di Pachamama / che accompagna il volo degli Apu / o forse degli Angeli. / [...] Capire vuol dire Salire, Salire... / divenire Uomo, avvicinarsi alla Realtà, / al Dio che è in noi. (Il linguaggio degli uccelli). Ed è poesia questo volo, questa ascensione  che inventa coi palpiti della Natura l’Uomo, è poesia avvicinarsi [...] al Dio che è in noi.
          Finché nel poeta esplode la voglia di parlarne esplicitamente di questa vita, di gridare la realtà amara che toglie ogni illusione. / [...] i sanguigni destrieri dell’entusiasmo / e che l’amicizia è solo una parola / che la fiducia è solo ingenuità / che l’applauso è solo ignoranza.... Ma la lotta continua per mantenerti, / vita, nella tua bellezza / che sempre trionfa e rifulge / nel sole della speranza e dell’amore. (Vita). E ci sono proprio la speranza e l’amore a rendere positivo l’intreccio poetico di Pierini, c’è la ricerca di una Verità che dà ragione al mondo che si esista: o dolci illusioni foscoliane, o profondi atti di fede, pur sempre fondamenti (di grande supporto) estremamente utili in questo nostro viatico. La mia piccola barca / sale, scende, s’inclina... / Forse sarà sommersa... / Forse inghiottita per sempre / da un buio ancora più fitto / fra terrificanti indecifrabili rumori / nel gelo di una paura che attanaglia. Ma d’un tratto, la luce di un raggio di sole, [...].
           Poesia libera, comunicativa, che accompagna i vari momenti dell’esistenza; ma anche poesia costruita con malizia, dove la musicalità è nel dire, nella parola, e dove la parola è tutto, e dove il sapiente uso dell’anastrofe Riflette / il candor della luna / il fiume. o dei costrutti per inversione o per aumentazione Amplessi di nuvole / disegnate dal vento / in un talamo di stelle danno forza e spessore lirico alle vibrazioni dell’anima.


                                                                                                                              Nazario Pardini
Agosto 2002






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