martedì 9 giugno 2020

NAZARIO PARDINI: "LA SORPRESA DI NATALE"


La sorpresa di Natale

O stanze fredde dove mi specchiavo
ancora immerso in rivoli di cielo
che non aveva nubi. O scaletta
mezzo diroccata che portavi
a soglie di speranza. O finestra
che aprivi ad orizzonti larghi e vasti,
o familiari stanchi
di povertà nascosta dentro il cuore
di chi conobbe stelle,
e lune a riposare dentro un pozzo
di una madre sfinita;
o padre, o fratello, o focolare
dove scaldai le quattro mie notizie
prima di andare presto alla città
che mi voleva giovane. O tutti voi miei cari
dove siete finiti? O mio Dio,
che cosa ho fatto mai della mia giovinezza,
dei sogni che restavano aggrappati
ad un ragazzo nudo e solitario?
Eppure oltre il chiuso si giocava
mentre tu stavi a parte silenzioso
a rimestare storie
in attesa di stanze
che diffondevano spifferi di gelo.
Dove, dove, quel pioppo solitario
con le fronde cullanti l’innocenza
di mio fratello piccolo occupato
a lucidare bici per tre bicci?
Non c’è più niente attorno a quella casa.
E la finestra smilza e sverniciata
è rimasta nel cuore di colui
che è a rivivere con occhi semichiusi
giorni di un padre stanco
che spendeva la sua ultima fatica
ad attendere un figlio al magistrale
e stare con lui 
a gustare un panino
come fosse la sorpresa di Natale.




9 commenti:

  1. Nazario caro, che meraviglia il tuo 'O' che apre i versi e che profuma della lingua che tanto ami, che è il tuo vestito di eterno fanciullo... Una lirica che invoca gli amori, gli amici, quasi a radunarli sulla spiaggia, di fronte al mare che ami quanto la vita, per rivederli, per tornare a emozionarti con loro del poco che rappresentava il tanto, che riempiva le stanze dell'anima e dava senso e scopo ai giorni. Il mare non è presente nella lirica, l'ho immaginato io, come luogo di ritrovo, in base ai discorsi con te, al tuo desiderio innocente di recarti sulla rena a lavarti le mani con l'acqua salmastra; la stessa incantevole innocenza colora i versi, li rende lucidi di commozione e di nostalgia, ma non nichilisti, lievi come il tuo sentire, come 'il panino gustato' da te e dal tuo papà 'come fosse la sorpresa di Natale'. In una sola lirica scorrono i fotogrammi dei ricordi, affrescano un'adolescenza e una giovinezza semplici, immersi in un radioso embrione di tenerezza e ci insegnano che esistono Poeti umili perchè fatti della materia delle stelle. Ti stringo al cuore.

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  2. Che belle immagini semplici e vere .." O tutti voi miei cari dove siete finiti" ? E il padre, che attende il figlio per gustare un panino che aveva il gusto dei giorni di festa...parole nostalgiche, lievi, innocenti, che scaldano i ricordi di adolescenza e gioventù con una tenerezza infinita. Un carissimo saluto Loredana D'Alfonso

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  3. Una poesia colma di nitidi ricordi e di forti rimpianti per il tempo vissuto e quindi passato: "O mio Dio che cosa ho fatto della mia giovinezza ..." che risalta forte lo stato d'animo dell'attuale tempo dell'autore. Ricordi sempre freschi nella memoria che vengono descritti con minuzia di particolari che stupisce appunto perchè sempre vivi nella memoria. Bellissimo il verso (come tanti altri): "... povertà nascosta dentro il cuore" dove l'autore ha detto tutto di quel Suo tempo in termini di esistenza sofferta e sempre arrancante (durante e dopo la guerra). Ed in quest'ottica gli ultimi due versi diventano la naturale conseguenza di un messaggio copiosamente affettivo-familiare, ma anche come posizione strutturale del testo. Torno a ridire che il Prof. Pardini mi sorprende, specie nelle ultime sue composizioni, per quel dettato poetico volutamente semplice, estremamente chiaro che m'interroga se messo a confronto con l'oceanica Sua Cultura a 360 gradi. Forse, il voler tornare a scrivere poesie così potrà dare, e sicuramente darà, quel bisogno umano di sentersi ancora una volta quel "ragazzo nudo e solitario - aggrappato ai suoi sogni". Pasqualino Cinnirella

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  4. RICEVO E PUBBLICO

    Lino D’Amico commenta
    la poesia di Nazario Pardini
    “ La sorpresa di Natale”


    Carissimo Nazario, mentore e nocchiere, ma sopra ogni cosa, amico gentile. Negli anni nei quali ho avuto il piacere di conoscerti ho apprezzato ogni poliedrigo aspetto del tuo sentire, ma in questa tua lirica dal titolo “ La sorpresa di Natale” hai ulteriormente toccato le corde delle mie emozioni.
    Il tema trattato emana sensazioni di una infinita purezza in cui si riflettono, come in uno specchio, anche le intime commozioni di ogni lettore che vi si immerge, rapito da inconsci echi di silenzi, di sensazioni analoghe percepite in un tempo remoto.
    Il verso corre, diviene immagine, suona come nota di una eterea melodia, accarezza il profumo di sensazioni nel ricordo di un luogo amato, di un tempo fuggito, di persone care, di fredde stanze, rivoli di cielo senza nubi e sogni di speranze
    Adolescenza, maturità, affetti, stelle riflesse in un pozzo, la casa avita con le finestre sverniciate, spifferi di gelo, un panino come dono da gustare in un giorno di festa.
    Un tutto che emerge dai meandri di ricordi che hanno accompagnato i passi di un cammino, lasciando traccia di orme su un ipotetica battigia dove poi il riflusso di un onda ha cancellato, a volte, i significati lasciandone latenti altri che riemergono, improvvisi, dall’inconscio nel brivido di lampi di luci e ombre .
    Altro dire non so se non che l’emozione ha interrotto più volte la lettura della lirica.
    Con stima incondizionata, un abbraccio.

    Lino D’Amico Giugno 2020+


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  5. Nostalgia d'un tempo che fu. "La sorpresa di Natale", splendida e commovente lirica molto ben definita. Narrata come fosse un racconto pieno di ricordi, sensazioni ed emozioni che, solo un grande poeta sa dire ed esprimere. "Immerso in rivoli di cielo che non aveva nubi", cosa? Chi, come e quando altri potrebbero e saprebbero farlo se non il caro ragazzo d'un tempo? Freddo, gelo e spifferi. Donne mai stanche e padri umili e semplici che, al giorno d'oggi, non esistono più nemmeno a cercarli con una lanterna. Con tutta la buona volontà e ce ne vuole veramente tanta, nessuno come loro. Oggi solo pochezza, incompetenza e superficialità ripiena di "Carpe diem". L'umanità ha messo da parte l'umanesimo per trenta denari. Ha scelto di non vivere e di non tramandare, in nome dell'oggi e subito. Tutto e ogni cosa ha perso valore solo per cogliere l'attimo ingannatore, illusorio e deludente. Anche perché, a prescindere, la vita poi, comunque , continua.
    Bellissima poesia, grandissimo Pardini.

    Josye traulcer

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  6. Caro Nazario, le tue poesie sulle memorie sono particolarmente toccanti. Uniscono alla nostalgia accorata qualcosa di indefinibile che attraversa i versi.Pensavo fosse la musicalità, che è una delle caretteristiche fondamentali dei tuoi sempre eleganti versi, ma mi sono detta che non è solo quella. E' una tristezza così intensa e senza scampo che riesce a dare la misura di un'anima grande. Di chi non cerca conforto eppure rimane nelle più alte sfere della spiritualità ,dove la ricchezza dei sentimenti e dell'emozioni sia da sola capace di resuscitare le persone care perdute.Io penso che tu ci riesca davvero, a far accorrere le anime a te, al punto da far cadere anche il velo di distanziamento tra mondo dei vivi e quello dei morti, creando - o trovando - una dimensione intermedia nella quale diventi possibile la comunicazione. Io ci credo profondamente quando leggo di questi miracoli,come questi versi da brividi che sono favola vera. Grazie, un abbraccio.
    Giusy Frisina

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  7. >Grazie Maria, Loredana, Pasqualino, Lino, Josie, Giusy! Mi avere emozionato. I vostri commenti superano con la loro intensità la semplice ispirazione dei miei versi. Sono emozionato da piangere: "una dimensione intermedia nella quale diventi possibile la comunicazione".
    Vi voglio bene
    nazario

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  8. RICEVO E PUBBLICO

    "La Sorpresa di Natale"

    Superata la prima emozione di una precedente lettura ,che mi aveva suggerito sensazione di abbandono, quasi una specie di resa da parte del nostro solare Poeta, oggi rileggo verso per verso e quasi faccio mio questo importante dettato poetico..
    Mi arriva in una piacevole partecipazione emotiva la conoscenza profonda di un sentimento universale, l'ineguagliabile importanza degli affetti familiari, lo struggimento di un tempo finito, ma ritrovato nella memoria sempre viva e vitale, anche se nutrita di nostalgia..
    E' allora che l'ho sentito fratello, il caro Poeta, ed ho potuto "toccare" la memoria di tutte quelle cose che fanno parte del vissuto, che il tempo non potrà mai alterare nella loro immutabile realtà.
    "La sorpresa di Natale"!...Il titolo è significativo di quanto una piccola cosa possa essere grande se è l'amore che ne alimenta l'essenza.
    "O Padre, o fratello, o focolare.........." cinque versi che racchiudono il clou della composizione, laddove si avverte forte il grido dell'impotenza. C'è disperazione, senso della vita che non si può richiamare indietro. Gli affetti restano indelebili nel cuore, così come la visione delle cose care, ma la realtà è nella vita e nella morte, e solo in quel cerchio che esse racchiudono.
    E tuttavia esiste un miracolo per il Poeta: la rinascita del vero attraverso la Poesia.
    Se anche la ragione spinge la mente a tanti perché , se anche " non c'è più niente attorno a quella casa....." è la Musa che attua il miracolo nel cuore di colui che "rivive con occhi semichiusi" la dolce visione di un'ora in compagnia del padre " a gustare un panino come fosse la sorpresa di Natale".
    C' è in questi ultimi versi una commozione infinita che unisce il lettore al Poeta, un significato che richiama tutta la bellezza di un Passato ricco di valori perduti.
    E' in questi versi conclusivi che ritroviamo in sintesi la "semplicità profonda" dell'arte di Nazario Pardini.
    Edda Conte

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  9. Grazie, Edda, del tuo immenso commento.
    nazario

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