venerdì 11 settembre 2020

MARIA ELENA MIGNOSI PICONE LEGGE: "NELLA TUA GIUSTIZIA MIO DIO" DI CLAUDIO COMINI

Claudio CominI

Nella tua giustizia mio Dio

Guido Miano Editore, 2020

Recensione di Maria Elena Mignosi Picone

Un lago, un poeta; per la precisione, il lago Maggiore e il poeta Claudio Comini. È questo lo scenario, invariato, nell’intera opera, che fa da sfondo ai versi della silloge poetica “Nella tua giustizia mio Dio”.

Cominciamo con l’osservare che l’autore, appunto Claudio Comini, si rivela particolarmente sensibile ad una virtù che nella vita viene spesso calpestata, la giustizia. “La tua giusta legge, mio Dio / sta a significare che le disuguaglianze / non dovrebbero esistere”. Il poeta lamenta come “…c’è sempre chi vuole prevaricare / sulla bontà dell’essere umano”. Soprattutto egli rileva che la forza del male infierisce in particolar modo contro le persone che seguono Dio: “…per mano di quel maligno / che fa incetta di quella gente / che guarda in modo molto appariscente / la tua infuocata e infinita luce celeste”. Allora dal dolore per i giusti presi di mira, dalla constatazione del buio che ottenebra le menti malvagie, nasce in lui vivida più che mai, l’aspirazione alla luce.

Anima candida, come di infante, quella del poeta, un’anima che le amarezze della vita non riescono a scalfire, che le contrarietà non riescono a incattivire. L’identità di un uomo non sta in ogni caso negli eventuali momenti di smarrimento ma nella sua positività.

L’autore affascinato dal paesaggio che offre il lago Maggiore, ammira la luce riflessa sulle acque, la luce nella sua fisicità. “La tua luce stasera al tramonto / Brilla sulle acque del lago”. La “Tua” luce. Quella emanata dal Creatore. Anche nell’oscurità della notte “Brillano sul lago le luci / di mille e più stelle”. La giustizia. La luce.

Claudio Comini conosce la Parola di Dio. “Ho letto già / della tua grande giustizia / che è nei cieli più infiniti”, e, anche se egli sa che “la mano malvagia del maligno, / tenta di far del male / alla gente a Te Devota”, però questa amarezza di fondo non gli impedisce, anzi lo sprona sempre più a gustare della luce divina. A vederla nei tramonti, a vederla riflessa sul lago, ma anche a gustarne il sapore nell’intimo dell’animo. Luce divina dunque nella sua fisicità ma anche nella sua spiritualità.

Un concetto che traspare dai versi è che Dio emana la sua luce non facendo disuguaglianze. La giustizia di Dio balza evidente nel fatto che Dio ha offerto a tutti indistintamente il Creato con la sua bellezza e diffonde la sua luce su tutti.

La luce divina inoltre si infiltra nelle più smisurate profondità dell’animo, e così ha il potere di fare acquisire consapevolezza delle macchie nere che deturpano lo spirito e in questo modo preparare l’uomo alla conversione. “La Tua luce penetra / negli abissi più profondi / portando in superficie i peccati più lontani”. E dalla conversione la salvezza.

E perciò in Claudio Comini, nel seguito “Altre poesie’, si fa strada l’idea che la giustizia di Dio è misericordia: “Nel mio pensiero, / ammirando l’immagine del sole, / che invia sull’acqua una luce incandescente, / s’insinua una celeste sensazione / della mano di un Dio amorevole e misericordioso”. Egli stesso allora non esita a chiedere perdono a Dio: “Se ho sbagliato, perdonami, o Dio, / perdona i peccati di un uomo allo sbando, / di un uomo che cerca di reagire / alle difficoltà di una vita crudele”. E manifesta la ferma volontà di “proseguire sulla strada maestra, / ascoltando la soavità della Tua voce”.

La luce divina penetra così nelle coscienze purificandole: “Nella Tua parola / la luce / illuminava il mondo / anche nelle oscurità più profonde della terra, / dove il Tuo messaggio d’amore / corre a conquistare / coscienze ancora incredule”.

Purtroppo constata tristemente che il mondo si è allontanato da Dio, e allora rivolge a Lui un’accorata preghiera affinché lo riporti sulla via retta: “Signore, nella Tua grande bontà / riporta l’uomo a ricredere / in quella verità, ormai dimenticata lungo la strada / che ci ha allontanato / dalla tua immensa luce / che risplende / nelle parole del tuo Vangelo”.

Così l’uomo otterrà la più bella sorte in eterno, il Paradiso. Come avverrà per il padre del nostro poeta, cui dedica tenerissimi e commoventi versi: “Si apriranno i cieli al Tuo trionfale ingresso. / L’ intensa luce di Dio / farà risplendere la tua anima”.

La speranza si concretizza nella certezza che un giorno il mondo cambierà e si volgerà nuovamente a Dio: “Nella tua viva e stupenda / Immensità Celeste / il mondo un giorno si piegherà / al Tuo vivo e splendido cospetto / per chiederti perdono per i peccati commessi”.


Maria Elena Mignosi Picone


Claudio Comini. Nella Tua giustizia mio Dio. Prefazione di Mons. Giuseppe Vegezzi. isbn: 978-88-31497-01-5. Guido Miano Editore, 2020; mianoposta@gmail.com.

 

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