Carmelo Consoli collaboratore di Lèucade |
Commento
alla
poesia
di
Giusy Frisina
Gerusalemme
celeste
A CURA DI CARMELO CONSOLI
COLLABORATORE DI LEUCADE
Dio
parlò
a
Giacobbe
in
sogno,
svelandogli
il
luogo
della “Porta
del
cielo”.
Si
trattava
di
Sion
ossia
l'equivalente
della
Gerusalemme
celeste
sulla
terra.
La
rivelazione
è
antichissima
e
risale
ai
patriarchi
del
popolo
di
Israele.
Siamo
quindi
alla
Gerusalemme
dei
cieli,
alla
terra
promessa
che
si
lega
indissolubilmente
all'ebraismo.
L'autrice
di
questa
poesia
nella
sua
ricerca
di
spiritualità
si ritrova sulla strada che la conduce, in un continuo alternarsi di
avvicinamenti e allontanamenti, all'edenica terra ed è ben cosciente
di
questo approdo
finale.
Un
punto
di
arrivo
già
segnato
con
gli
iniziali
versi:
“Camminiamo
verso
Te/senza
saperlo/
insieme/”
.
Dunque
un
incontro
con
il
divino
attraverso
uno
scandaglio
interiore
onde
accedere
alle
rigenerazioni
di
“soffi di
brezze
mattutine”
e
“sospiri di
luce”.
La
lirica
mette
in
evidenza
il
limite
e
la
fragilità
dell'esistenza
umana,
quel perdersi
nella
“babilonia globale”
e
il
toccare
il
profondo
buio
del
baratro
per
poi
accedere
al
Segno
salvifico
che
giunge
in
provvidenziale
soccorso.
Poesia
dei
contrasti
che
ben
si
armonizzano
tra
le
luci
vivide
della
rivelazione
e
le
ombre
dello
smarrimento,
l'opacità
dei
colori, tra
la
dilatazione
dei
confini,
in
cui
si
manifesta l'anonima
quotidianità,
la
necessità
e la giustificazione del vivere e
l'individuazione
di
una
mèta
celeste
in
cui
giungere
alla
redenzione
ed
infine
tra
i
“giardini
interiori" dell'esistenza,
come
li
chiama
l'autrice
e
quelli
di
un
Eden
che
verrà.
Ma,
quella
di
Giusy Frisina, è
anche
lirica
ben
registrata
nelle
tonalità
ritmiche
che
armoniosamente
ed orizzontalmente si innalzano
e
si
abbassano
dai
cieli
alla
terra
e
viceversa.
E'
ben
evidente
nel
progetto
spirituale
dell'autrice
la
gratuità
dell'intervento
salvifico
con
la
chiusa
finale :
“Sei
tu
infine/
Gerusalemme/
che
ci
vieni
incontro/
e
ci
raggiungi
sempre/
in
un
sospiro
di
luce/
“ e
questa
è
la
luminosità
più
evidente
dell'annuncio,
l'evento
straordinario,
la
forza
della
rivelazione
che
sostiene.
Carmelo
Consoli
Gerusalemme
celeste
Camminiamo
verso Te
Senza
saperlo
Insieme
Anche quando
L e
nostre strade sembrano divergere
E da un confine all’altro della Terra
Ci
confondiamo nella Babilonia globale
Che
copre con la nebbia le distanze
Senza
annullarle
Ma il regno
dei fini ci assolve
Quando
un raggio verde colora
Le
nostre giornate anonime
Di
una macchia inconsueta
O quando tutto sembra perduto
E il
buio tocca il profondo
Il tuo
segno ci giunge
Come
un soffio di brezza mattutina
Sulle
nostre ali stanche
Sui nostri confini di brina
Sui
ciottoli bianchi
Dei
nostri giardini interiori.
Sei tu
infine
Gerusalemme
Che ci vieni incontro
E ci raggiungi sempre
In un sospiro di luce
Heavenly
Jerusalem
We are
walking toward You
Unconsciously
Together
Even when
Our
roads splitting up
And
from a border to another of the world
We
blend into the global Babylon
That
covers whit the flog the distances
Without
cancelling them
And
yet the realm of aim
Absolve
us
Whenever
a green ray
Colors our ordinary
days
With
an unusual blot
Or
when everything seems lost
And the darkness touches the depth
Your
sign coming to us
As a
whiff of an early rising
On our
tired wings
On our
border of frost
On the
white cobbles
Of our
interior gardens
You
are the one who at shortly
Come
to us
Always
reaching us
On a
sigh of bright
Giusy Frisina
(da “ Il canto del desiderio” (Edarc 2013)
Grazie alla grande sensibilità poetica di Carmelo Consoli e alla sua capacità di cogliere l'ombra-luce di queste mie inquiete e semplici parole. Di questa speranza inconsapevole che a tratti ci avvolge, nei momenti più impensati. Grazie per ricordarci di ricordare.
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