mercoledì 9 settembre 2020

EDDA CONTE : "IL VOLO"


IL VOLO...


Edda  Pellegrini Conte,
colla
boratrice di Lèucade



Ha grandi ali bianche il gabbiano 
sul fondale  viola dei monti
urlano la libertà del volo...
ali come pensieri felici.
Ha cuore innocente il gabbiano
senza meta sicura vola
va s'innalza vira torna
e sfuma in un raggio di sole.
Di libera scelta è il suo andare
fallace gioia di un attimo...
E' volo sicuro e costante
il pensiero dell'uomo?
è nascosto
forse subliminale?
O segue quella luce fatale
che a tratti illumina la mente
e subito scompare.?

Edda Conte



6 commenti:

  1. Un tema, Edda cara, che mi è particolarmente caro, in quanto sin da piccola avevo molta curiosità per la figura del gabbiano. Un uccello marino, presente in più specie, che negli ultimi tempi sembra aver traslocato in città, soprattutto a Roma. Tu scrivi con la tua ispirazione lieve come il sonno di un bimbo:
    "senza meta sicura vola
    va s'innalza vira torna"
    e lo dipingi, non mettendo in luce gli aspetti aggressivi che lo caratterizzano. Nella prima parte della lirica sembri guardarlo con occhi innocenti, ma è un uccello che nel riprodursi segue regole simili al cuculo. La coppia si allontana, cerca depressioni o rozze piattaforme della vegetazione e può essere molto violenta contro gli intrusi. La tua lirica inneggia, poi, alla libertà del gabbiano e non v'è dubbio che sia un volatile così inquieto da volere la libertà a ogni costo. Evochi il grande Cardarelli e la
    sua "Gabbiani" : "Non so dove i gabbiani abbiano il nido / dove trovino pace. / io son come loro, /in perpetuo volo / la vita la sfioro/ com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo / e il mio destino è vivere/ balenando in burrasca /. La seconda parte della tua poesia crea la stessa allegoria: il destino dei gabbiani e il nostro...
    E arrivi a paragonare il pensiero umano al volo dell'uccello marino. La chiusa risolve ed è lirica in se stessa. Ti voglio bene e ti ammiro infinitamente.



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    1. Cara Edda
      La tua bellissima lirica, come un quadro dai colori netti, mi ha fatto subito pensare alla diversità dei gabbiani di Roma, aggressivi, rozzi, spazzini del cibo. I tuoi gabbiani sono esseri liberi che "urlano la libertà del volo", angeli liberi, dal cuore innocente.
      Liberi di andare dove vogliono, come il pensiero dell' uomo.

      Grazie per i tuoi splendidi versi.
      Un abbraccio caro e sincero.
      Loredana D'Alfonso

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  2. La similitudine tra il volo del gabbiano e il pensiero del pensatore, in questi versi viene descritta con un tono lirico sostenuto,alto che il lettore non può tralasciare. Decisamente suadente e morbido nel dettato, lascia che il lettore si bei della musicalità verbale divenendo parte integrante del messaggio che è quello di anelale ad essere "gabbiani felici" quando si ha quel dono di volare, al massimo della libertà, con il proprio pensiero; e quando ciò avviene si è in uno stato di grazia non facilmente ripetibile. Edda ci è riuscita e lo descrive incisivamente palesandolo. Pasqualino Cinnirella

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  3. Personalmente ho sempre associato il gabbiano alla libertà dei grandi spazi, del cielo e del mare, quasi un simbolo del vivere libero e felice..
    Ringrazio comunque la mia carissima Maria Rizzi per avere superato-grazie al suo amore per la mia poesia- la primitiva ripulsa nei confronti di certe cattive abitudini del gabbiano.
    Sono grata anche alla sempre gentile Loredana per le parole del suo intervento..; in particolare mi congratulo con l'amico Cinnirella per l'acuto e pertinente giudizio nei confronti del mio "Volo".
    Per me siete tutti carissimi amici che il nostro comune Ospite non manca mai di riunire. Grazie!
    Edda Conte.

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  4. Immensa liricità di Edda Conte in pochi versi: una capacità rara di risalto compendiale nei concetti cardine della sua filosofia esistenziale.
    Libertà di un volo nell'urlo felice e nel cuore della "purezza"; indetermine di spazi, di tempi e di movimenti (vira... torna... sfuma...); illuminazione e sintonia cosmica che il Sole testimonia... dubbio lacerante finale sulla possibilità dell'uomo di elevarsi nel "volo" comparato.
    Il sospetto della Poetessa si alimenta e si incentra poi sul volo-"pensiero" dell'essere umano non sempre o quasi mai sicuro o visibile o rifulgente.
    Ampiezza tematica nella profondità analitica più significante mi inducono ad affermare che questa sia una delle "liriche" più eminenti di Edda.

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  5. L'intuito, la sensibilità, l'acribia dello scrittore e critico Marco dei Ferrari, sempre originale, ancora una volta non delude. In questo commento al "Volo" entra nell'io e lo rivela finanche a se stesso.
    Mi compiaccio e ringrazio.
    Edda Conte.

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