sabato 28 giugno 2014

CAMILLA MIGLIORI: COMMENTO AL MANIFESTO "IL BANDOLO"

IL BANDOLO

Non dormire, non dormire, artista,
Non abbandonarti al sonno…
Tu sei l’ostaggio dell’eternità,
Il prigioniero del tempo…
(Pasternàk)

Leggo con grande partecipazione quanto riportato nel Manifesto culturale Il Bandolo elaborato da Claudio Fiorentini e Franco Campegiani, e condivido pienamente i temi di fondo.
Faccio alcune riflessioni che spero possano essere di stimolo per sviluppare e approfondire i tanti e complessi argomenti  messi in evidenza. 
Come autrice di teatro e di racconti ma anche come regista, da molti anni e soprattutto con continuità, porto avanti una mia linea artistica che nei contenuti mantiene ferma l'idea di trasmettere al lettore o allo spettatore un pensiero originale, che parli della  condizione umana e si rivolga all’ essenza  spirituale di ciascun individuo.
Perciò penso che sia legittima l' indignazione nei confronti di quella produzione letteraria di scarso valore, che segue le mode, i clichè,  e che viene fornita da una folta schiera di scrittori che dà sfogo al proprio protagonismo e narcisismo, traendo soddisfazione solo per i brevi attimi di limitata ed effimera visibilità. 
Si dovrebbe invece comprendere come quel momento di  vanità e di esibizionismo,  oltre a non contribuire all’avanzamento intellettuale e spirituale dell'uomo,  né a risvegliare nella società la giusta consapevolezza per risolvere i suoi problemi,  venga invece manipolata dal mercato che  trasforma tutto in prodotto utile ai suoi fini materialistici, consumistici ed economici.
Ma se da un lato non si possono ignorare i meccanismi che imperano nella odierna cultura di massa calcolata per il consumatore, d'altra parte non si può impedire di scrivere e  pubblicare a chiunque abbia voglia di farlo.
Come far nascere allora nell’ aspirante scrittore il senso di responsabilità nei confronti dell'individuo e della società, come sviluppare il senso di autocritica?
Sono domande impegnative che coinvolgono  un enorme processo sociale e spirituale e  che ancora oggi non trovano risposte adeguate.
Non so quali  potrebbero essere i mezzi più idonei  per poter arginare tutto questo, ma è certo che sensibilizzare l'opinione pubblica, attivare il senso critico nelle persone, alla lunga  darà senz'altro qualche buon risultato.
Di pari passo lo scrittore potrà contribuire ad un risanamento culturale se saprà affinare sempre più i propri strumenti di lavoro, approfondire il suo sistema di  pensiero e manifestare la fede nel proprio lavoro con continuità. E solo se saprà trasmettere la tensione verso la verità, verso la conoscenza del mondo, potrà avere ragione delle proprie scelte.

                                                   Camilla Migliori


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