venerdì 4 settembre 2015

LORENA TURRI TRADUCE "LA ORACIÓN DEL ATEO" DI MIGUEL DE UNAMUNO


Lorena Turri collaboratrice di Lèucade

Invio, in allegato, la traduzione di un sonetto di Miguel de Unamuno. Sto leggendo il "Rosario de sonetos lìricos" del grande autore spagnolo e ne sono molto affascinata. La mia idea sarebbe quella, ammesso ci riesca, di tradurne almeno alcuni. Non mi risulta che vi siano traduzioni italiane in metrica di questa raccolta.  
Il sonetto, "La oración del ateo", mi sembra molto rappresentativo del pensiero filosofico unamuniano:

"L'esistenza dei fatti e solamente quella dei fatti è evidente ed assiomatica. Chiunque affermi l'esistenza di Dio e dell'anima si vede obbligato a provarla, perché non sono proposizioni evidenti. Prova ne sia che si adducono argomenti a favore dell'esistenza di Dio e dell'anima, mentre nessuno li adduce in favore dell'esistenza dei fatti." (da: Filosofìa logìca) 
 
E ancora:

"L'assoluto è l'ultima spiegazione, Dio è l'ultimo perché. Questo perché spiega qualcosa? Meglio: è realmente l'ultimo perché? Razionalmente no. Lo proverò e lascio per dopo il provare che Dio non può essere definito (giacché sarebbe limitarlo) né gli si possono dare attributi. Spencer non ammette un ultimo perché, bensì [dice] che la serie dei perché ci pone di fronte all'inesplicabile, a Dio." (da Carta a Juan Solìs).

Spero sia una gradita lettura e che la traduzione risulti, ai lettori di Lèucade, fedele all'originale  e nella forma, e nel significato.

Lorena Turri


LA PREGHIERA DELL’ATEO
(traduzione di Lorena Turri)

Odi la prece, Dio che non esisti
e nel tuo nulla accogli il mio lamento,
Tu che mai lasci l’uomo nello stento
senza cura d’inganno. Non resisti

alla preghiera e al desiderio assisti.
Più ti scosti dal mio ragionamento,
più mi ricordo il placido argomento
del mio amore a cullar le notti tristi.

Che grande sei, mio Dio! Sei così grande
che neanche sei  Idea;  e troppo stretto
è lo spazio, per quel che lo si espande,

a contenerti. Soffro nel tuo petto.
Se tu esistessi, inesistente Dio,
esisterei sicuramente anch’io.

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LA ORACIÓN DEL ATEO
di Miguel de Unamuno

Oye mi ruego Tú, Dios que no existes,
 y en tu nada recoge estas mis quejas,
 Tú que a los pobres hombres nunca dejas
 sin consuelo de engaño. No resistes

a nuestro ruego y nuestro anhelo vistes.
 Cuando Tú de mi mente más te alejas,
 más recuerdo las plácidas consejas
 con que mi ama endulzóme noches tristes.

¡Qué grande eres, mi Dios! Eres tan grande
 que no eres sino Idea; es muy angosta
 la realidad por mucho que se expande

para abarcarte. Sufro yo a tu costa,
 Dios no existente, pues si Tú existieras
 existiría yo también de veras.




2 commenti:

  1. Commovente il pensiero, ottima la traduzione del sonetto. Complimenti di cuore, Lorena...spero che tu riesca nel compito che ti sei data, la partenza è luminosa.

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  2. Desidero complimentarmi con Lorena Turri per la sua traduzione.
    Miguel De Unamuno è poeta troppo poco conosciuto in Italia e, purtroppo, poco tradotto: sono convinto che una maggiore attenzione alla sua poesia recherebbe sicuro giovamento alla cultura poetica del nostro Paese.
    Sia nell'esposizione del pensiero gnoseologico sia nei versi è possibile riscontrare un anelito metafisico autentico proprio perché ci si pone di fronte a Dio "da ateo", che non vuol dire da non credente ma da sincero fedele in quanto dubbioso.
    Ne sono assoluta riprova le due splendide terzine finali del sonetto.
    Di nuovo congratulazioni, dunque, con il sentito augurio che il progetto prosegua e riconoscente alla Turri, anche per il commento che ha voluto spendere sul mio testo pubblicato su questo stesso blog,

    Sandro Angelucci

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