lunedì 23 giugno 2014

PASQUALINO CINNIRELLA: "DISSESTI"


Poesia di polisemica introspezione i cui versi sono vòlti ad una ricerca interiore forte e meditata. Incisiva la metaforicità dell’insieme che con l’uso di un linguismo carico di vertigini verbali concretizza gli spazi degli input esistenziali. Significativi i riferimenti etimo-allusivi: lunghi silenzi, il mio intorno, me stesso che arranca, rifarmi, al crepuscolo, nuovi assetti, dissesti, certezze in divenire, hanno divelto, cardini profondi nella roccia. Una tensione al rinnovamento con sguardi rivolti ad un passato e ad un futuro inconsistenti ed incerti. Possiamo dire che in questi versi c’è l'esistere, la riflessione sul suo divenire, ed una considerazione dal sapore di redde rationem inquietante. Ma anche una  ferrea scalata “A fissarne nuove le basi…/ ancora mani nude/ a incidere, forare, a sfondare/ decise il duro del basalto/ prima che il chiaro della luna scemi/ all’aurora del nuovo giorno”. Un pertugio di luce che s’apre a illuminare la vita.



DISSESTI

Di profondi lunghi silenzi ho bisogno
nel mio intorno - al mio interno,
per riprendere me stesso
che arranca ormai da tempo
al fine di rifarmi, nel mio giorno
al crepuscolo, nuovi gli assetti.
Volti ai dissesti quei dettami di ieri
più non danno certezze in divenire;
furie di marosi hanno divelto
quei cardini profondi nella roccia.
Tante, le volte in solitudine
a chiedermi il conto che sbilancia
come stadera starata in difetto
che più il debito assomma.
A fissarne nuove le basi
metterò ancora mani nude
a incidere, forare, a sfondare
decise il duro del basalto
prima che il chiaro della luna scemi
all’aurora del nuovo giorno.

20 Giugno/2014  
                   
                   Pasqualino Cinnirella



2 commenti:

  1. Una prova che mi pare segni un passo avanti nella ricerca poetica di Cinnirella nel senso che le scelte linguistiche volgono a soluzioni sintetiche e marcate, asciutte e decise. Del resto sono il momento introspettivo e la tensione emotiva a scegliersi l'espressione adeguata. Ovviamente con il contributo fondamentale del poeta.
    Pasquale Balestriere

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  2. Si è vero, questa poesia "segna un passo avanti" nel mio proseguire poetico, sia (come dici Tu) scelte linguistiche sia come scioltezza e musicalità verbale seppure inusitata nei termini.
    Caro Pasquale, come sempre delle mie cose e nelle mie cose fai centro. Sono sorpreso di tanta tua acutezza critica; sei nato oltre che poeta con la P maiscola anche un critico letterario da fare invidia ai maggiori (a messo che ne esistano). Hai voluto essere generoso nei miei confronti come lo è stato il Prof. Pardini che, invece di riscontrarmi in privato come chiestoVi, non ci avete pensato due volte a mettermi in luce attraverso il blog.; avete voluto manifestarmi quanto di V/S pensiero sulla stessa pubblicamente rischiando di farmi apparire un po presuntuosetto a chi poco o niente mi conosce. Un grazie infinito e di cuore a Te e al Prof. Pardini in uno ad un cordiale saluto. Pasqualino Cinnirella

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