Gloria Di Salvo |
Gloria Di Salvo |
Poesia
chiara, densa, intensa, apodittica
quella di Gloria Di Salvo, i cui versi, con accattivanti e libere
modulazioni, con accorgimenti tecnico-fonici, riescono a concretizzare gli
input esistenziali che prendono il via da silenzi educati da meditazioni, da
fughe e ritorni, da un redde rationem di
riflessioni ultimative sul fatto di esistere; trapela dal canto che la vita è
il risultato di una simbiotica fusione fra contrapposizioni terrene ed ultra di
memoria pascaliana: cielo terra; vita morte; eroi antieroi; umano e divino;
assoluto e relativo; Eros e Thanatos dove la memorialità e la stupefazione
hanno un grande ruolo nella resa del poièin.
Una
versificazione dove l’ieri, l’oggi e il domani si embricano vicendevolmente
dando corpo al dettato lirico. D’altronde sa, anche, la Nostra che il messaggio
eracliteo dell’essere e dell’esistere è il tormento degli umani: un tormento
che deriva, appunto, dalla coscienza della brevità della nostra vicenda, della
caducità del nostro esserc/ci, e della precarietà del nostro agire :
Da quando
è iniziata la storia dell'uomo, poter guardare oltre la vita ha rappresentato
l'impulso stesso alla vita: la religione, prima; la filosofìa, poi; l'arte,
sempre; la tecne, oggi forse più di sempre. Guardare oltre la vita è
l'appendice estrema della vita stessa. Vita e morte, eros e thanatos congiunti
insieme, inseparabile ossimoro di un unico SI al mondo, alla storia, al nostro
esserCi. Oggi, più liberi di sempre nell'affermare il nostro sì. Più deboli che
mai nella consapevolezza della precarietà dell'esistenza, in cui la morte si
accompagna sempre più spesso alla vita, in forme sempre più artificiose e
artificiali. E dunque quale libertà è il GUARDARE OLTRE la vita.
Chi sei
piccolo uomo
presuntuoso nel credere di
sapere
arrogante nel sentirti vivo.
Chi sei
tu che oggi puoi parlare
parole
puoi sentire suoni
puoi andare
e poi ritornare sui tuoi
passi.
Tu che
non senti II silenzio solido
non guardi il buio cieco
non sei prigioniero di te
stesso,
libero,
ma prigioniero della libertà quando si fa
menzognera meretrice di false libertà.
Qual è il confine
che vuoi valicare,
se non conosci il sentiero
se non sai
guardare oltre te stesso.
Da
qui il valore etico-didattico del “poema” della poetessa, un valore che
scaturisce e dal suo essere filosofo e dalla forza morale che motiva la
missione del suo insegnamento:
… E così, diseredati,
abbiamo la presunzione di sentirci
eroi-vittime
del nostro tempo.
E, prigionieri di noi stessi, ce ne
andiamo
raminghi,
in giro per il mondo
in cerca di libertà,
spinti da tal bisogno che soffoca ormai
ogni razionale equilibrio… (Barricate di libertà).
E
lo si capisce da questa poesia e da uno scritto dedicati ad una sua classe in
occasione dell’esame di stato:
Dal momento che l’esame di stato di
quest’anno non è solo la fine per voi della vostra adolescenza, ma anche la
fine della mia vita professionale che si
è quasi sovrapposta alla mia esistenza per più di 30 anni, visto che penso di
trovarmi in una situazione emotiva molto vicina alla vostra: un salto in alto
acrobatico? O un tuffo nell’oceano? O il coraggio di incamminarci sulla corda
tesa di Nietzsche?
Mi fa piacere dedicarvi questo mio
ultimo contributo alla vostra crescita, nella speranza che il tempo trascorso
assieme possa esservi ora o domani di aiuto.
Siete i miei ultimi alunni di V classe
e quindi avete la responsabilità, non da poco, di far parte in modo
particolarmente significativo dei miei ricordi e del mio vissuto.
Quindi un bocca al lupo di cuore non
solo per i prossimi giorni, che ci vedranno ancora insieme a lavorare per la
stessa causa: il vostro passaporto per l’inizio della vita adulta, ma un bocca
al lupo anche per tutto ciò che desiderate costruire con le vostre forze e con
l’appoggio di tutte le persone che vi amano e vi stimano, a cominciare dai
vostri genitori.
Un grazie per tutta la fatica che siete
riusciti e ancora riuscite a farmi fare quando siamo in classe, grazie perché
anche questo è vita
E allora un abbraccio sincero a tutti
voi ……e gambe in spalla, avanti: il mondo è vostro! (Mestre,
4 giugno 2009).
Anche
se nelle vene da mortale dell’autrice c’è quell’azzardo non appagato, quello
slancio oltre la siepe, che porta ad allungare la vista oltre la nostra
vicenda, oltre le ristrettezze del nostro breve soggiorno, pur tuttavia l’idea
del tepus fugit si fa oggetto di
riflessione in una poesia nitida, gentile e tutta volta ad una confessione diretta
e spontanea; confessione in cui il panismo non è solo una rappresentazione elegiaco-bucolica,
ma una concreta configurazione di stati d’animo rimasti a decantare e tornati a
vivere con immagini di perspicua visualità; e dove la privazione, l’assenza, e
la sottrazione di un bene insostituibile danno vita ad una lirica di grande impatto
emotivo:
A te
Ti
guardo,
mentre
l’anima scivola via dal tuo corpo.
Ascolto
il tuo respiro allungarsi
faticoso
quasi
una lotta per afferrare
un
ultimo soffio di vita.
Ti
accarezzo le mani
abbandonate
le tue
dita
remissive
al mio contatto
bagno
la tua fronte
gesti
privi di senso
naturali
come la morte.
Ti
affievolisci,
te ne
vai
Ma io
non sono pronta
a
lasciarti andare,
eppure
sta accadendo
Sei
così aggrappata alla mia carne
ai miei
pensieri
alla
mia esistenza:
non
sono certa
che
questo sia il nostro addio.
Ed
eccolo, l’ultimo respiro
un po’
più lungo e faticoso,
e poi
il silenzio.
Un
ultimo rigurgito di vita,
e poi
il nulla.
Solo le
mie lacrime
la mia
voce che ti chiama
come da
bambina
Ma tu
non ci sei più
Ti accarezzo
Non
vorrei lasciarti
Com’eri
viva, prima di andartene.
Ritorni,
partenze, solitudini, presenze di erotico senso e turbamento, mari le cui voci
sono frastuoni di echi lontani: insomma una plurivocità di intenti e di
emozioni che fanno di queste poesie un percorso vicissitudinale di cospicua
potenzialità creativa, abile, anche, nel dribblare il sentimentalismo con una
certa sicurezza del ductus poetico.
PROFUGHI
E'
tutto orizzonte
attorno
a noi,
profughi
senza rimpianti
in
un mare cobalto
ferito
da una scia
color
del ghiaccio.
Si
ode solo un canto di sirene
o
è la voce del vento
che
sussurra:
è
un ritorno o una partenza
un
principio
o
un addio?
Si
è sempre soli
quando
la vita
ci
trasporta altrove.
(agosto
2000)
TURBAMENTO
Se
l'immagine della tua presenza
mi
sfiorasse l'anima
da
quale turbamento
sarei
travolta,
quale
lampo
paralizzerebbe
il mio essere?
Di
fronte al desiderio,
anche
l'anima
ha
paura.
OCEANO
Perché
ho paura
che
il mio sguardo si inabissi
nella
profondità di questo mare
più
cupo
più
aggressivo
dell'onda
monotona della spiaggia?
Un
mare
la
cui voce è un frastuono di echi lontani
che
temo
cosa
audace
ascoltare.
Eppure
il mio sguardo
è
eccitato
come
quando l'orizzonte
non
nasconde misteri
e
cielo e terra abbracciano i miei sensi
e
io
sono
quel mare.
(agosto
2004)
GLORIA DI SALVO (1951-2011)
NOTA
BIOBIBLIOGRAFICA
Si è laureata nel 1974 in
Filosofia presso l’Università degli studi di Venezia, dove ha lavorato per
alcuni anni come esercitatrice presso la stessa facoltà, pubblicando uno
scritto su Immanuel Kant (Cristianesimo e fede razionale in Kant, Ed.
Unicopli). Contemporaneamente ha intrapreso la carriera di insegnante nella
scuola secondaria superiore, come docente di Filosofia e Storia, attività
continuata sino alla malattia che l’ha colpita nel 2009.
Appassionata
del “crear musica” ha partecipato a lungo alle attività del coro universitario
di musica polifonica, con attività concertistica a Venezia, nell’Hinterland
veneziano e presso diverse università italiane, anche in collaborazione con
altri cori universitari. Negli ultimi anni aveva trovato nella scrittura
l’espressione di una dimensione interiore, sospesa tra sogno e realtà, colta
anche in chiave psicanalitica. In quest’ottica una sua raccolta di poesie dal
titolo “Ali di farfalla” è stata pubblicata nel 2004 presso l’Editrice
letteraria Internazionale LIBROITALIANO di Ragusa nella collana Poeti italiani
Contemporanei. Anche il presente, inteso come realtà storico-politica, aveva
trovato spazio nella sua più recente produzione. Ha partecipato per anni a
concorsi letterari e di poesia, ottenendo alcune segnalazioni e alcuni dei suoi testi sono stati pubblicati nelle
antologie dei concorsi.
Ho la fortuna di aver sentito parlare molto di Gloria DI Salvo dall'amico Rodolfo Vettor e dalla moglie Adriana. Non avevo avuto, invece, la fortuna di leggerla e trovare nel blog prestigiosissimo del mio caro Professor Nazario, un consuntivo della sua Opera, mi ha resa felice. Filosofa nell'essenza, eraclitea, per dirla con il Professore, nel senso puro e lieve del termine, nel senso umano di chi ha la consapevolezza che 'il sole sorge nuove ogni giorno' e che non è concesso all'uomo di 'bagnarsi due volte nello stesso fiume'. Gloria, con la sua consapevolezza della caducità del tempo, palpitava anche di presagi... la lettera agli alunni mi sembra un esempio esaustivo... Di certo mi sono trovata di fronte a una Poetessa di altissimo spessore e a una Donna che dava allo scrivere l'impronta nitida della fatica dolce del vivere. Sto adottando degli ossimori, in quanto gli scritti dell'Autrice sembrano stridere con le sue immagini. Il tempo che fugge non è negli occhi radiosi, nell'incantesimo del suo sorriso. Ho la certezza che è rimasta accanto ai suoi Amori e che, tramite simili lasciti, sarà compagna dei nostri viaggi, Esempio e Monito per coloro che sviliscono i giorni senza averne motivo.
RispondiEliminaRingrazio di cuore Rodolfo per tanto Dono e il Professor Nazario per averlo reso meraviglioso affresco di una vita!
Maria Rizzi